4/11/2021 0 Comments La disciplinaUn aspetto di primaria importanza per la comprensione della legge di attrazione è la disciplina di corpo, mente ed emozioni, supportati da un utilizzo corretto delle parole.
Mutare vibrazione per portarsi ad una sintonizzazione col nostro obiettivo è possibile con la disciplina. Scopriamone, innanzitutto, la definizione: la parola deriva dal latino discipulus ed è l’apprendere per istruzione o pratica. Si tratta di un’organizzazione di conoscenze da educare, da esternare e svolgere dettagliatamente e in maniera organizzata in ogni istante. Senza disciplina, nulla diviene permanente. Una volta disciplinati, si manifesta la saggezza, ovvero la capacità di valutare in modo corretto, prudente ed equilibrato tutte le opportunità, optando per la più proficua. La saggezza è la virtù per eccellenza, sviluppata dall’esperienza. Il saggio non è il più vecchio di età biologica, ma colui che più ha praticato nel quotidiano. L’azione deve essere guidata dall’amore, che significa dal latino a-mors ossia senza morte. Significa trasporto involontario. Ogni azione che svolgiamo con amore ci ritorna con gli interessi. A questo punto, abbandoniamoci al risultato. Abbandono: dal francese être a bandon ossia essere in potere. Il potere è l’espressione dell’energia illimitata che ci appartiene da veicolare nel creare sempre nuove esperienze evolutive per noi, mettendoci al servizio dell’umanità. Elementi della disciplina sono, dunque, la volontà, il focus e l’obiettivo chiaro. Analizziamoli un po’ più in dettaglio. La volontà è la trasmutazione reale dei desideri, ovvero un qualcosa che ha fondamento nella personalità e che si rifà a impulsi. Il desiderio è statico, manca l’azione; quando questa è posta in essere, ecco apparire la volontà che manifesta le intenzioni del nostro spirito. Finché gli intenti rimangono desideri, nessun risultato soddisfacente si realizza. La volontà non è sufficiente di per sé, dev’essere coadiuvata dal focus, un’attenzione costante all’obiettivo che consente di sentirsi come se fosse già realizzato. L’attenzione costante significa che ogni pensiero, emozione e azione svelano l’intenzione dell’obiettivo. Infine, l’obiettivo chiaro stabilisce la direzione da intraprendere per ottenere il nostro scopo. E’ assolutamente indispensabile sia chiaro, ossia ben definito anche nei minimi particolari; ciò permette di evitare fraintendimenti. La disciplina porta a un allineamento della personalità con le direttive animiche, della nostra parte divina. Un allineamento di pensieri, emozioni e azioni costituisce quel centro di gravità permanente di gurdjeffiana memoria che stabilisce una ferma intenzione ad ottenere un obiettivo o scopo. Ciò significa che niente e nessuno ci spinge fuori dal percorso che abbiano deciso di intraprendere, attuando quel gesto che fa scaturire lo shock addizionale della legge dell’ottava (vedi). La centratura stabilisce che l’unica persona su cui puoi avere il controllo sei tu e questo è la conseguenza dell’aver compreso cosa è bene per la realizzazione dell’obiettivo inducendo alla definizione del centro e alla stabilizzazione del baricentro. Diamo una definizione dei due concetti:
La centratura diviene una parte fondamentale per la realizzazione, per attrarre e creare le informazioni e i mezzi necessari. Qui è necessario introdurre un altro concetto, quello delle sfere di intervento: la sfera di controllo, la sfera di coinvolgimento e la sfera di influenza. La sfera di controllo è definita dallo spazio nel quale possiamo agire direttamente con il nostro corpo: ponendo immobile il baricentro, lo spazio di manovra è quello definito dalla quantità di azioni che possiamo fare coinvolgendo lo spazio che possiamo toccare dall’immobilità del baricentro stesso. Possiamo controllare solo gli elementi che stanno all’interno di questo spazio in senso tridimensionale. Persone ed eventi tendono a decentrarci continuamente, poiché le emozioni, il piacere e il dolore hanno il sopravvento sulla nostra volontà, non proprio ferma in determinati momenti. Questo ci fa perdere l’equilibrio energetico dell’obiettivo. Ottenere ciò che vogliamo prevede anche la capacità di discernimento nei tempi e nelle modalità di controllo. La sfera di coinvolgimento è costituita dalle persone, oggetti ed eventi che confluiscono nella nostra vita. È l’insieme della nostra famiglia, il lavoro, gli amici, la vita sociale e spirituale. Nella sfera di controllo rientrano tutte le situazioni immediate o a breve termine; in quella di coinvolgimento troviamo le situazioni a medio-lungo termine. È qui che si definiscono gli obiettivi della nostra vita ed è qui che dobbiamo essere in grado di rimanere fermi nel centro, poiché la sfera di coinvolgimento ci tenta in ogni istante, cercando di farci perdere l’equilibrio. Qui sono molte le persone e le situazioni che ci coinvolgono a livello emotivo e mentale, di conseguenza è facile perdersi. L’azione avviene in senso spiralico e la direzione è a volte in senso orario, a volte antiorario, in alcuni momenti lenta e in altri veloce, poiché in quest’area tutto dipende dal nostro libero arbitrio sommato al libero arbitrio di tutti i coinvolti. La sfera di influenza è l’insieme di persone ed eventi nei quali siamo indirettamente coinvolti, ma che definiscono un mutamento grazie alla nostra semplice esistenza. Per esempio, una persona che vede un nostro video e decide di esperire in base a quanto ha sentito. Quella persona è stata influenzata da noi: non abbiamo nessun controllo diretto su di lei, né tantomeno è coinvolta nella nostra vita, ma ha generato una vibrazione di azione per il solo fatto di esistere. La sfera di influenza è tanto più ampia quanto è fermo il nostro essere in relazione al potere dell’obiettivo, quando siamo centrati esattamente in noi stessi. Non si tratta di egocentrismo, ma di centratura nell’essenza. Abbiamo compreso a fondo chi siamo, cosa vogliamo e come lo vogliamo, così l’universo si attiva per farcelo ottenere e per renderlo potente. È importante evitare di confondere l’influenza con la manipolazione. La prima significa lasciar scorrere, perciò siamo noi che scegliamo per libero arbitrio di far entrare in noi quell’informazione, perché la sentiamo risonante. Nella seconda, invece, è l’altra persona che con metodi poco etici confonde la nostra mente e le nostre emozioni facendoci scegliere per condizionamento.
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