![]() Il mondo essoterico è strutturato per generare confusione nella percezione. Gli induisti indicano l’esistenza di una sostanza illusoria che nasconde o distorce la completezza dell’informazione che i nostri sensi ricevono: lo chiamano velo di maya. Ciò che ognuno conosce, consciamente o inconsciamente, determina la percezione, l’elaborazione cerebrale di informazioni fornite dai sensi. Inoltre, per quanti dettagli possediamo, spesso mancano comunque elementi importanti ai fini della comprensione globale e il risultato che ci appare è fuorviante. Ognuno ha installato un proprio sistema operativo mentale, emotivo e fisico, costituito da credenze, convinzioni, condizionamenti, esperienze personali, informazioni genetiche, forme-pensiero, elementi del paradigma socio-economico, politico, religioso, familiare. Tutto ciò genera immagini individuali, diverse per ognuno. Inoltre, alcune forze lavorano per modificare questa percezione manipolando verbalmente. Il risultato è una strutturazione errata della realtà, deviante, illusoria, caotica. In questa condizione umana caotica nulla è come appare. Pastori, pecore e lupi hanno mescolato i ruoli, ognuno indossa i vestiti dell’altro convincendosi di esserlo. E così ogni cosa è diversa in sostanza rispetto all’apparenza. Il farmaco è poco piacevole al palato e può generare immediati disagi, ma questi sono la reazione organica all’eliminazione del patogeno e, infine, il farmaco sana. Una bibita gassata edulcorata è piacevole al gusto, ma un eccessivo consumo provoca disagi all’apparato psico-fisico. Qual è, dunque, la verità? Dove risiede? Solo il tempo, forse, permette di scoprirlo. Nel frattempo l’unico modo di percepire gli eventi è lo spirito critico, l’uscita dal giudizio e l’assunzione di responsabilità nel risultato, l’osservazione come un testimone. Nessuna considerazione personale è veritiera, ma l’insieme delle diverse esperienze si avvicina alla Verità. Conclusioni affrettate e dogmatiche rivelano un’estrema paura di svelamento della verità, poiché potrebbe destabilizzare i personali punti di riferimento e la mente subconscia non lo permette; significherebbe cancellare o modificare le memorie, atto di maggior consumo energetico rispetto alla conservazione, legge alla quale sottostà la macchina biologica. La capacità di modifica del subconscio appartiene a una volontà di evoluzione che deve contrastare la sopravvivenza, condizione facile da mantenere. La paura chiude i canali di comprensione limitando la ricezione di informazioni; diminuisce la sensibilità a stimoli esterni visivi e uditivi principalmente e genera un falso mondo esteriore inserendo le informazioni che si vogliono mantenere tali. Un esempio semplice per comprendere: poniamo caso che trent’anni fa abbia conosciuto una persona e mi sia fatta un’idea su di essa. Oggi la rivedo e nonostante quella persona sia cambiata per la mia mente ella è sempre la stessa, vi è un rifiuto di accettare il mutamento poiché significa mettere in dubbio la mia verità. Ciò che è non è ciò che sembra.
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