Foto di David Mark da Pixabay Più che creare, preferisco parlare di manifestare, poiché tutto preesiste nell’etere e noi manifestiamo ciò che vibriamo. Un aspetto fondamentale di tutto questo è che il movimento è assolutamente indispensabile. Per manifestare nel nostro paradigma vi è l’azione di tre verbi contemporaneamente: vibrare, entrare e bruciare. Conosciamoli meglio in riferimento alla legge di attrazione. Considerato che la vibrazione è l’elemento primevo dell’universo e che tutto vibra, vibrare significa oscillare, compiere un movimento regolare da un punto massimo al suo massimo opposto, entrambi di identica distanza dal punto medio centrale. La vibrazione è il moto equilibrato universale. La manifestazione è rappresentata da tutte le vibrazioni esistenti che si incontrano, divergono, si mescolano tra loro. La vibrazione ha origine con il toroide ed esplica il rigenerarsi di quell’energia costantemente. Perché un qualcosa si manifesti è però necessaria anche l’azione coadiuvata del verbo entrare e del verbo bruciare, entrambi riferiti a noi stessi. consideriamoli più in dettaglio. Entrare è porsi dentro, capire e iniziare. Tutto ciò si svolge nell’intestino e nel subconscio. L’intestino opera con il cibo come materia prima, mentre il subconscio ha come elementi di partenza le credenze, i condizionamenti e le esperienze. Bruciare è l’azione principale dell’alchimista che tramite il fuoco disgrega la materia e la modifica elevandola. Lo stesso accade ai nostri pensieri. Attraverso il pensiero immaginiamo e ciò che immaginiamo abbiamo facoltà di realizzarlo.
Considerato quanto appena detto, la legge di attrazione ci conferma anche che non dobbiamo star fermi, ma quando vogliamo davvero qualcosa, è necessario andare a prenderla e, poi, portarla con noi al ritorno. Sembrano parole scontate; purtroppo, ce ne dimentichiamo facilmente nel frattempo che svolgiamo quella serie di azioni che dovrebbero portarci all’obiettivo finale. Mi spiego: è importante avvicinarci all’obiettivo perché questo si realizzi. Prova a pensare a una calamita: essa attrae a sé gli elementi che sono all’interno del suo raggio di azione, perciò ognuno di noi deve far entrare l’obiettivo prefissatosi all’interno di quella zona per poterlo attrarre. E quella zona la si crea individualmente. Attrazione è l’azione di portare a sé; per questo è necessario andare noi dove si trova ciò che vogliamo e tenerlo stretto a noi nella fase di ritorno. È inoltre fondamentale saper mantenere l’obiettivo attratto. Un altro aspetto importante è quello di farlo individualmente: se deleghiamo gli altri, non abbiamo messo in atto il verbo entrare. Se non sappiamo mantenerlo, non pratichiamo il verbo bruciare. Questo indica che quell’obiettivo lo possiamo perdere. La vogliamo davvero quella cosa? Andiamo a prenderla! Punto! Delegando, quasi mai arriva come la vogliamo. L’obiettivo è nostro, noi dobbiamo raggiungerlo. Con questo, è importante comprendere che quando arrivano gli aiuti accettarli è utile allo scopo; è necessario anche capire quando si presentano le deviazioni ed evitarle. La vibrazione, come struttura, risponde alla legge di vibrazione. La legge di attrazione, oltre ad essere particolarmente affascinante, è comprensibile solo con tutti gli elementi chiari. Il Kybalion definisce così la legge di vibrazione, detta anche legge dell’intenzione: «Tutto si muove, tutto vibra; niente è in quiete». Ogni intenzione racchiude in sé la modalità di realizzazione. In natura, l’energia e l’informazione sono ovunque. È il desiderio che scatena l’azione utile alla realizzazione, divenendo volontà. Tutto è vibrazione, perché è l’unica cosa che esiste. Non esiste il vuoto, esiste lo spazio informato, l’etere, quella matrix divina che è le infinite possibilità di realizzazione. L’intenzione è la via per completarci solo quando è utilizzata per il bene supremo di tutta l’umanità. In questo caso avvengono gli eventi più potenti in assoluto.
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