1 Entrò di nuovo nella sinagoga. C'era un uomo che aveva una mano inaridita, 2 e lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato per poi accusarlo. 3 Egli disse all'uomo che aveva la mano inaridita: «Mettiti nel mezzo!». 4 Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare il bene o il male, salvare una vita o toglierla?». 5 Ma essi tacevano. E guardandoli tutt'intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse a quell'uomo: «Stendi la mano!». La stese e la sua mano fu risanata. 6 E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.
Interessante questo passo, in cui si comprende perfettamente la disobbedienza di Gesù Cristo. Disobbedire significa smettere di sottostare alle regole imposte dagli altri o da un sistema di credenze. Disobbedire è cominciare a essere se stessi, a rendersi responsabili di ogni propria azione, è essere veramente umani. Disobbedire è aver sviluppato il libero arbitrio, la capacità di decidere e scegliere secondo propria coscienza. Disobbedienza è tutt’altro che trasgressione, spesso confuse. Trasgredire è andare contro le regole per posizione presa, ma senza un reale scopo e porta a danni per tutti. Disobbedire è agire per uno scopo superiore, generando un flusso di eventi utili e favorevoli per tutti. A differenza del pensiero comune, disobbedire è un’azione evolutiva, perché permette di vivere anziché di sopravvivere, concede all’essere umano una consapevolezza di sé e dell’ambiente in cui vive immerso, di comprendere come modificare il paradigma frutto di dogmi, manipolazioni mentali ed emotive, inganni. Solo chi ha una coscienza evoluta può permettersi la disobbedienza, perché in grado di manifestare una concezione costruttiva del mondo. Qui Gesù Cristo pone il suo codice d’onore davanti a tutto e a tutti; questo sistema di norme ha come prerogativa la vita, la natura dell’essere umano è il principio primo assoluto universale; in questo modo, Egli dimostra che tutti siamo dotati delle stesse facoltà di vivere con dignità, ognuno attraverso le proprie virtù. Il codice d’onore è un sistema di regole autoimposto, basato su valori ed espressione delle proprie virtù, di tutto quello che viene messo a disposizione dell’universo. Il codice d’onore è un lusso, l’ultimo dei lussi dell’essere umano, in quanto può essere seguito e, prima, assemblato solamente da persone che incarnano perfettamente una sana spiritualità. Il codice d’onore astrae dalla situazione permettendo di fare altro. Ed è proprio questo che Gesù Cristo attua nella sinagoga: disobbedisce alla regola del sabato ebreo, perché prima di tutto vengono la persona, la sua salute e la dignità. Questo, però, è percepito a un’ottava bassa da farisei ed erodiani che la intendono come trasgressione alla regola, attribuendo a Gesù Cristo la generazione di un precedente che potrebbe indurre altri ad agire di testa propria e, per questo motivo, lo vogliono uccidere, perché potrebbe aizzare le masse contro il sistema vigente. Secondo la legge del sistema nessuno può permettersi di pensare con la propria testa, ma il Cristo è proprio questo che spinge a fare: divenire anime pensanti libere. Una persona che pensa liberamente non è manipolabile. Cogito ergo sum. 7 Gesù intanto si ritirò presso il mare con i suoi discepoli e lo seguì molta folla dalla Galilea. 8 Dalla Giudea e da Gerusalemme e dall'Idumea e dalla Transgiordania e dalle parti di Tiro e Sidone una gran folla, sentendo ciò che faceva, si recò da lui. 9 Allora egli pregò i suoi discepoli che gli mettessero a disposizione una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. 10 Infatti ne aveva guariti molti, così che quanti avevano qualche male gli si gettavano addosso per toccarlo. L’influenza che il Cristo trasmette è potentissima. Si tratta di un’espansione enorme del proprio campo elettromagnetico, che va ad intersecarsi e fondersi con i campi elettromagnetici delle persone che ne entrano in contatto. Diviene una specie di calamita che attira chi vuole migliorare se stesso, uscire dalla condizione di vittima, iniziare a creare la propria realtà per divenire un giorno servitore del divino. Egli ha azione su una sfera d'influenza ampissima. Ciclicamente si incarnano sul pianeta gli avatar; sono anime che scendono sulla terra in forma concreta e percepibile. Avatar significa discesa di una divinità che partecipa attivamente alla vita umana, è un prescelto per incarnare un’essenza ben precisa e trasmettere quell’energia e i poteri divini all’umanità. Krishna è l’avatar di Vishnu, Gesù è l’avatar del Signore Maitreya. Qual è la loro missione? Perché avviene questo fenomeno? Lo spiega perfettamente David R. Hawkins nel suo libro Power vs. Force. Ci sono periodi dell’umanità che richiedono una nuova spinta evolutiva, in quanto si è esaurita, per mancanza di forza di volontà, di informazioni e mezzi, ma anche per influssi cosmici molto precisi. A questo punto è fondamentale che un avatar torni, per evitare l’autodistruzione dell’umanità. Un meraviglioso proverbio arabo recita: “Tempi avversi creano uomini forti; uomini forti creano tempi tranquilli; tempi tranquilli creano uomini deboli; uomini deboli creano tempi avversi”. Ed è in questo momento che è necessario indurre un input per ristabilire una spirale evolutiva. Secondo lo studio di Hawkins, ogni essere umano si incarna con un proprio livello coscienziale, trascorrendo l’esistenza a sviluppare i propri talenti per poter aumentare questo livello. Hawkins definisce i livelli secondo numeri ben precisi da 20 a 1.000, dove a 20 c’è il livello della vergogna, molto vicino alla morte, e tra 700 e 1.000 ci sono gli avatar, come Gesù e Krishna. A 200 c’è il livello in cui ognuno prende in mano la propria vita e vi è un perfetto equilibrio di dare-avere: l'energia acquisita dall’universo ed emessa nell’universo coincidono in quantità e qualità. Sotto tale livello ci sono persone che prendono più di quello che danno e sono distruttive per l’umanità; sopra ci sono quelle che danno più di quello che ricevono e sono costruttive per l’umanità:
Gesù Cristo era proprio questo. Chi lo allontanava, infamava, tentava di distruggerlo aveva un livello di coscienza molto basso, indipendentemente dal ruolo che ricopriva. Il suo potere era così ampio che le persone potevano guarire con un semplice tocco. Questo conferma la sua condizione di avatar. 11 Gli spiriti immondi, quando lo vedevano, gli si gettavano ai piedi gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». 12 Ma egli li sgridava severamente perché non lo manifestassero. I primi a riconoscere Gesù Cristo erano proprio gli spiriti immondi, perché la sua energia era particolarmente disturbante per loro e lo riconoscevano proprio per chi era. Le persone comuni, invece, lo consideravano un fanatico. Sono proprio i nemici quelli che attestano il valore di una persona. Il suo potere era tale che essi, riconoscendolo, si gettavano ai suoi piedi perché incapaci di gestire quell’energia così potente, obbligati da se stessi a riferire la verità, tanto che Gesù Cristo li ammonisce per evitare che lo manifestassero, poiché impuri per pronunciare quelle parole. Quando si riconosce il potere di un individuo, ci si getta ai piedi, simbolo di concentrazione delle energie; i piedi sono la parte del corpo dove tutto ha inizio. Gettarsi ai piedi è chiedere un nuovo inizio della propria vita. I piedi rappresentano il movimento attraverso l’avvicinamento o l’allontanamento. Essi sono a terra, rappresentano il radicamento, l’essere perfettamente incarnati su questo piano di esistenza. 13 Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. 14 Ne costituì Dodici che stessero con lui 15 e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demòni. 16 Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro; 17 poi Giacomo di Zebedèo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè figli del tuono; 18 e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananèo 19 e Giuda Iscariota, quello che poi lo tradì. I dodici apostoli sono i prescelti per essere inviati a predicare il messaggio cristico. Il numero dodici è molto ricorrente nell’evoluzione umana, è considerato uno dei numeri sacri. Numero della perfezione e della grazia, dell’equilibrio tra le forze, della manifestazione e, soprattutto, numero della redenzione. Rappresenta la discesa sulla terra di un’energia cosmica di armonia per completare il disegno primordiale nella totalità originaria. È simbolicamente la fondamentale prova iniziatica. In effetti, è proprio a dodici anni che, in molte culture, avvengono le prime iniziazioni, come per Gesù e la sua prima volta nel tempio. Il dodici è associato alla lettera ebraica Lamed (ל), simbolo di amore inteso come comprensione della creazione. Rappresenta l’energia del Guerriero, di colui che ha un obiettivo elevato da raggiungere, scelto proprio per le sue potenzialità, e il Fanciullo, ovvero la purezza e la mancanza di giudizio e condizionamenti. Negli arcani maggiori la dodicesima carta è L’Appeso (o L’Impiccato), che rappresenta il sacrificio, il momento di sofferenza che eleva, tramite il quale si rinuncia, si fa esperienze di prove difficili, ma alla fine l’obiettivo viene raggiunto, rimanendo lucidi nei momenti critici. Nel DNA lo strato 12 è lo strato del “Dio in Voi”, ovvero la manifestazione dell’onnipotenza che siamo, il creatore di tutte le cose. Lo strato del concetto “a sua immagine”. Il dodici è il numero delle porte di Gerusalemme, traslate nella Gerusalemme Celeste9 come percorso iniziatico, che prevede questi dodici passaggi: perdono, amore, costanza, verità, onestà, saggezza, ordine interiore, donazione, fede, fedeltà, gioia, unione di intenti. E cos’è questo se non il messaggio cristico10? La via della trascendenza, della sacralità? Tutto ciò che riguarda una ciclicità, un percorso, è rappresentato dal numero 12: costellazioni zodiacali, mesi dell’anno, ore del giorno, fatiche di Ercole, strati del DNA e molto altro. Rappresenta le prove sia fisiche che mistiche. 20 Entrò in una casa e si radunò di nuovo attorno a lui molta folla, al punto che non potevano neppure prendere cibo. 21 Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; poiché dicevano: «È fuori di sé». 22 Ma gli scribi, che erano discesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del principe dei demòni». 23 Ma egli, chiamatili, diceva loro in parabole: «Come può satana scacciare satana? 24 Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi; 25 se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi. 26 Alla stessa maniera, se satana si ribella contro se stesso ed è diviso, non può resistere, ma sta per finire. 27 Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire le sue cose se prima non avrà legato l'uomo forte; allora ne saccheggerà la casa. 28 In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno; 29 ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna». 30 Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito immondo». Interessante, in questo passo, come l’ignoranza degli scribi sia manifestata. Questo indica che, quando le persone sono indottrinate inconsapevolmente, possono anche possedere infinite nozioni, ma senza intelligenza attiva manca la consapevolezza. E se questo era il livello degli scribi, come poteva essere quello della popolazione? A mio avviso maggiore, perché più pura rispetto a loro che erano figli del mondo, persone che portavano avanti uno scopo egoico e di sottomissione. L’unione fa la forza e l’integrità è l’unico stato dell’essere che genera comprensione ed evoluzione. È con l’unione di intenti che si ottengono grandi progetti e satana conosce perfettamente questo. Egli unisce i suoi, indirizzandoli verso un unico scopo: dividere il nemico per imperare. Per vincere deve disperdere e mettere gli uni contro gli altri, ma i suoi seguaci devono essere uniti. Questo esempio è su satana, ma è valido in qualsiasi situazione. Un’azienda divisa, fallisce; una coppia con divergenze di intenti, si separa; una squadra dove ognuno gioca per la gloria personale, perde il campionato... Per distruggere chi è unito è fondamentale colpire il suo leader, come avviene con le formiche, o le api che, quando la regina viene uccisa, si immergono nel caos e nella confusione. Un altro argomento meritevole di trattazione è la bestemmia contro lo Spirito Santo. Ci indica qui il vendere la propria anima al diavolo, un atto irreversibile per l’eternità. Gli scribi descrivono lo Spirito Santo in Gesù Cristo come uno spirito immondo e, come tale, significa che erano loro di satana. Definirlo immondo significa rifiutare di ammettere la verità, avere i sensi sintonizzati su frequenze basse. Questo avviene quando si vende l'anima al diavolo, atto richiesto quando si supplicano favori su questo piano di esistenza, ma la firma rimane eterna. Solitamente si tratta di favori per aumentare il proprio potere personale, ma questo sarà sempre gestito da satana, quindi, qualsiasi azione renderà una divisione, un’opposizione, e avrà sempre vincitori e vinti. 31 Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare. 32 Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: «Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano». 33 Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». 34 Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! 35 Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre». Gesù Cristo sta indicando di smettere di suddividere la società in piccoli gruppi. È l’unione che rende liberi, consapevoli e forti. Secondo alcuni, qui Lui rinnega la sua famiglia, ma le cose probabilmente stanno diversamente. In una concezione più ampia, la famiglia è formata da tutti quelli che hanno un obiettivo comune e che scelgono, per libero arbitrio, di seguire un proprio leader, mai per manipolazione, ma sempre per influenza. Egli indica che, tutti quelli che sono lì a condividere con Lui lo stesso progetto, sono i suoi famigliari. Fratello e sorella sono persone nati dallo stesso padre, o dalla stessa madre, o da entrambi; essendo ognuno di Noi figlio o figlia del Padre celeste, allora siamo tutti fratelli e sorelle. Comunione di intenti: questo fa divenire una famiglia. Appartengono alla stessa famiglia tutti quelli che hanno legami di sangue. Il sangue è simbolo dell’incarnazione dell’anima, la vitalità, perciò, tutti coloro che sono incarnati divengono un’unica famiglia animica.
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