![]() Il vangelo di Matteo è l’ultimo dei quattro vangeli canonici; in realtà è messo per primo nel testo ufficiale ed è uno dei tre vangeli sinottici con Marco e Luca. Il suo nome significa dono di Dio, ma anche uomo di Dio, in quanto egli incarna la scintilla divina. È il vangelo dell’età del sangue, l’incarnazione effettiva del messaggio cristico. L’uomo che comprende in profondità l’essenza di questo vangelo diviene come il Cristo. Incarnare significa far scorrere ogni informazione attraverso il flusso del sangue che arriva a ogni cellula e si trasmuta in quel messaggio stesso. Il sangue è simbolo di energia vitale, la vita che è luce e conoscenza. Matteo, detto anche Levi, era uno dei Dodici, un esattore delle imposte che diventa, grazie al Cristo, colui che discerne l’equità. Il vangelo è scritto in aramaico tra il 40 e il 50 d.C. Matteo è rappresentato dal simbolo dell’angelo o dell’uomo, quell’uomo che può davvero essere chiamato tale, perché ha conosciuto se stesso nell’essen-za divina. L’angelo è il messaggero di Dio e l’uomo il suo messaggio incarnato, l’uomo nuovo che è risorto, disposto a rendere nuovi anche gli altri suoi simili attraverso l’esteriorizzazione della sua energia interiore. Ecco, dunque, che diviene anch’esso messaggero di Dio come l’angelo. Associato al vangelo di Matteo troviamo il verbo sapere. Sapere è la corretta percezione dei cinque sensi dell’informazione[1] praticata in modo mirato dai cinque sensi dell’azione. Il sapere siamo Noi nella nostra essenza concretizzata in una macchina biologica. Il vangelo di Matteo è formato da ventotto capitoli. Il ventotto è il numero della ciclicità lunare, che identifica l’emotività e l’accoglienza. È il numero di denti, falangi e vertebre, che rappresentano il masticare (comprendere), l’afferrare (costruzione di sé) e il sostenere (responsabilità). È un numero che indica stabilità[2]. Il simbolo degli arcani minori associato sono le coppe. Rappresentano la misticità, l’interiorizzazione, la spiritualità. Si basano sulla condivisione e le relazioni con gli altri di qualsiasi tipo esse siano. L’elemento associato è l’acqua. L’acqua è la vita, la fecondità, il femminino sacro. Funzione principale è la purificazione, la creazione intesa come vita. Le acque profonde inducono all’intuizione (da intus ire, andare in profondità). L’acqua è un elemento sacro e per questo utilizzata in tante pratiche iniziatiche e magiche. Riporto qui le più diffuse e conosciute con il loro principale significato[3]:
Matteo 1 1 Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. 2 Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, 3 Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esròm, Esròm generò Aram, 4 Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmòn, 5 Salmòn generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, 6 Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, 7 Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asàf, 8 Asàf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, 9 Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia, 10 Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, 11 Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. 12 Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabèle, 13 Zorobabèle generò Abiùd, Abiùd generò Elìacim, Elìacim generò Azor, 14 Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, 15 Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, 16 Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo. 17 La somma di tutte le generazioni, da Abramo a Davide, è così di quattordici; da Davide fino alla deportazione in Babilonia è ancora di quattordici; dalla deportazione in Babilonia a Cristo è, infine, di quattordici. Il quattordici è il numero del legame affettivo. È in rapporto col numero cinque (1+4) che rappresenta il legame tra il piano della materia e quello dello spirito, ma anche col numero sette (14=7+7) ovvero la perfezione terrestre e divina. Il quattordici mette in relazione gli elementi sullo stesso piano (materia-materia; spirito-spirito), promuove lo scambio e la conciliazione. È armonia e costruzione. 18 Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19 Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. 20 Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. 21 Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». 22 Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: 23 Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi. 24 Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, 25 la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamò Gesù. Giuseppe ignorava la vera essenza di Maria, non la conosceva; ella era destinata a un ruolo fondamentale per l’intera umanità: sostituire la figura della Grande Dea e concepire il Figlio di Dio, colui che avrebbe incarnato l’energia cristica. Gli è spiegato da uno spirito guida ed egli comprende la responsabilità che gli è chiesto di supportare. Accettare una tale missione significa essere anime antiche.
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