Foto di Philip Barrington da Pixabay I vangeli canonici sono il messaggio iniziatico appositamente scelto per giungere a ogni livello di coscienza e di comprensione. Le sacre scritture possono essere interpretate, perché è così che ognuno di noi le legge, in quattro diverse modalità. Dante Alighieri nella sua opera Convivio le definisce in questo modo:
Il messaggio cristico può essere interpretato in chiave exoterica ed esoterica. L’interpretazione exoterica (esteriore) è un'interpretazione per tutti, è per i “figli del mondo”, per coloro i quali esiste un universo fisico e la parte energetico-spirituale è qualcosa di astratto. In questo caso, tutto è esterno a noi, ognuno è un’entità singola e distinta da tutto il resto; dualità e separazione sono il paradigma dominante. L’interpretazione esoterica (interiore) è per gli eletti, coloro che hanno compreso, è per i “figli della luce”, coloro che percepiscono l’esistenza di qualcosa di potente oltre la materia, che la spiritualità è reale. Siamo tutti Uno e Uno con tutto, tutto è connesso e integrato; la dualità e la separazione sono un’idea umana. È un’interpretazione di livello superiore, un passo successivo all’exoterico, dal quale dobbiamo passare per comprendere appieno quello esoterico. Esiste il dentro e fuori come unità, mai separati, ma essenti parte di un unico elemento. IL VANGELO DI MARCO Il vangelo di Marco rappresenta il messaggio per ogni livello di comprensione. È il vangelo dell’età della pietra e, proprio per questo, incontreremo molti tratti in cui smuovere le menti e le coscienze sarà arduo. Alla fine, anche la pietra si leviga, si sgretola, e diviene “testata d’angolo”; è solo necessaria un po’ di pazienza. Marco, ebreo di nascita, fu un discepolo degli apostoli Paolo e Pietro, vissuto nel primo secolo d.C. Si stima che il vangelo sia stato scritto tra il 60 e il 75 d.C. Si ritrovano gli influssi della predicazione di Pietro, in quanto Marco era un di lui prediletto. Questo combacia con l’età della pietra già spiegata in precedenza: il nome all’apostolo è stato dato da Gesù con cognizione di causa. Marco è rappresentato dal simbolo del Leone, un animale particolarmente affascinante, il re degli animali stessi. Significa la forza, il coraggio e la saggezza. È un simbolo solare e il sole definisce il completamento della Grande Opera alchemica. All’ottava bassa, il Leone rappresenta gli istinti animali selvaggi e la forza della natura ancora da domare, la concupiscenza e il desiderio sfrenato posseduto dai cinque sensi; all’ottava alta, esso incarna saggezza e regalità, ottenuti attraverso un percorso iniziatico; con ardore domina gli istinti primordiali e conduce il proprio cammino dalle tenebre alla luce. E proprio questo ci indica il vangelo di Marco: l’uomo istintivo che entra nel percorso iniziatico spirituale. Il Leone è anche l’emblema del Figlio di Dio, dotato di una predisposizione alla contemplazione e alla solitudine, entra in introspezione e realizza se stesso per ciò che è. “Siate come un leone, che, piuttosto che inseguire il bastone, si volta verso chi lo ha tirato. Si lancia un bastone a un leone, una volta soltanto”. Milarepa Una straordinaria frase che spiega un concetto fondamentale della vita. Il suo significato è volgersi verso la soluzione e mai verso il problema; è chi ha creato il problema che detiene la soluzione, quindi, il focus è su di esso. In questo vangelo comprendiamo come queste caratteristiche leonine siano sviluppate proprio attraverso il percorso del messaggio cristico. Il verbo associato a questo vangelo è osare, l’intraprendere una missione con ardore e audacia, spinti da aspirazioni evolutive. Il vangelo di Marco è formato da sedici capitoli. Il sedici è un numero controverso. È il numero delle avversità, ma spinge l’individuo al cambiamento costruttivo. È il numero che rappresenta la svastica, la Terra nella sua potenza. Numero della Torre nei Tarocchi di Marsiglia, è la caduta e la caduta è quando siamo messi alla prova. Comprendiamo che l’essere umano cade nella materia ed è da quel momento che può costruire il suo percorso spirituale inteso come ritorno alla Casa del Padre. Il simbolo degli arcani minori associato a Marco è i Bastoni. Rappresentano la semplicità, la classe media, l’operosità di queste persone. Possono essere utilizzati per offendere, oppure per costruire. Indica anche spirito di iniziativa e progresso. Elemento associato è il fuoco: simbolo del desiderio, del potere e dell’energia, indica la vita quando alimentato correttamente, ma può bruciare e consumare se aizzato troppo, oppure indica morte quando è spento. È l’elemento alchemico che produce la trasmutazione. IL VANGELO DI LUCA Il nome Luca significa luce; qui l’illuminazione aumenta in rapporto al Vangelo di Marco; la comprensione si amplifica, grazie anche alle numerose parabole raccontate. È il vangelo dell’età dell’acqua e il messaggio inizia a fluire all’interno delle persone. Si avvia il processo della volontà, che si concretizza con l’azione mirata abbinata a una ferma intenzione. Caratteristica dell’acqua è di insinuarsi dappertutto e l’informazione entra nelle cellule umane. Luca, medico, siriano di nascita, vissuto nel primo secolo d.C. è stato un discepolo di Paolo. Si stima che il vangelo sia stato scritto tra il 65 e il 70 d.C. e a Luca sono attribuiti anche gli Atti degli Apostoli. Nel vangelo si ritrova una narrazione che indica la cultura di Luca, ponendo attenzione a tematiche trattate in maniera importante solamente da lui. Parla di Gesù per informazioni donategli da coloro che l'hanno conosciuto. Tra questi sembra esserci Maria, la madre, poiché riporta eventi dell’infanzia di Gesù piuttosto dettagliati e pone la figura femminile in un ruolo di prim’ordine. Luca è rappresentato dal Toro, la potenza divina. Simbolo di rinascita, fertilità e potere regale. Rappresenta la stabilità, la lentezza nel movimento che è, però, progressivo. Caratteristiche sono la dedizione e la costanza. Il toro evoca potenza spirituale e importanza di questi poteri; rappresenta il supremo e il guerriero, la forza fisica e istintuale dell’essere umano. Il toro simboleggia la primavera, il risveglio dei sensi, ma su un piano superiore, più sottile, una percezione elevata, mai fine a se stessa, ma in un’ottica di realizzazione di sé. Il verbo associato a questo vangelo è volere. La volontà è l’intenzione supportata dall’azione mirata; è il potere dell’anima ad avvicinare o allontanare attraverso un perfetto discernimento. Il vangelo di Luca è formato da ventiquattro capitoli. Il ventiquattro rappresenta il supporto energetico della fede in un obiettivo, la certezza di essere sul giusto cammino, attraverso l’eliminazione delle negatività. È simbolo della ciclicità delle rinascite. Indica il rinnovo continuo di entusiasmo e amore nella missione intrapresa, chiede di ascoltare l’intuito affidando paure e angosce alla fede. È simbolo della lode sincera e pura, premio per chi conduce una vita senza macchia, per chi vive il Cristo ogni giorno. Il simbolo degli arcani minori associato è i denari. Indica benessere, fortuna, generosità, lavoro materiale. Rappresenta la classe artigiana. È simbolo di sensibilità e profondo impegno. L’elemento associato a Luca e al suo vangelo è la terra, di cui l’uomo è fatto. Rappresenta la madre, il femminile. È la materia che cambia, si modifica. L’uomo è creato dalla terra e ad essa ritorna dopo la morte. Essa ci nutre e dona sostentamento, proteggendoci e accogliendoci. IL VANGELO DI GIOVANNI Il vangelo di Giovanni e molto particolare e completamente diverso dagli altri tre canonici. Troviamo in Giovanni un messaggio esoterico e nozioni che nessun altro evangelista ha trattato. Il suo nome significa in ebraico YHWH è misericordioso, in greco significa Dono del Signore, ma anche Mandato da Dio. Oltre al vangelo, si attribuisce a questo evangelista la stesura del libro dell’Apocalisse. È interessante come la Rivelazione (traduzione corretta di Apocalisse) sia attribuita all’evangelista più esoterico, colui che rivela ciò che è celato. Nella sua trattazione evangelica ritroviamo un utilizzo del linguaggio molto fine e precisa. Attraverso la vibrazione della parola egli entra nell’anima del lettore influenzandolo ad accogliere il messaggio cristico come via pratica di realizzazione dell’Io. Come ogni informazione in codice, anche il vangelo di Giovanni richiama momenti di profonda riflessione per frasi all’apparenza contrastanti tra loro. Solo l’iniziato ne comprende davvero il significato. La parola è un messaggio criptato che può essere compreso solamente quando viene tolto il velo, quando si percepisce la vibrazione che essa è; in termini più pratici, sul piano di esistenza terrestre è la sua etimologia. La parola ha tre livelli di comprensione: letterale (il senso comune), figurato (metaforico) e sacro (il mondo spirituale); nel vangelo di Giovanni troviamo questa terza modalità, corrispondente al vivere nel presente, nella fede e nella propria spiritualità. È il vangelo dell’età del vino, momento in cui il messaggio inizia a fermentare all’interno dell’individuo e sappiamo come la fermentazione sia un processo che conduce poi all’elevazione della materia. Comprendere il significato nascosto prevede una vera e propria trasmutazione alchemica della materia grezza (l’uomo), in oro (la divinità che siamo). Giovanni era il discepolo prediletto di Gesù e scrisse il vangelo intorno all’anno 100. Lo vediamo spesso, infatti, partecipare con Pietro e Giacomo a eventi dai quali gli altri apostoli sono esclusi. Giovanni è rappresentato dal simbolo dell’Aquila, il potere cosmico. Essa sfida il sole e l’aria, che sono Dio e lo Spirito Santo, nel senso che si rende come loro, e può guardare direttamente il sole, la luce, la conoscenza. Rappresenta la protezione del sapere e il verbo associato è tacere. Chi sa tacere riesce a mantenere i segreti e a trasmettere attraverso le vibrazioni la propria influenza. Il tacere rappresenta il dedicarsi a se stessi prima che agli altri. Tacere è essere in grado di trasmettere il proprio Io con le vibrazioni dell’essere e non con la razionalità della mente. Il vangelo di Giovanni è formato da ventuno capitoli. Il ventuno è un numero molto intrigante, rappresenta il cavaliere a cavallo, colui che ogni istante persegue la missione di salvezza, andando oltre i propri limiti. Il ventuno è la conoscenza, la saggezza e la responsabilità. È formato dal sette moltiplicato tre, ossia la massima realizzazione umana, l’amore incondizionato, con la manifestazione del risultato; è la perfezione. Numero della fiducia e della lealtà, della difesa dei più deboli e del mantenimento delle promesse. Il simbolo degli arcani minori associato sono le spade. Rappresentano la nobiltà, l’istruzione, la cavalleria. Sono la razionalità, la mente e l’intelletto dell’uomo. Simboleggiano il potere e il controllo. L’elemento associato è l’aria. Rappresenta il movimento, il fluire, ma anche l’intelletto. L’aria non può essere afferrata, è l’elemento più sottile e per questo è associata allo spirito. È principio vitale; col primo respiro l’anima umana entra nel corpo, con l’ultimo ne esce. Ogni volta che si manifesta lo Spirito Santo vi è movimento d’aria e, a volte, è associato anche il fuoco. IL VANGELO DI MATTEO Il vangelo di Matteo è l’ultimo dei quattro vangeli canonici; in realtà è messo per primo nel testo ufficiale ed è uno dei tre vangeli sinottici con Marco e Luca. Il suo nome significa dono di Dio, ma anche uomo di Dio, in quanto egli incarna la scintilla divina. È il vangelo dell’età del sangue, l’incarnazione effettiva del messaggio cristico. L’uomo che comprende in profondità l’essenza di questo vangelo diviene come il Cristo. Incarnare significa far scorrere ogni informazione attraverso il flusso del sangue che arriva a ogni cellula e si trasmuta in quel messaggio stesso. Il sangue è simbolo di energia vitale, la vita che è luce e conoscenza. Matteo, detto anche Levi, era uno dei Dodici, un esattore delle imposte che diventa, grazie al Cristo, colui che discerne l’equità. Il vangelo è scritto in aramaico tra il 40 e il 50 d.C. Matteo è rappresentato dai simboli dell’angelo o dell’uomo, quell’uomo che può davvero essere chiamato tale, perché ha conosciuto se stesso nell’essenza divina. L’angelo è il messaggero di Dio e l’uomo il suo messaggio incarnato, l’uomo nuovo che è risorto, disposto a rendere nuovi anche gli altri suoi simili attraverso l’esteriorizzazione della sua energia interiore. Ecco, dunque, che diviene anch’esso messaggero di Dio come l’angelo. Associato al vangelo di Matteo troviamo il verbo sapere. Sapere è la corretta percezione dei cinque sensi dell’informazione praticata in modo mirato dai cinque sensi dell’azione. Il sapere siamo noi nella nostra essenza concretizzata in una macchina biologica. Il vangelo di Matteo è formato da ventotto capitoli. Il ventotto è il numero della ciclicità lunare, che identifica l’emotività e l’accoglienza. È il numero di denti, falangi e vertebre, che rappresentano il masticare (comprendere), l’afferrare (costruzione di sé) e il sostenere (responsabilità). È un numero che indica stabilità. Il simbolo degli arcani minori associato sono le coppe. Rappresentano la misticità, l’interiorizzazione, la spiritualità. Si basano sulla condivisione e le relazioni con gli altri di qualsiasi tipo esse siano. L’elemento associato è l’acqua. L’acqua è la vita, la fecondità, il femminino sacro. Funzione principale è la purificazione, la creazione intesa come vita. Le acque profonde inducono all’intuizione (da intus ire, andare in profondità). L’acqua è un elemento sacro e per questo utilizzata in tante pratiche iniziatiche e magiche. Riporto qui le più diffuse e conosciute con il loro principale significato:
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