3/31/2018 0 Comments Vivere le EmozioniEcco come intraprendere un viaggio dentro te stesso e ritrovare la luce della via perfetta. Emozione: ciò che trasporta verso l’esterno, ma anche agitare. Interessante definizione che ci spiega il perché sono le emozioni ad indirizzarci verso l’azione; in caso di apatia si rimane fermi, statici, sempre uguali. Esse sono l’interruttore della nostra evoluzione. L’apatia è uno stato dell’essere in cui non si producono emozioni e genera, di conseguenza, una situazione di infermità. La macchina biologica ha necessità di movimento per poter svolgere la propria funzione di mezzo per l’evoluzione umana. Dal punto di vista fisiologico, le emozioni sono una produzione di chimica, sotto forma di molecole, ormoni e sostanze varie, che circolano nel corpo attraverso il flusso sanguigno (emozione = emo azione = azione del sangue). Le emozioni si producono quando a livello mentale si immagina qualcosa; la visione si materializza prima sotto forma di chimica e, poi, quando l’azione corrisponde all’immagine allora si concretizza nella vita. In effetti le emozioni ci inducono ad agire in direzione dei nostri obiettivi, ammesso e concesso che ce ne sia almeno uno. E se nessuno ce n’è? Beh, la confusione e lo stress prendono il sopravvento e iniziamo a seguire il sogno e l’obiettivo di qualcun altro e allora immagini, emozioni ed azioni non sono più allineati e si sfocia nel caos. Quando le emozioni si cristallizzano, ossia la produzione di quella specifica chimica diviene costante, o addirittura permanente, allora parliamo di sentimenti, ossia forze che agiscono sul campo quantico. In questo caso i cinque sensi della personalità percepiscono sempre solamente le vibrazioni che alimentano quello stato, escludendo e rimbalzando tutte le altre, in quanto subentra un meccanismo di autodifesa che genera una continua staticità dell’essere, bloccando l’evoluzione. I sensi, qui, sono impossibilitati ad uscire dal paradigma in cui si trovano e si assopiscono. Nell’attuale stato di cose, siamo costantemente in una fase di “fight or flight”, ossia di “lotta o fuggi”, una condizione ancestrale dell’essere umano e degli animali, ma che noi abbiamo reso attuale più che mai. Questo fenomeno è ben spiegato dalle neuroscienze. In età cosiddetta primitiva, l’uomo viveva in condizioni continue di pericolo di vita, in quanto continuamente esposto ai pericoli ed è quello che succede tutt’oggi per gli animali liberi. Il “fight or flight” consente di produrre una chimica corrispondente a seconda del pericolo da affrontare: ad esempio, se è necessario scappare si produrranno effetti che concentrano sostanze e sangue sulla parte inferiore del corpo; in caso di lotta, invece, ci si concentrerà sulla parte superiore del corpo. Una volta passato il pericolo, tutto torna alla normalità. Questo fenomeno permette alle razze di sopravvivere. Qual è, allora, lo stato dell’essere umano? Perché attiva costantemente questo aspetto fisiologico? L’essere umano oggi è continuamente sottoposto ad attacchi dovuti principalmente alle parole: dette, pensate, scritte, parole che arrivano dai media, dalla religione, dalla politica, dalla società, dalla famiglia, da qualsiasi persona che consideriamo autorità. Essendo l’utilizzo della parola l’esercizio più praticato dall’essere umano nella sua vita, comprendiamo il perché succede quanto appena esposto. Il “fight or flight” è la reale causa dello stress. Più complicato è quando subentra la situazione di “freeze”, ossia quando ci si blocca: si è impossibilitati, per tutta una serie di motivi, ad agire. Si va nel panico, in quanto si è indecisi se attaccare o scappare. Questo stato protratto a lungo è la causa delle malattie, genera blocchi emotivi. Con il “fight or flight” si attiva il sistema endocrino detto oppioide. L’essere umano è in continua reazione nei confronti del mondo esterno (ma oso dire soprattutto con quello interiore che si rispecchia all’esterno; ma lui è incapace di percepirlo), si vive immersi nella dualità e per questo la parte sinistra del cervello è in iperattività. Quando avviene un evento piacevole, si attiva l’asse ipofisi-tiroide-surrene e vengono rilasciate endorfine che generano uno stato di benessere psicofisico. Quando l’evento è percepito come spiacevole, si attiva sempre l’asse ipofisi-tiroide-surrene ma con rilascio di adrenalina che prepara al “fight or flight”. L’attivazione del sistema oppioide è la causa dell’invecchiamento cellulare, in quanto i recettori della membrana cellulare reagiscono con queste sostanze che, prodotte in eccesso, causano deperimento della cellula stessa. Alla fine della pubertà, la ghiandola pituitaria (ipofisi) produce l’ormone della morte, che interviene nella replicazione cellulare, danneggiando il DNA. La conseguenza è un precoce invecchiamento. Inoltre, la continua stimolazione dell’asse ipofisi-tiroide-surrene genera stress che indebolisce tutto l’organismo. Le persone sottoposte all’effetto dell’oppio vivono in stati simili all’addormentamento, sia fisico che della coscienza. In queste condizioni l’unica funzione dell’epifisi (ghiandola pineale) è produrre melatonina. L’attivazione del sistema cannabinoide rende rilassati, come chi assume cannabis. Vive nell’uno. Gli emisferi cerebrali sono in equilibrio. La ghiandola pineale (epifisi) produce 960 sostanze chimiche. Tra queste l’anandamide che dona una costante pace. Viene inibito l’ormone della morte e la riproduzione cellulare rimane perfetta. Si può vivere centinaia di anni (che Matusalemme avesse compreso proprio questo? 960 anni, proprio come le sostanze prodotte dall’epifisi). In questo tipo di processo biologico si passa da una struttura a base carbonio 12 ad una a base 7, il silicio. Quest’ultimo assorbe ed emana luce ed energia in grandi quantità. Ecco lo stato di illuminazione spiegato a livello scientifico. Nella fase ascensionale, la pineale produce altre 12 sostanze. Esiste un cervello a livello del cuore di circa 40.000 cellule: vivendo nella dualità (sistema oppioide) produce l’ormone endotelina-1 che agisce sull’ipofisi calcificando l’epifisi. Vivendo nell’uno (sistema cannabinoide) produce l’ormone natriuretico atriale che porta la pineale al suo massimo sviluppo. Quali sono i principali ormoni che intervengono nei due processi? Eccoli:
Le persone felici e le persone depresse hanno semplicemente un’attivazione di sistemi differenti. La notizia meravigliosa è che scegliamo noi quale attivare J Approfondisci l’argomento con questi due testi
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