Molti mi chiedono come fare per esprimere il proprio potenziale, per riconnettersi con il proprio sé, per realizzare i propri sogni. Mi chiedono quale sia la chiave di lettura della vita, dell’universo, della situazione in cui vivono. La mia risposta è: beh, la chiave sei tu.
La ricerca spasmodica di una tecnica per soddisfare i propri bisogni o per realizzare qualcosa che individualmente può essere l’obiettivo o inseguire la propria missione non è di certo la via più consona. È come chiedere come buttare giù la porta di casa quando la soluzione per entrare è inserire la chiave. Ecco, la tecnica potrebbe rivelarsi alla stessa stregua. Ricorda, però, che una volta buttata giù la porta poi la casa rimane senza protezione. Ora trasliamo il tutto nel tentativo di realizzazione nella vita. La chiave sei tu significa che è inutile conoscere o praticare tecniche, rituali, pregare o recitare mantra, nutrirsi in una determinata maniera, fare le capovolte con il triplo salto carpiato, se poi tutto questo non è coadiuvato da un reale movimento dell’animo, da una comprensione reale e oggettiva di chi si è. A che serve recitare il mantra in sanscrito e poi se ti licenziano dai la colpa al titolare dell’azienda? Ricordo quando lavoravo per un’azienda di cosmetici svizzera che invitavano le ragazze a fare i seminari di tre giorni dove ti insegnavamo a credere in te e ti portavano a camminare sui carboni ardenti. E ricordo l’euforia delle ragazza che ci riuscivano e come ne parlavano. Bellissimo, encomiabile… però poi restava il fatto che erano bloccate nella vendita dei prodotti… a che serviva essere in grado di camminare sui carboni ardenti se il problema sussisteva? La risposta era semplice: quotidianamente non cammini sui carboni ardenti, ma devi proporre il prodotto in vista di una vendita, ammesso e concesso che tu voglia uno stipendio a fine mese… questo per restare nell’obiettivo più basso della scala dei valori. Ecco perché continuerò a dire che la chiave del tuo successo sei tu, con i tuoi talenti e a volte anche con le tue mancanze, non la tecnica sterile eseguita in copia e incolla, o un’azione che nella quotidianità non ti serve. Essere in grado di fare tutte le asana perfette dello yoga e incazzarsi col proprio collega, esattamente quale scopo ha se non quello egoico di dimostrare che sei superiore a chi non le sa fare? La chiave della realizzazione non è ciò che sai o non sai fare, ma ciò che sei o non sei. Tu sei la chiave che apre qualsiasi porta: se una porta non si apre, modifica la chiave, non trovare una tecnica per distruggere la porta. Puoi essere un passepartout, se e quando vuoi, ma devi focalizzarti su ciò che sei o che potresti essere, non su ciò che sei in grado di fotocopiare. Guarda la puntata integrale di Carpeoro racconta a questo link.
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