4/13/2019 0 Comments Errare humanum est...Perché errare è umano? Comprendere questo principio ci induce a fare un passo indietro nella nostra esistenza e partire dal presupposto che l’essere umano è un essere dotato di coscienza e incoscienza, di spirito e anima, che popola il pianeta Terra. Secondo la teoria interventista, l’essere umano in origine era privo di quanto sopracitato, ci è stato inserito successivamente; secondo altre teorie, non tutti gli esseri umani possiedono un’anima; secondo altri, siamo esperimenti proprio perché qualche essere a Noi alieno vuole comprendere la nostra anima. Qualunque sia la verità, il fatto è che l’essere umano si trova a vivere un’esistenza terrena immerso in cicli, che divengono spesso dei loop, e in errori alla ricerca del proprio sé e della propria realizzazione. Quante volte abbiamo sentito frasi del tipo: - «Perché sempre a me?»; - «Cosa ho fatto per meritare questo?»; - «Eppure ho fatto quello che mi hanno detto»; - «Perché Dio permette questo?». La risposta a queste domande sta in due parole: LIBERO ARBITRIO, ossia la capacità di discernere e decidere da se stessi. Prendendo in esame alcune filosofie esoteriche, Noi siamo anime incarnate in un apparato psicofisico per far esperienza e poter evolvere; e quale miglior pianeta per farlo se non quello privo di libero arbitrio, perché da conquistarsi con l’esperire quotidiano? Ebbene sì, la Terra è considerato il pianeta in cui si vive un’esistenza ricercando la conquista del libero arbitrio e imparando ad amare incondizionatamente. L’essere umano svolge tutto questo errando, ossia vagando senza una precisa meta e obiettivo, anche sbagliando, agendo per prova ed errore. Consapevoli di questo, comprendiamo perché ci accadono determinati eventi ed altri, invece, no. La parola Pianeta significa errante. La parola Terra, se divisa da un apostrofo, diviene T’erra, ti erra, ti fa errare. Diviene interessante, allora, scoprire come l’essere umano evolva nel momento in cui conosce la propria missione e la raggiunge compiendo errori, proprio come ci indica la parabola del Figliol Prodigo. Quando scegliamo di evolvere come anime, presentiamo a Dio (qualunque sia l’accezione che vogliamo dare a questa parola) un progetto, che Lui accoglie. Valutiamo, quindi, il luogo, il tempo, la famiglia, l’ambiente socio-politico e religioso nei quali esperire. Qui accettiamo un accordo, il cosiddetto patto di distrazione: nel momento che l’anima prende dimora in una macchina biologica, perde la conoscenza conscia del motivo per cui si è incarnata e l’essere umano deve ritrovarlo da sé, in una continua ricerca. Errare è umano, perseverare è diabolico. Analizziamo questa frase. La prima parte l’abbiamo compresa. L’errore è l’ottava bassa della scoperta, in quanto ogni volta che sbagliamo, possiamo rimediare, a patto di aver compreso perché quell’errore è stato commesso e come modificare lo stato di cose; poi, è necessario agire in quel senso. Perseverare è diabolico, il quanto il diabolos è colui che divide, che scinde il tutto portando a perseguire il facile a favore del semplice e la soddisfazione delle emozioni a breve termine invece che quelle a lungo termine. Siamo immersi in bolle di condizionamenti e manipolazioni che ci inducono a credere di essere Noi stessi a decidere quando, in realtà, seguiamo le esperienze di altri e le facciamo nostre sabotandoci. Lo sviluppo del libero arbitrio consiste nel seguire le direttive della nostra anima, ascoltandoci e agire invece di reagire. La realizzazione di Noi stessi avviene proprio quando siamo Noi stessi. Nell’immagine iniziale vediamo Snoopy affermare: «Perseverare? Sicuramente ovest...»; ci indica che perseverare in un errore ci allontana sempre più dalla nostra meta. I miei consigli per approfondire l'argomento: FANNE BUON USO!
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