8/19/2021 0 Comments La salute e il pH alcalinoL’acronimo pH significa potenziale di idrogeno o, come dice il dott. Robert Young, perfect health, ovvero salute perfetta. Ma perché salute perfetta? Facendo un passo indietro nella storia e tornando allo scorso secolo, il premio Nobel per la Medicina nel 1931, Otto Heinrich Warburg, dichiarò: “La causa primaria del cancro è l’acidità”. Egli scoprì, insieme a un gruppo di collaboratori, che l’acidosi alimentare e l’inattività fisica erano concause principali per lo sviluppo del cancro. Scoprì questo studiando a fondo il metabolismo del tumore e le caratteristiche della sua specifica respirazione cellulare, risultante diversa da quella delle cellule sane. È la mancanza di ossigenazione cellulare che provoca l’ambiente acido, tanto più che Warburg affermò che acidità e mancanza di ossigeno sono le due facce della stessa medaglia, ovvero compresenti. Le sostanze acide respingono l’ossigeno, mentre le alcaline lo attirano. Warburg affermo altresì che togliendo una quantità di ossigeno pari al 35% per un periodo di 48 ore, la cellula si trasforma in cellula tumorale che vive in assenza di ossigeno e in ambiente acido. Quindi, acidosi del sangue e ipossia sono le condizioni ottimali per lo sviluppo di questa patologia importante insieme al suo nutrimento principale costituito dal glucosio. Il pHTorniamo al pH. Mantenerlo alcalino è possibile modificando lo stile di vita in modo semplice ed efficace. Cambiare stile è semplicemente nutrire il corpo anziché alimentarlo e basta. Nutrirlo si intende ovviamente cibo sano, ma noi ci nutriamo anche di altro, come liquidi, e quindi acqua, ma anche pensieri ed emozioni che possono essere alcalinizzanti o acidificanti. Infine, le azioni, e qui entra in gioco l’attività fisica. Il progetto salutare più importante è mantenere il pH alcalino. Ciò che mangiamo diviene il nostro corpo, i nostri pensieri e le nostre emozioni. Il pH preso in considerazione è quello del sangue, il quale porta nutrimento, ossigeno e molecole nei tessuti, perciò quando il sangue ha un pH corretto ogni parte del corpo riceve ciò cui necessita. Inoltre, è fondamentale una adeguata eliminazione degli inquinanti attraverso la respirazione, la sudorazione, la defecazione e l’urinazione. Dunque, non solo ciò di cui ci nutriamo permette la salute, ma anche ciò che eliminiamo. Un perfetto equilibrio della legge di dare-avere, detta anche di polarità, applicata alla macchina biologica. Una mancata o parziale liberazione dalle scorie induce l’organismo a posizionarle nei tessuti. L’equilibrio del pH organico è molto delicato e ogni azione o inazione può mantenerlo o spostarlo. Per azione e inazione si intende non solo della parte fisica, ma come detto prima, anche ciò che si sviluppa in relazione a pensieri ed emozioni. Il pH rappresenta la salute dell’ambiente cellulare come ci indica anche Bruce Lipton con i suoi studi, ovvero modificando l’ambiente si modificano le cellule. Il pH è un parametro di liquidi e fluidi; essendo costituiti per circa il 70% di acqua ne comprendiamo l’assoluta importanza. L’acidificazione del pH è provocata da vari tipi di acidi, come quelli prodotti dai processi metabolici, come ad esempio l’acido lattico che, se non correttamente eliminato tramite le urine, è indirizzato al tessuto connettivo. Ci sono, poi, gli acidi derivati dagli alimenti e dalle bevande che, se trattenuti, sono indirizzati al tessuto adiposo. Gli acidi prodotti dai processi fisiologici innescati dall’attività fisica, dai batteri, dai vari processi cellulari, dai pensieri negativi, dalle emozioni di pancia. Il bicarbonato di sodioL’organo principale per il mantenimento del pH corretto è lo stomaco, tramite la produzione di bicarbonato di sodio. Questo avviene sia quando mangiamo, sia quando pensiamo. Il prodotto di scarto di questo processo e l’acido cloridrico. Comprendiamo che l’azione principale dello stomaco non è la digestione, ma l’alcalinizzazione di tutto ciò di cui ci nutriamo. Lo stesso processo si innesca con l’attività fisica, poiché il bicarbonato di sodio è indirizzato ai tessuti per equilibrare l’azione dell’acido lattico prodotto. Stesso processo, per esempio, anche quando ci arrabbiamo. Mal di stomaco e nausea indicano un’insufficienza di bicarbonato di sodio necessario all’organismo. Comprendiamo ovviamente che è il bicarbonato di sodio lo strumento di alcalinizzazione dell’apparato psico-fisico. In definitiva, lo stomaco interviene ogni qualvolta gli acidi non sono eliminati dai processi in atto. L’acidosi Il primo stadio dell’acidosi è la perdita di energia, il sentirsi spossati, seguito da perdita di sensibilità, irritazione, produzione di muco eccessiva, infiammazione; produzione di calcoli, ulcerazioni e degenerazioni come stati avanzati. Per neutralizzare l’acidosi e tentare l’alcalinizzazione, il corpo reagirà con ritenzione idrica e lipidica, ipercolesterolemia, coagulazione, demineralizzazione ossea e muscolare, forme tumorali, pelle acida, grassa e presenza di macchie. Per neutralizzare una parte di acido carbonico si utilizzano 20 parti di bicarbonato di sodio. Un effetto a lungo termine di un corpo alcalino è il rallentamento del processo di invecchiamento. Cos’è il pH Conosciamo ora un po’ più approfonditamente il pH. Come precedentemente detto significa potenziale di idrogeno ed è un dato correlato alla quantità di ioni H+ di un liquido o di un gas. È considerato l’unità di misura valutante lo stato di salute di un individuo. Ho già detto che circa il 70% del peso corporeo è costituito da acqua, percentuale media variabile in base a determinati fattori, perciò comprendiamo l’indispensabile necessità che il pH rispetti i valori fisiologici. Come è noto, la scala di valori va da 0 a 14, dove 7 rappresenta la neutralità, valori inferiori indicano acidità, valori superiori, invece, l’alcalinità. I valori sono definiti su scala logaritmica. Tutto fa pensare che la macchina biologica umana sia stata progettata per essere in salute quando leggermente alcalina. Il valore preso in considerazione come indice è quello del sangue, compreso tra 7,35 e 7,45. Quando acidifica a causa di alimenti, pensieri depotenzianti, emozioni basse, sostanze inspirate, attività fisica eccessiva, si avvia il processo di alcalinizzazione, un processo fisiologico naturale, spontaneo, di difesa e riequilibrio. Il processo ha lo scopo di rendere innocue le sostanze acide, così l’ipotalamo invia un messaggio al sistema endocrino affinché rilasci calcio e, quando insufficiente, è prelevato da ossa e tessuti dell’apparato circolatorio periferico. L’ipotalamo invia uno stimolo al sistema immunitario perché i fagociti dell’interferone cellulare e i linfociti del sangue fagocitino indoli e sostanze tossiche varie, ormoni, putrescine, cadaverine, anticorpi. Questo processo diminuisce l’energia vitale provocando invecchiamento precoce se non adeguatamente rigenerato. Cosa provoca l’acidità? Sarà capitato anche a te di dire, o sentir dire: “Che acida quella persona!” Innanzitutto, a livello del corpo fisico comporta una serie di patologie anche molto serie come cancro, sclerosi multipla e patologie autoimmuni, difficoltà di movimento, morbo di Parkinson, patologie cardiovascolari come infarto e arresto cardiaco, può indurre coma, provocare spossatezza, osteoporosi, difficoltà respiratorie e digestive. Sono solo alcuni disturbi più o meno gravi. A livello mentale vi è perdita di lucidità, di concentrazione e produzione di pensieri depotenzianti. A livello emotivo si sviluppano emozioni e sentimenti cosiddetti inferiori di rabbia, vergogna, paura, orgoglio, perdita di autostima. La conseguenza di tutto questo sono le scelte errate nella quotidianità. In effetti, la persona acida è priva di empatia, è focalizzata sulla parte ombra delle persone, ha difficoltà a ridere e sorridere e vive relazioni complicate. Una persona acida è anche restia a intraprendere percorsi iniziatici perché rifiuta l’autoosservazione ed è proiettata al solo mondo essoterico. Però, perché c’è anche un però, non significa che più si è alcalini e meglio è. Ricordiamoci che l’equilibrio sta nel mezzo. Un’eccessiva alcalinizzazione provoca convulsioni, irritabilità, crisi tetaniche. Come si giunge all’acidificazione del pH degenerante in patologia? Attraverso fasi ben precise. Non accade da un momento all’altro, ma è il risultato di scelte errate reiterate, spesso inconsapevoli. La prima fase è l’infiammazione con effetti che vanno dalla febbre alla leucocitosi e leucopenia, iperemia, produzione di radicali liberi, fuoriuscita di liquidi e dilatazione capillare. Accade per una congestione tissutale a causa dei prodotti dell’acidificazione. Segue la fase di deposito per malfunzionamento del meccanismo di escrezione. Si forma un’infiammazione cronica con linfonoduliti, iperplasia adeno-tonsillare, ipertrofia delle mucose, ipercheratosi, candida, epato-splenomegalia. Segue ancora la fase di impregnazione con acidosi cellulare per carenza di ossigeno a causa di un isolamento cellulare. Si sviluppano mucopolisaccaridi, lipidosi, glicogenosi, emosiderosi, pneumoconiosi e polmone del fumatore, noduli reumatici, emocromatosi, tofi gottosi, cistinosi, amiloiodosi. Tutto questo porta alla fase di degenerazione con alterazione profonda e definitiva degli organi. La degenerazione non si limita al tessuto, ma si espande alla cellula stessa a causa della stimolazione di differenziazione. Infine, la fase neoplastica caratterizzata dall’alterazione del patrimonio genetico cellulare. Come fare per mantenersi alcalini? È importante sapere che un disequilibrio verso l’acidità è tollerato dal nostro organismo entro determinati limiti che variano secondo la salute dei sistemi endogeni di riequilibrio. Alcune abitudini sono migliori di altre. Ne accenno alcune. Innanzitutto, l’alimentazione: verdura cruda e frutta sono generalmente alcalinizzanti, mentre gli esperti in materia consigliano un moderato consumo di carne, pesce e derivati animali. Per i cereali, preferire quelli a basso indice glicemico. Sono indicazioni di ordine generale che poi ognuno declinerà individualmente con l’aiuto di un esperto in nutrizione.
Masticare bene e a lungo i cibi per renderli liquidi il più possibile, in modo da agevolare il lavoro dello stomaco. Inoltre, così facendo, si gusta meglio la pietanza. Alcune tradizioni sapienziali consigliano di masticare ogni boccone per cento volte! Anche l’acqua aiuta molto ed è importante controllare il pH. Esistono in commercio prodotti alcalinizzanti. Personalmente, seguo il metodo ho’oponopono, ovvero solarizzo l’acqua. Utilizzo l’acqua di rubinetto, riempio bottiglie di vetro blu (mi raccomando siano di vetro e non di altro materiale se si decide di farlo), le chiudo con tappo non metallico e le bagno di sole per un tempo variabile da 15 minuti a 4 ore secondo la stagione in corso. L’acqua si carica in questo modo di biofotoni, particelle di luce che inducono la vita. Un aiuto interessante ci giunge da una bevanda semplice a base di spinaci, cetriolo, zenzero, sedano e prezzemolo. Una moderata attività fisica aiuta a mantenere la corretta funzionalità dell’apparato psico-fisico. Anche un bel pediluvio con bicarbonato di calcio e oli essenziali aiuta un riequilibrio tramite gli effetti della riflessologia plantare. Consiglio di utilizzare oli essenziali che aiutano la disintossicazione come limone, arancia, bergamotto, cedro, oppure il drenaggio come l’eucalipto. Le tecniche meditative aiutano ad elevare i pensieri e le emozioni, mentre quelle respiratorie, oltre a rilassare, permettono l’eliminazione di molte tossine. Il contatto con la natura migliora lo stile di vita e modifica le esigenze quotidiane. Essere presenti a se stessi induce al distacco da ciò che ci depotenzia. Ci sono tanti modi per migliorare il pH, ma una cosa è fondamentale: essere disposti a lasciare andare ciò che ci ha portato allo stato di acidificazione, altrimenti le tecniche per riequilibrarlo perdono efficacia. Un cambiamento nell’attitudine alla vita è la prerogativa per ottenere una salute migliore. In conclusione: non è necessario stravolgere la nostra vita per fare ciò che ce la stravolgerà.
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