1 Nell'anno decimoquinto dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell'Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell'Abilène, 2 sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. 3 Ed egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, 4 com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:
Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! 5 Ogni burrone sia riempito, ogni monte e ogni colle sia abbassato; i passi tortuosi siano diritti; i luoghi impervi spianati. 6 Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio! Osserviamo l’inizio della predicazione di Giovanni Battista, colui che prepara i cuori e le menti a un nuovo paradigma. Raddrizzando i sentieri, egli rende la via percorribile in modo migliore, diviene così più semplice rimanere sulla strada senza uscire dalle curve. Burroni e monti saranno riportati allo stesso livello, nessuno è migliore o peggiore di qualcun altro, ma ognuno ha la propria modalità per evolvere se stesso. Richiama anche la Legge del Ritmo, dove tutto si alterna in un alto e basso per completare l’integrità dell’essere. Il ruolo di Giovanni Battista è di rendere fertile il terreno per il seme del Cristo, in modo che ognuno, nella percentuale che riesce a percepire in modo sano, possa far prosperare quel seme in sé. 7 Diceva dunque alle folle che andavano a farsi battezzare da lui: «Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire all'ira imminente? 8 Fate dunque opere degne della conversione e non cominciate a dire in voi stessi: Abbiamo Abramo per padre! Perché io vi dico che Dio può far nascere figli ad Abramo anche da queste pietre. 9 Anzi, la scure è già posta alla radice degli alberi; ogni albero che non porta buon frutto, sarà tagliato e buttato nel fuoco». Le vipere sono serpenti e, come tali, rappresentano la saggezza e la conoscenza. Essendo dotate di veleno, esse rappresentano coloro che si attengono a una conoscenza oramai tossica, velenosa. Era una sapienza valida nell’antichità, ma è giunto il tempo di un nuovo insegnamento, più elevato nello spirito ed è necessario liberarsi da questo pericolo vitale. Questo insegnamento antico era rivolto all’ira, alla rabbia, alla repressione, prodotte da un dio più crudele che magnanimo. L’ira è uno dei sette vizi capitali, è il movimento dell’animo disposto a nuocere; questo per uno scopo egoico che comporta l'ottenere favori personali. Rappresenta l’ottava bassa del primo specchio esseno, quando si osserva se stessi attraverso gli altri, soprattutto i sensi di colpa e le mancanze. Si punta il dito per evitare di conoscere se stessi. In queste antiche indicazioni si preferisce eseguire gli ordini piuttosto di lavorare sulla propria persona per ottenere l’elevazione spirituale, giustificando il tutto con l’essere ligi alla legge. La vipera rappresenta, però, a un’ottava superiore, sempre la conoscenza, che può diventare tossica quando incompresa nella sua essenza o abusata, proprio come il farmaco diviene veleno se mal utilizzato. La scure rappresenta l’oggetto che pone equilibrio: tutto va indirizzato per la propria efficacia. Un albero che porta frutto è destinato all’alimentazione; un albero senza frutto è destinato ad essere materia prima per alimentare il fuoco, ovvero per essere utile all’evoluzione degli altri. A ciascuno il suo ruolo, scelto nella totale libertà. Evolve il più adatto all’ambiente, gli altri lasciano quel ruolo per essere indirizzati ad altro, esattamente come avviene in natura. L’unica differenza sta nel fatto che un essere umano può scegliere di divenire utile. 10 Le folle lo interrogavano: «Che cosa dobbiamo fare?». 11 Rispondeva: «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Lo spirito di condivisione è una fase educativa del messaggio cristico. La condivisione moltiplica esponenzialmente l’oggetto in questione. Faccio questo esempio: io ho un’informazione e tu un’altra. Scambiandocele, otteniamo entrambi due informazioni: 2 persone X 2 informazioni = 4 informazioni. Quando siamo in tre ad avere un’informazione a testa e le scambiamo tra di Noi, divengono 3 X 3 = 9. L’esponenzialità deriva dalla condivisione, poiché ognuno porta la sua esperienza concernente quell’informazione. Quando si tratta di beni materiali, allora è interessante la donazione. Fatta col cuore diviene uno strumento di moltiplicazione di ciò che è utile all’esistenza. Fatta per imposizione è uno strumento di blocco energetico nel flusso dell’abbondanza. Donare è un modo per aiutare il mondo a migliorarsi. 12 Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare, e gli chiesero: «Maestro, che dobbiamo fare?». 13 Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». 14 Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi che dobbiamo fare?». Rispose: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe». Giovanni Battista sta educando il popolo alla retta via, comunicando che ognuno ottiene ciò che merita. Nessuno deve usare forza su altri per avere di più, ma ognuno deve nobilitare il proprio essere, attraverso azioni di aiuto e condivisione; solo così riceveranno ulteriormente, ma solo nella misura in cui si sono resi utili. È una legge universale, ineludibile, la Legge di Attrazione: ci arriva ciò che emettiamo, ovvero ciò che siamo in realtà. 15 Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, 16 Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 17 Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile». 18 Con molte altre esortazioni annunziava al popolo la buona novella. Un cambio di paradigma è sempre un impatto forte sulle genti comuni; coloro che vivono nell’ignoranza ricevono una scossa molto forte quando la conoscenza si rivela loro e spesso faticano ad accettare che ci siano livelli superiori. I cambiamenti devono avvenire gradualmente per essere metabolizzati dalle persone. Giovanni Battista annuncia la venuta di un messaggio ancora più potente del suo, incarnato dal messia, ma cerca di trasmettere loro che, prima, devono prepararsi accogliendo le informazioni che egli divulga, in modo da divenire frumento, sostanza utile e al servizio dell’umanità; chi rimane pula, vuoto, inutile, verrà bruciato, proprio come i precedenti alberi che sono privi di frutto. Essere bruciati rappresenta il ritorno all’elemento primordiale, dal quale si ricostruisce ogni cosa, attraverso un processo evolutivo. Chi è inutile ora, deve riprendere tutto dall’inizio. È la ciclicità dell’esistenza. Come possiamo notare, nessuno è davvero distrutto, semplicemente si ritorna al livello di coscienza cui si appartiene e si inizia un nuovo percorso di formazione di sé. 19 Ma il tetrarca Erode, biasimato da lui a causa di Erodìade, moglie di suo fratello, e per tutte le scelleratezze che aveva commesso, 20 aggiunse alle altre anche questa: fece rinchiudere Giovanni in prigione. Le persone influenti portatrici di messaggi contrari al paradigma sono percepite come pericolose da chi detiene il potere di sottomissione sulle masse. Un risveglio della coscienza è consentito solamente entro un certo limite, oltrepassato il quale si è considerati pericolosi per l’equilibrio sociale. Quello che i regnanti inconsapevoli ignorano è che si possono imprigionare o uccidere gli uomini, mai le idee. 21 Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì 22 e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: «Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto». 23 Gesù quando incominciò il suo ministero aveva circa trent'anni ed era figlio, come si credeva, di Giuseppe, figlio di Eli, 24 figlio di Mattàt, figlio di Levi, figlio di Melchi, figlio di Innài, figlio di Giuseppe, 25 figlio di Mattatìa, figlio di Amos, figlio di Naum, figlio di Esli, figlio di Naggài, 26 figlio di Maat, figlio di Mattatìa, figlio di Semèin, figlio di Iosek, figlio di Ioda, 27 figlio di Ioanan, figlio di Resa, figlio di Zorobabèle, figlio di Salatiel, figlio di Neri, 28 figlio di Melchi, figlio di Addi, figlio di Cosam, figlio di Elmadàm, figlio di Er, 29 figlio di Gesù, figlio di Elièzer, figlio di Iorim, figlio di Mattàt, figlio di Levi, 30 figlio di Simeone, figlio di Giuda, figlio di Giuseppe, figlio di Ionam, figlio di Eliacim, 31 figlio di Melèa, figlio di Menna, figlio di Mattatà, figlio di Natàm, figlio di Davide, 32 figlio di Iesse, figlio di Obed, figlio di Booz, figlio di Sala, figlio di Naàsson, 33 figlio di Aminadàb, figlio di Admin, figlio di Arni, figlio di Esrom, figlio di Fares, figlio di Giuda, 34 figlio di Giacobbe, figlio di Isacco, figlio di Abramo, figlio di Tare, figlio di Nacor, 35 figlio di Seruk, figlio di Ragau, figlio di Falek, figlio di Eber, figlio di Sala, 36 figlio di Cainam, figlio di Arfàcsad, figlio di Sem, figlio di Noè, figlio di Lamech, 37 figlio di Matusalemme, figlio di Enoch, figlio di Iaret, figlio di Malleèl, figlio di Cainam, 38 figlio di Enos, figlio di Set, figlio di Adamo, figlio di Dio. Ho già descritto il rito di iniziazione del battesimo di Gesù Cristo nel vangelo di Marco. Luca qui riporta l’albero genealogico di Gesù, indicando come Egli sia realmente figlio di Dio, una discendenza di sangue, che racchiude l’informazione divina. Gesù Cristo inizia il suo ministero a trent’anni. Il trenta è il numero dell’iniziazione spirituale, il numero dei maestri ascesi, permette la connessione con i piani sottili e la comunicazione col piano angelico; incoraggia all’one-stà e all’apertura verso gli altri. Il trenta simboleggia il totale sostegno di Dio nella propria missione, da svolgere in completa fiducia.
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