5/8/2019 0 Comments Etica-menteImage by Gerd Altmann from Pixabay Quante volte abbiamo sentito pronunciare frasi come «Questo non è etico!», «Bisognerebbe rispettare l’etica», «Essere etici non è da tutti!», e via dicendo. Conosciamo davvero l’etica? O la confondiamo con il concetto “quello che fa comodo a me”? L’etica prevede un’uscita dal concetto di giudizio e lamento, due condizioni proprie dell’essere umano comune, molto difficili da eliminare dal sistema di condizionamenti. Etica significa relativa ai costumi, agli usi e alle abitudini. Deriva dal termine greco éthos, ossia costume. Studia i fondamenti oggettivi e razionali dei comportamenti umani e assegna uno stato di buono, giusto, lecito, oppure di cattivo, sbagliato, illecito. Si basa su presupposti oggettivi e razionali, non sulle emozioni (relativi ad un determinato ambiente o zona del globo). Detta canoni e confini entro cui la libertà umana si esprime. È un’attitudine propria di un determinato ambiente, sia esso un gruppo o una nazione. Quando si entra a far parte di una comunità, più o meno grande, è importante informarsi sull’etica propria di quel luogo, per evitare spiacevoli inconvenienti. Il concetto comune è quello che l’etica sia uguale per tutti, ma, come riferito nelle precedenti righe, essa invece è relativa alle abitudini di quel gruppo. Ecco perché informarsi aiuta ad essere in armonia con quell’ambiente. L’etica è sinonimo di rispetto per gli altri e per le regole locali. Quando a me risuonano distorte, sono io che devo allontanarmene; mai mi devo imporre sugli altri. Un errore che l’essere umano comune fa spesso è quello di pensare che il proprio concetto di vita sociale sia quello corretto in assoluto e, quindi, si permette di volersi imporre, venendo scaraventato, poi, in un sistema di rifiuto. L’etica è proprio accettare le regole, altrimenti si esce dal gruppo. L’etica non sempre è dettata dal buonsenso o dal rispetto dei diritti umani e della natura in genere, ma, ripeto, è stabilita da usi e costumi della zona. Chi sono io per giudicare quanto vieme stabilito e condiviso da un intero gruppo? Preferisco uscirne e cercare chi vibra come me; quando sono impossibilitata a trovarlo, allora preferisco rimanere in solitudine. Questa mi aiuta a trovare me stessa e a condividere la vera armonia della natura. Rimango fedele al mio codice d'onore. Consiglio di evitare sempre di andare contro un sistema di regole e credenze. Piuttosto, facciamo conoscere quanto il cambiarle possa essere evolutivo per gli esseri terrestri. Quando andiamo contro qualcosa, o vogliamo distruggere qualcosa, stiamo ampliando quel tipo di energia. Per modificare gli eventi dobbiamo seguire l’educazione proposta nel Vangelo da Gesù: «Porgi l’altra guancia». La domanda più frequente che mi viene posta in questo caso, quando ne parlo, è: «Ma allora mi devo sottomettere e farmi maltrattare?». No, tutt’altro. Porgere l’altra guancia significa sviluppare il libero arbitrio ed evitare di lasciarsi travolgere dagli eventi e dalle emozioni di bassa vibrazione (rabbia, orgoglio, vergogna, paura...). Porgere l’altra guancia significa: «Ehi, io sono diverso da te e, come tale, ho il diritto di scegliere di comportarmi in una modalità diversa quando lo voglio». Porgere l’altra guancia è spiazzare chi vuole una reazione da me per poter aver ragione; significa svolgere un’azione per libera scelta e mai per meccanicità. Porgere l’altra guancia è il modo migliore per elevare le energie del mondo. Porgere l’altra guancia significa essere esattamente chi siamo e mai chi vogliono gli altri. L’etica, quindi, conforma ad un determinato sistema chiuso, mentre la connessione con il tutto ci permette di essere Noi. L’etica ci limita, la connessione al tutto ci libera. L’etica è della personalità, che ha bisogno di essere continuamente guidata e gestita, la connessione è dell’anima che tutto è. I miei consigli per approfondire l'argomento: FANNE BUON USO!
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