4/29/2021 0 Comments La confusione democraticaChaos ab ordo, ordo ab chao…
Sempre più stabile nel sistema politico di oggi. Ma non solo, tutto si trasla in ogni aspetto dell’esistenza: sociale, familiare, lavorativo, economico, spirituale. La democrazia è declinata in concetti fascio-comunisti, anarchico-dittatoriali: due facce della stessa medaglia, ma che definiscono solo una parte estrema della medaglia. Osserviamo come anche la democrazia abbia perso il suo significato intrinseco. Troppi intendono la democrazia come interpretazione individuale del suo concetto. Andiamo, innanzitutto a comprenderne la definizione. Il dizionario etimologico si esprime così: governo del popolo, ovvero governo a cui prendono parte diretta o indiretta il popolo. Si tratta di governo e il governo in quanto tale prevede una struttura organizzata, che significa ognuno nel proprio ruolo per competenze acquisite, che a sua volta indica il sapere, il saper fare e il saper far fare. Tutto questo viene spesso frainteso, intendendo che tutti hanno diritto a essere in ogni ruolo. A questo punto sorge una domanda? Che significa diritto? La parola conduce all’idea di direzione, perciò, siamo certi che tutti debbano avere diritto a essere in ogni ruolo? Il diritto va conquistato per competenza, altrimenti si sfocia nell’anarchia. Dunque, per giungere a una definizione chiara: tutti hanno diritto a interpretare un ruolo, a patto che ne abbiano le competenze; se queste non ci sono, può impegnarsi per acquisirle e il popolo deve garantire questo. Dall’altro lato, c’è la declinazione opposta, ovvero la nomina al ruolo per nome, sia esso come discendenza di sangue, sia esso inteso come interpretazione di casta, sia esso per motivi personali del nominante: ciò che ne scaturisce è “lo faccio io perché tu non sei capace” togliendo la possibilità di imparare. Anche in questo caso, nessun ruolo è considerato democratico, manca il consenso e manca, spesso, una reale competenza acquisita, negata anche agli altri. Democrazia non significa né una declinazione anarchica, né una declinazione dittatoriale, ma il giusto equilibrio tra i due, in una miscela perfetta che rispetti le doti, i talenti e le inclinazioni delle persone. Non sono le parole che definiscono le competenze, ma i fatti sul campo. E, in effetti, una frase cara a coloro che guidano le popolazioni è: le parole muovono, le azioni trascinano. Ritorniamo a parlare di Democrazia con la D maiuscola, un serie di azioni del popolo, mirate, ponderate, utili, grazie alla capacità di saper discernere in libero arbitrio e non di emozioni intestinali il proprio posto nella comunità.
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