1 Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
La cerchia dei discepoli si allarga sempre più. Abbiamo i tre preferiti da Gesù Cristo (Pietro, Giacomo e Giovanni), i dodici apostoli (di cui i tre fanno parte) e ora altri settantadue scelti per aiutarlo nel suo ministero di divulgazione del messaggio cristico. La simbologia del numero 72 abbraccia tutte le materie. È il numero della sacralità universale, della fiducia totale in quello che si sta compiendo. Settantadue sono gli anni che il sole equinoziale impiega per spostarsi di un grado, portando a circa 26.000 anni il ciclo precessionale. Settantadue sono i nomi di Dio nella cabala ebraica e gli angeli della stessa tradizione, come le lingue della Torre di Babele. Molti sono i riferimenti a tutte le culture del mondo. 2 Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. Gesù Cristo è l’iniziatore di un nuovo paradigma, consapevole dell’enorme lavoro che comporta modificare la meccanicità delle menti umane, cristallizzate su abitudini e tradizioni. La messe, in altre parole le folle da educare, è tanta e per questo è necessario un numero importante di operai, ossia coloro che, compreso il messaggio cristico, sono disposti e in grado di trasmetterlo ad altri. La comprensione prevede la pratica costante di quanto si divulga, è l’incarnazione di quelle informazioni. Ecco perché gli operai sono ancora pochi: vi è differenza tra capire (piano mentale) e comprendere (esserlo). 3 Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; L’agnello è la purezza, l’innocenza, ma anche l’ingenuità. È chi si sacrifica per promuovere il riscatto degli errori. Il lupo è l’istinto primordiale. È lo spirito libero, indomito, che a volte perde il controllo dei sensi e trasgredisce. Esso pone gli uomini di fronte alle proprie debolezze per lo sviluppo della forza interiore. In molti racconti la purezza e l’ingenuità sono tentate dallo sviluppo della forza interiore. 4 non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. 5 In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. 6 Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. In questi versetti Gesù Cristo rivela uno dei principi della magia. Chi è pronto a ricevere, perché è simile a quella vibrazione, sarà in grado di accogliere. In caso contrario, vi sarà rifiuto di quell’energia, sarà respinta, ma nulla è disperso. Quell’energia percorre la linea di minor resistenza ritornando al mittente. Avviene una conservazione delle vibrazioni che saranno indirizzate a chi è disponibile all’accoglienza. 7 Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. Quando si sceglie di servire qualcuno, è necessario essere disposti a farlo fino alla fine, senza passare da una parte all’altra, sinonimo di avidità. Mettersi al servizio significa farlo totalmente, per onore della missione, di qualsiasi tipo essa sia, ed essere così degni di ricevere la controparte, come completamento della legge universale di dare-avere. 8 Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, 9 curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio. 10 Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite: 11 Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino. 12 Io vi dico che in quel giorno Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città. 13 Guai a te, Corazin, guai a te, Betsàida! Perché se in Tiro e Sidone fossero stati compiuti i miracoli compiuti tra voi, già da tempo si sarebbero convertiti vestendo il sacco e coprendosi di cenere. 14 Perciò nel giudizio Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. 15 E tu, Cafarnao, sarai innalzata fino al cielo? Fino agli inferi sarai precipitata! Lo scuotersi la polvere significa purificarsi di ogni elemento tossico di cui ci siamo appropriati, consapevolmente o inconsapevolmente. La polvere trattiene informazioni che si trasmettono alle cellule. Chi preferisce rimanere nel mondo della materia, senza concedersi la possibilità di conoscere il nuovo che avanza, otterrà quanto di conseguenza. L’ignoranza di un aspetto dell’esistenza è priva di punizione. Conoscere e rifiutare comportano un percorso di purificazione, a volte molto difficile. Sòdoma rappresenta l’egoismo e l’odio verso gli stranieri, un egoismo cieco, una condizione di totale chiusura verso un messaggio diverso di amore e condivisione. Il rifiuto del nuovo avviene spesso nonostante la sperimentazione personale, perché significa mettersi in gioco, abbandonare le abitudini e le credenze, attività molto più impegnative rispetto a rimanere nello stato iniziale. 16 Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato». Ritorniamo al moto ermetico come in alto così in basso. Disprezzare un oggetto è disprezzare chi l’ha costruito; disprezzare un messaggio è disprezzare chi lo ha emesso, perché impregnato della sua energia. 17 I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». 18 Egli disse: «Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. 19 Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. 20 Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli». Gesù Cristo dona il potere di camminare sui serpenti e sugli scorpioni, rappresentanti entrambi il veleno del nemico e la perfidia; sono in grado di esserne superiori. Essi hanno un enorme potere dovuto alle iniziazioni precedenti. Infatti, il Cristo li riporta alla centratura: l’ego è felice della sottomissione delle entità, l’anima si rallegra del livello iniziatico raggiunto, un livello che fa salire in alto, perché comprensione dell’Io. 21 In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto. 22 Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare». La rivelazione ai piccoli indica come sia dalle radici che l’albero si cambia, dall’umiltà, parola che riporta ad humus, terra, origine e radice. Creare un palazzo solido dipende dalle fondamenta e queste sono rappresentate da chi sta in basso nella scala sociale, ma senza i quali sarebbero inesistenti le altre classi. Senza operai un imprenditore smette di essere tale. Conoscere il Padre e il Figlio è opera dell’azione della coscienza, istante per istante. Questa è la rivelazione. 23 E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. 24 Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non l'udirono». La beatitudine è uno stato elevato di coscienza che permette di percepire il mondo per quello che esattamente è. Ecco, dunque, che divengono beati gli occhi e le orecchie dei discepoli, perché loro hanno tolto i filtri della realtà distorta dai condizionamenti e dalle credenze. 25 Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?». 26 Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?». 27 Costui rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso». 28 E Gesù: «Hai risposto bene; fa' questo e vivrai». 29 Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?». 30 Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31 Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. 32 Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. 33 Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. 34 Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. 35 Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. 36 Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». 37 Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' lo stesso». Il prossimo è chiunque incrociamo nella nostra vita. Sono persone, ma anche animali e piante, tutto ciò che vive. Percorrere la via cristica è mettersi al servizio, come abbiamo più volte scritto, indipendentemente da chi ci troviamo di fronte. Dobbiamo uscire dal giudizio e dal pregiudizio, dalle credenze e dai condizionamenti e osservare il tutto senza filtri. Dobbiamo essere in grado di distinguere tra aiuto e mancata volontà di azione. Il vero aiuto è dato quando la persona è disposta a salvare se stessa e la si riconosce perché, una volta ritrovata l’armonia dei corpi, si mette in cammino per rendere servizio. La mancata volontà è quando si pretende siano gli altri a risolvere tutto, dipendendo dall’esterno. Quando ottengono qualcosa, ne pretendono subito un’altra. 38 Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. 39 Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; 40 Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». 41 Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, 42 ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta». Partiamo dal significato dei due nomi che ci illumina sul ruolo delle due donne. Ho già detto come il nome sia l’energia che ci contraddistingue per tutta la vita:
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