Foto di Free-Photos da Pixabay Dio… Una parola tanto potente quanto fraintesa, che ha la pretesa di esprimere e racchiudere in sé tutto ciò che è impossibile descrivere, circoscrivere, definire.
«Chi è Dio?», oppure «Cos’è Dio?». Già da qui comprendiamo come sia impossibile stabilire una capacità di conoscenza. O meglio, Dio è l’onniscienza, l’onnipotenza, l’onnipresenza. Ogni tentativo di spiegare Dio è un tentativo nullo, in quanto ogni definizione esclude altro, ma Dio è tutto e nulla. Dio è ognuno di Noi, ognuno al quale è donata la capacità di libero arbitrio, di creazione, di amare; ma Dio è anche il vuoto. La società Teosofica lo definisce “Colui del Quale Nulla si Può Dire” e Igor Sibaldi lo definisce così in una sua opera: Dio è infinito: e anche l’Io lo è. Dio conosce ogni cosa: e anche l’Io conosce ogni cosa. Dio crea il mondo: e l’Io crea il mondo. Dio può cambiare il destino dell’uomo: ma anche l’Io può cambiare il destino dell’uomo. Solo che l’uomo non lo sa, non osa saperlo ancora. Ma lo può scoprire. Nel momento in cui comprendiamo il nostro Io, comprendiamo di essere Dio. Per il nostro paradigma, possiamo indicare Dio come infinito ed eterno, essendo solo quattro le dimensioni che conosciamo: tre spaziali e una temporale. Uscendo dal nostro paradigma, le dimensioni possono essere infinite. La comprensione del concetto di Dio è riservato agli iniziati, i quali, attraverso un percorso di totale conoscenza, elevazione coscienziale e astrazione dal paradigma vissuto, riescono a comprendere davvero. Una condizione condivisa è che Dio sia la creazione e il creatore. Essendo ogni individuo dotato di capacità creativa, ognuno di Noi è Dio. Voglio fermarmi qui, proprio perché, come scritto poco più sopra, descrivere Dio significa limitarlo. Possiamo, però, definire cosa o chi NON è Dio. Dio non è un soggetto esterno che vive lontano in cielo e che ci spia continuamente. Per comprendere Dio, dobbiamo iniziare a guardare molto vicino a Noi: osserviamo tutto quello in cui siamo immersi e comprenderemo. Dio non è un giustiziere. Siamo Noi, con le scelte che facciamo o evitiamo di fare, che ci creiamo giustizia da soli: quello che emettiamo è quello che riceviamo. Dio non ha bisogno di soldi o beni materiali. Quelli servono a Noi per svolgere al meglio la nostra missione qui su questo piano di esistenza. Dio non chiede sacrifici o riti di alcun genere. Sono elementi che utilizziamo Noi per sentirci più vicini alla divinità che siamo e per capire questo grande mistero incomprensibile alla mente umana. Dio non è un uomo vecchio con la barba che se ne sta seduto tra le nuvole. Sono idee distorte concepite da menti ignoranti, ovvero che ignorano l’esistenza di un “qualcosa” di diverso. Dio non vuole la fine del mondo, non permette le cattiverie. Siamo Noi che ciclicamente ci allontaniamo dalla nostra essenza per ritornarci in seguito ad un percorso. Quelli che Noi chiamiamo disastri planetari sono eventi influenzati da energie cosmiche che agiscono anche sulle nostre scelte. Dio non sottomette alla sua autorità. Siamo Noi che, per mancanza di volontà, preferiamo dipendere invece di essere indipendenti, generando un ciclo vizioso di schiavitù. L’essere umano ha bisogno di continue conferme mentali e crea modalità per ottenere risposte, quando basta osservarsi e tutte le risposte arrivano. CHI È IL CRISTO E CHI È GESÙ Cristo è una parola greca che significa unto, è la traduzione dall’ebraico di מָשִׁיחַ, cioè "unto". Cosa significava essere “unto”? L’unzione è il rito tramite il quale ci si consacra, ci si rende come la divinità. È un rito riservato a pochi eletti, ai prescelti. Col messaggio cristico Gesù ci indica come tutti possiamo divenire eletti. L’unzione è un rito molto più antico dei tempi di Gesù ed era utilizzato per iniziare il re (o una persona prescelta) al suo destino di realizzazione di una missione molto elevata per l’umanità. L’antico rito prevedeva le cosiddette nozze sacre (hieros gamos) ed era la donna a ungere il capo, i genitali e i piedi dell’uomo, per poi unirsi nell’atto d’amore, in quanto il re completava se stesso con l’energia del femminile per rendersi integro e potente. Con l’atto sessuale compivano l’unione nella completezza. Nel re entrava l’energia della potenza di Dio e nella regina l’energia della Grande Dea. Le nozze sacre donavano interezza ai sovrani. Nel rito si utilizzavano oli profumati che conferivano potere, sacralità, protezione e benedizione. Gli oli, a quel tempo, erano rari e preziosi, degni di essere utilizzati solamente per i re. Nell’olio si concentra l’energia divina ed esso rappresenta la ricchezza dell’essenza. L’olio utilizzato è quello di oliva (nei vangeli ricorre spesso), significato di pace e abbondanza. Come scritto in precedenza, il Cristo è un’energia che entra in un prescelto per essere conosciuta e moltiplicata. Gesù è stato un eletto sulla Terra per poterla incarnare. C. W. Leadbeater descrive così la nascita del cristianesimo: Come già detto, non fu Gesù, bensì il Cristo – il Signore Maitreya – che fondò la religione Cristiana; ma l’incarico speciale di assistere il Cristianesimo è stato dato a Gesù, che cedette il proprio corpo al fondatore perché compisse l’opera sua. La cre-denza del costante interessamento personale di Gesù alla Chiesa Cristiana è quasi scomparsa. I Cristiani pensano a Lui più come a un Maestro vissuto duemila anni or sono, che come a un potere perennemente attivo anche nella Chiesa odierna. Essi hanno dimenticato ch’egli è tutt’ora una forza vivente, una presenza reale, veramente «con noi sempre fino alla fine del mondo», come egli disse. Egli non è Dio nel senso idolatra, ma il tramite per cui il potere Divino è giunto a molti milioni di uomini, il funzionario che ha l’incarico del dipartimento devozionale nell’opera del Cristo. Questa trattazione ci dice come il vero messaggio si sia perso nel tempo. Gesù in un passo evangelico spiega perfettamente questo concetto, trasmettendo ai discepoli l’informazione “non io ma il Padre attraverso di me”. Lo troviamo in Giovanni 14,6: Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Questa frase definisce perfettamente il suo essere un tramite al messaggio cristico, l’essere lo strumento che ne permette la divulgazione. Attraverso di Lui l’umanità può tornare alla Casa del Padre. Secondo la Ghimatria, utilizzata nella Qabbalah per decodificare il significato simbolico delle parole, possiamo attribuire alle due parole “Gesù” e “Cristo” il significato di conoscere noi stessi (Gesù) per trasmutarci in qualcosa di più elevato (Cristo). Questo concetto lo ritroviamo anche nel tempio di Apollo: “γνῶθι σαυτόν”, ovvero “conosci te stesso” (Oracolo di Delfi); il messaggio ampliato e completo recita: “Ti avverto, chiunque tu sia. Oh, tu che desideri sondare gli arcani della natura, se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi non potrai trovarlo nemmeno fuori. Se ignori le meraviglie della tua casa, come pretendi di trovare altre meraviglie? In te si trova occulto il tesoro degli dei. Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’universo e gli dei”. Questa parte ci indica come solo andando in profondità dentro Noi, possiamo essere vera essenza, luce. “Come in alto, così in basso”, ci insegna Ermete Trismegisto: Noi siamo la divinità creante sulla Terra, siamo la divinità caduta nella materia che ripercorre il viaggio iniziatico di riscoperta di Sé, fino a raggiungere l’Uno, la Casa del Padre, come fa il figliol prodigo. Conosciamo la divinità perché lo siamo Noi. Ci indica, anche, che tutto quello che sta nei livelli superiori assume valore in relazione ai risultati nella materia della vita terrena. Il messaggio cristico è di amore e saggezza e corrisponde all’energia del Secondo Raggio. La scienza dei Sette Raggi appartiene all’insegnamento teosofico, che concepisce l’intero Universo ordinato e strutturato da sette grandi qualità archetipali provenienti da Dio (“Colui del Quale Nulla si Può Dire”). I Sette Raggi sono l’espressione della settuplice natura divina e non esiste nulla nel Creato che non sia plasmato da uno o più di questi Raggi. Tutto è influenzato da essi. Comprendere l’energia dei Sette Raggi, è comprendere la fisiologia dell’universo. L’essere umano conosce molto bene l’anatomia dell’universo (galassie, sistemi di stelle, pianeti, satelliti, meteoriti, buchi neri...). In effetti, l’essere umano comune percepisce le apparenze, ciò che è esterno; deve imparare a conoscere ciò che fluisce all’interno, le energie e le vibrazioni e come esse operino nei nostri livelli di esistenza. Secondo la società Teosofica, l’energia dei Sette Raggi origina dalle sette stelle dell’Orsa Maggiore, che sono la manifestazione esteriore dei sette centri della testa di “Colui del Quale Nulla si Può Dire”. La luce dei Raggi è focalizzata attraverso la stella Sirio, detta anche “Stella del Cane”, “Stella di Mercurio” o “Stella di Buddha”, e raggiunge la Terra passando attraverso la costellazione specifica dell’era in corso, che attualmente è l’Acquario. Ogni cosa può essere riportata ai sette archetipi fondamentali. Ogni Raggio è correlato a uno dei sette pianeti della tradizione astrologica, ai sette chakra maggiori, alle note musicali, alla scala cromatica… Il numero 7 è il numero dell’evoluzione massima dell’essere umano che diviene 8 solamente quando incarna il messaggio cristico. Il sette è il numero dell’amore incondizionato, raggiunto il quale si è pronti a passare al successivo livello evolutivo, l’otto, appunto. Secondo la Ghimatria, il numero che identifica Gesù è 888, il Maestro di Saggezza che si è posto al servizio del divino. Torniamo alla trattazione dei Sette Raggi e comprendiamo perché il messaggio cristico corrisponde al Secondo Raggio. Ogni Raggio è un’energia specifica che influenza l’essere umano:
Il Secondo Raggio è quello del piano del Logos, del quarto chakra (quello dell’amore) e della ghiandola timo, del colore indaco, della nota Sol, e del senso intuitivo (il sesto senso). Le virtù sono calma, fedeltà, resistenza, pazienza, intuizione, serenità, amore della verità. Il Cristo è conosciuto in occidente con questo nome, mentre in oriente è conosciuto come Bodhisattva o Signore Maitreya, per i musulmani è Iman Madhi; alcuni lo considerano anche il vero messia atteso dagli ebrei. È un Maestro Asceso, passato attraverso tutte le prove terrene. È considerato il Maestro dei Maestri, al quale è stata affidata l’educazione e la guida della spiritualità umana. Il Cristo è il cuore della Gerarchia, il centro. L’ascensione è la massima elevazione spirituale, rappresentando la superiorità vibrazionale dello spirito sulla materia. È il passaggio dell’anima dal profano al sacro. Un Maestro Asceso va interiorizzato dagli umani con il processo della fede, perché diviene indisponibile come presenza fisica. Una moltitudine di uomini crede che il Cristo operi come mediatore tra l’umanità e il divino; in realtà il Cristo rappresenta l’incarnazione del divino, l’essenza, l’esserlo, non un contatto o collegamento, nessuna interdipendenza, ma la fusione nell’uno. Le religioni hanno generato legami tra entità distinte, ma la spiritualità indica un unicum. Molti attendono una sua nuova venuta, senza comprendere che il Cristo è sempre qui e ora, la sua energia è onnipresente, dobbiamo solamente farla nostra. Il simbolo di Cristo, il chrismon o monogramma di Cristo, rappresenta la missione e l’ideale di questa figura. È formato dalla X e dalla P, iniziali greche del suo nome, iscritte sovrapposte in una ruota, a indicare la natura solare (nasce il 25 dicembre, dopo il solstizio d’inverno, quando il sole ricomincia la sua ascesa in cielo) e la sua missione di educazione al risveglio e all’illuminazione, come l’azione svolta dal sole quotidianamente. L’energia cristica guiderà l’umanità per i prossimi 2.000 anni, ecco perché nel periodo attuale è l’energia più potente dell’universo, l’energia creante perché è amore puro. Diversa trattazione spetta alla figura di Gesù, venuto sulla terra per incarnare il Cristo. Il materiale di cui oggi disponiamo è privo di testimonianze su una sua reale esistenza; nessuno sa se il Gesù di Nazareth di cui parlano i vangeli sia stata una figura in carne ed ossa oppure frutto di fantasia, se sia stata una sola persona o più di una. A Noi poco importa, perché il potere è del messaggio cristico e mai della persona di per sé. È l’idea che incarna che rimarrà indelebile. Realtà o finzione, a Noi interessa il percorso iniziatico che ognuno può intraprendere grazie a quelle straordinarie informazioni. Gesù è un simbolo e sono gli uomini a dare potere ai simboli, ovvero all’energia creante che essi sono. Gesù rappresenta colui che, iniziato, compie il suo ministero attraverso una simbologia potente, già incarnata da altri prima di lui. Ne faccio qui un breve riassunto, poiché il materiale di approfondimento si può trovare ovunque. Egli ha le stesse caratteristiche di Horus, Dioniso, Mithra, Krishna, Attis. Queste sono le divinità più vicine a Noi come cultura, ma ogni popolo della terra e di ogni epoca ne annovera. Nato il 25 dicembre, notte del solstizio d’inverno, in cui il sole, dopo tre giorni di “morte” (stasi) riprende il suo movimento cosmico. Durante i tre giorni d'immobilità, il sole è fermo in prospettiva della croce del sud, la costellazione Crux. Il sole (Gesù) muore tre giorni sulla croce e poi risorge a vita nuova (ricomincia il suo moto). La vera resurrezione, però, è a Pasqua, ossia l’equinozio di primavera, perché le ore di luce sono maggiori di quelle di buio. Nasce da una vergine, la costellazione Virgo, detta anche “casa del pane”, significato che spetta anche alla città di Betlemme. Virgo è simboleggiata da una M e tutte le vergini da cui nascono i figli di Dio hanno nomi con la M. In ebraico la lettera M rappresenta tutto ciò che contiene ed è fecondo. La nascita è annunciata da una stella dell’est, presumibilmente Sirio, che nella notte del 24 dicembre si allinea con le tre stelle della cintura di Orione, dette I Tre Re, che sono le più luminose. Ed ecco la stella cometa e i re magi. I tre re seguono Sirio che li porterà verso l’alba di una nuova vita e l’alba è del sole. A dodici anni inizia il suo insegnamento, confermando la sua superiorità coscienziale rispetto agli altri fanciulli. A trenta, invece, inizia il suo ministero incarnando l’energia del Cristo. Compie una serie di miracoli, principalmente di guarigione, cammina sulle acque, si trasfigura. È tradito, crocifisso e risorge dopo tre giorni. Nel suo ministero è aiutato da dodici apostoli, che rappresentano le costellazioni. Secondo Leonardo Da Vinci, ognuno di loro incarnava caratteristiche specifiche di una costellazione dello zodiaco. Gesù era il sole, Simone (Simeone Zelota) l’ariete, Taddeo (Giuda Taddeo) è il toro, Matteo è i gemelli, Filippo il cancro, Giacomo Maggiore è il leone, Tommaso la vergine, Giovanni rappresenta la bilancia, Giuda (Giuda Iscariota) è lo scorpione, Pietro il sagittario, Andrea è il capricorno, Giacomo Minore è l’acquario e Bartolomeo è i pesci. Simbolo per eccellenza di Gesù Cristo è la croce inscritta nel cerchio. Questa la vediamo raffigurata in tutta l’iconografia sacra con Gesù sulla croce e un cerchio di luce attorno alla testa. Rappresenta il simbolo alchemico della Terra, lo spirito perfettamente incarnato nel corpo, ma anche i 12 segni dello zodiaco nella simbologia delle ere (eoni), le quattro stagioni e i quattro elementi, i due solstizi con il braccio orizzontale e i due equinozi con quello verticale. Una rappresentazione simbolica davvero potente quella di Gesù, dalla quale dobbiamo prendere ciò che fa evolvere la nostra anima.
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