1 Un giorno, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret 2 e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3 Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca.
La barca è il veicolo che trasporta l’anima, ma anche il mezzo che utilizza il sole per compiere il suo percorso diurno, secondo alcune tradizioni mitologiche. E Gesù Cristo, come abbiamo in precedenza scritto, è il sole. La barca è anche il saper gestire le emozioni rappresentate dall’acqua. La centratura di se stessi induce a tutto questo. I pescatori intanto lavano le reti, le purificano. La rete rappresenta l’appropriarsi dell’energia vitale, come simbolo di nutrizione, vita e prosperità. La rete attira i fedeli e li riunisce sotto un unico obiettivo. 4 Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca». 5 Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». 6 E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. 7 Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. I pesci rappresentano l’inconscio, l’insieme delle credenze con cui gestiamo la nostra vita. Sono molti i pesci che vengono pescati, e questo perché la fede era lo stato di chi ha buttato le reti. La fiducia dona sempre ciò che serve. Qui ci si trova di fronte ad un inconscio pesante, al punto tale che la barca quasi affonda ed essa è il mezzo che trasporta l’anima. L’inconscio diviene il nutrimento dell’anima, ma perché sia di qualità, è necessario renderlo favorevole. Chiediamo sempre il giusto per Noi e, quando riceviamo più del necessario, condividiamolo in modo da alleggerire e lasciare spazio ad altro. 8 Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore». 9 Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; 10 così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini». 11 Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. Simon Pietro si getta alle ginocchia di Gesù Cristo per essersi reso consapevole della sua condizione di sfiducia. Le ginocchia rappresentano il nostro presente. Quando preghiamo, ci mettiamo in ginocchio, come aiuto per comprendere chi siamo in realtà nel momento presente. Metterci in ginocchio ci indica la presenza a Noi stessi, il ricordarci di Noi che, come abbiamo precedentemente scritto, è il vero peccato che compiamo quotidianamente. Divenire pescatore è mettersi nel percorso spirituale, sviluppando caratteristiche come concentrazione, attenzione costante su di sé, precisione, capacità di raccoglimento e preghiera, vittoria sulle emozioni basse, gratitudine. Il pescatore è chi educa le relazioni, imparando a comunicare. Sviluppata questa capacità, diventa pescatore di uomini, egli può influenzare le persone attraverso il messaggio cristico. 12 Un giorno Gesù si trovava in una città e un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò ai piedi pregandolo: «Signore, se vuoi, puoi sanarmi». 13 Gesù stese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii risanato!». E subito la lebbra scomparve da lui. 14 Gli ingiunse di non dirlo a nessuno: «Va', mostrati al sacerdote e fa' l'offerta per la tua purificazione, come ha ordinato Mosè, perché serva di testimonianza per essi». 15 La sua fama si diffondeva ancor più; folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro infermità. 16 Ma Gesù si ritirava in luoghi solitari a pregare. La lebbra rappresenta il sentirsi sporchi, lo staccarsi da tutto il superfluo perché immeritevoli. È un autosabotaggio che lede la propria integrità e genera un conflitto continuo per sentirsi minacciati. La volontà di guarire è la richiesta di purificazione per ritornare a meritare il proprio esistere. Ottenere la guarigione totale comporta coerenza e integrità dell’essere nel rispetto delle leggi e, per questo, Gesù Cristo gli indica di fare l’offerta per la purificazione. Do ut des. 17 Un giorno sedeva insegnando. Sedevano là anche farisei e dottori della legge, venuti da ogni villaggio della Galilea, della Giudea e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. 18 Ed ecco alcuni uomini, portando sopra un letto un paralitico, cercavano di farlo passare e metterlo davanti a lui. 19 Non trovando da qual parte introdurlo a causa della folla, salirono sul tetto e lo calarono attraverso le tegole con il lettuccio davanti a Gesù, nel mezzo della stanza. 20 Veduta la loro fede, disse: «Uomo, i tuoi peccati ti sono rimessi». 21 Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere dicendo: «Chi è costui che pronuncia bestemmie? Chi può rimettere i peccati, se non Dio soltanto?». 22 Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Che cosa andate ragionando nei vostri cuori? 23 Che cosa è più facile, dire: Ti sono rimessi i tuoi peccati, o dire: Alzati e cammina? 24 Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati: io ti dico - esclamò rivolto al paralitico - alzati, prendi il tuo lettuccio e va' a casa tua». 25 Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e si avviò verso casa glorificando Dio. 26 Tutti rimasero stupiti e levavano lode a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose». 27 Dopo ciò egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». 28 Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. 29 Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C'era una folla di pubblicani e d'altra gente seduta con loro a tavola. 30 I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori?». 31 Gesù rispose: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; 32 io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi». Argomenti già trattati. 33 Allora gli dissero: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno orazioni; così pure i discepoli dei farisei; invece i tuoi mangiano e bevono!». 34 Gesù rispose: «Potete far digiunare gli invitati a nozze, mentre lo sposo è con loro? 35 Verranno però i giorni in cui lo sposo sarà strappato da loro; allora, in quei giorni, digiuneranno». 36 Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo a un vestito vecchio; altrimenti egli strappa il nuovo, e la toppa presa dal nuovo non si adatta al vecchio. 37 E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spacca gli otri, si versa fuori e gli otri vanno perduti. 38 Il vino nuovo bisogna metterlo in otri nuovi. 39 Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: Il vecchio è buono!». Il cambiamento è sempre difficile da operare. La stasi è dovuta alla pigrizia della mente, la quale preferisce sempre agire per la linea di minor resistenza, rappresentata dalle abitudini, perché automatizzate. Modificare i pensieri, che comportano cambiamenti emotivi e di movimento, significa ricodificare ogni nostra cellula e, per riuscire, è necessaria una forte volontà, qualità dell’anima che richiede un enorme dispendio energetico, soprattutto, all’inizio. L’apparato psico-fisico è progettato secondo la Legge di Economia: massimo risultato con il minimo sforzo. Dovendo agire faticando, la mente umana tende a ritornare allo stato iniziale, rinunciando al cambiamento. Ecco perché il vino vecchio è buono. Acquisire una nuova conoscenza significa dedicare tempo ed energie e solamente una mente sana e unita può farcela. L’autosabotaggio è una regola per il nostro apparato psico-fisico; permette di ricevere soddisfazioni emotive immediate, anche se di breve durata, mentre il cambiamento ne comporta di lungo termine, ma che vengono, poi, mantenute a lungo.
0 Comments
Leave a Reply. |
Autore
|