10/5/2020 0 Comments La piccola anima e il soleFoto di Adina Voicu da Pixabay La storiella de La piccola anima e il sole di Neale Donald Walsch ci spiega in modo semplice il percorso spirituale di ognuno.
C'era una volta, in un luogo fuori dal tempo, una Piccola Anima che disse a Dio: "Io so chi sono!" «Ma è meraviglioso! E dimmi, chi sei?», chiese il Creatore. «Sono la Luce!». Il volto di Dio si illuminò di un grande sorriso. «È proprio vero! Tu sei la Luce». La Piccola Anima si sentì tanto felice, perché aveva finalmente scoperto quello che tutti i suoi simili nel Regno avrebbero dovuto immaginare. «Oh», mormorò, «è davvero fantastico!». Ben presto, però, sapere chi era non fu più sufficiente. Sentiva crescere dentro di sé una certa agitazione, perché voleva essere ciò che era. Tornò, quindi, da Dio (un'idea niente male per chiunque desideri essere Chi È in Realtà) e, dopo aver esordito con un: «Ciao, Dio!», domandò: «Adesso che so Chi Sono, va bene se lo sono?». E Lui rispose: «Intendi dire che vuoi essere Chi Già Sei?». «Beh, una cosa è saperlo, ma quanto a esserlo veramente... Insomma, io voglio capire come ci si sente ad essere la Luce!». «Ma tu sei la Luce», ripeté Dio, sorridendo di nuovo. «Si, ma voglio scoprire che cosa si prova!», piagnucolò la Piccola Anima. «Eh, già», ammise il Creatore nascondendo a malapena una risatina, «avrei dovuto immaginarmelo. Hai sempre avuto un grande spirito d'avventura». Poi cambiò espressione e disse: «Però, però... C'è un problemino...». «Di che si tratta?». «Ebbene, non c'è altro che Luce. Vedi io ho creato solo ciò che sei e, di conseguenza, non posso suggerirti nulla per sentire Chi Sei, perché non c'è niente che tu non sia». «Eh?», balbettò la Piccola Anima, che a quel punto faceva fatica a seguirlo. «Mettiamola in questo modo», spiegò Dio. «Tu sei come una candela nel Sole. Oh, esisti, indubbiamente. In mezzo a milioni di miliardi di altre candele che tutte insieme lo rendono ciò che è. E il sole non sarebbe il Sole senza di te. Senza una delle sue belle fiammelle rimarrebbe una semplice stella... perché non risulterebbe altrettanto splendente. E, dunque, la domanda è questa: come fare a riconoscersi nella Luce quando se ne è circondati?». «Ehi», protestò la Piccola Anima, «il Creatore sei tu. Escogita una soluzione!». Lui sorrise di nuovo. «L'ho già trovata», affermò. «Dal momento che non riesci a vederti come Luce quando sei dentro la luce, verrai sommersa dalle tenebre». «E che cosa sarebbero queste tenebre?». «Sono ciò che tu non sei», fu la Sua risposta. «Mi faranno paura?». «Solo se sceglierai di lasciarti intimorire», la tranquillizzò Dio. «In effetti, non esiste nulla di cui avere paura, a meno che non sia tu a decidere altrimenti. Vedi, siamo noi a inventarci tutto. A lavorare di fantasia». «Ah, se è così... », fece un sospiro di sollievo la Piccola Anima. Poi, Dio proseguì spiegando che si arriva alla percezione delle cose quando ci appare il loro esatto opposto. «E questa è una vera benedizione», affermò, «perché, se così non fosse, tu non riusciresti a distinguerle. Non capiresti che cos'è il Caldo senza il Freddo, né che cos'è Su se non ci fosse Giù, né Veloce senza Lento. Non sapresti che cos'è la Destra in mancanza della Sinistra, e neppure che cosa sono Qui e Adesso, se non ci fossero Là e Poi. Perciò, concluse, quando le tenebre saranno ovunque, non dovrai agitare i pugni e maledirle. Sii piuttosto un fulgore nel buio e non farti prendere dalla collera. Allora saprai Chi Sei in Realtà, e anche tutti gli altri lo sapranno. Fa' che la tua Luce risplenda al punto da mostrare a chiunque quanto sei speciale!». «Intendi dire che non è sbagliato fare in modo che gli altri capiscano il mio valore?» chiese la Piccola Anima. «Ma naturalmente!», ridacchiò Dio. «È sicuramente un bene! Rammenta, però, che speciale non significa migliore. Tutti sono speciali, ognuno a modo proprio! Tuttavia, molti lo hanno dimenticato. Capiranno che è buona cosa esserlo nel momento in cui lo comprenderai tu». «Davvero?» esclamò la Piccola Anima danzando, saltellando e ridendo di gioia. «Posso essere speciale quanto voglio?». «Oh, si, e puoi iniziare fin da ora», rispose il Creatore che danzava, saltellava e rideva a Sua volta. «In che modo ti va di esserlo?». «In che modo? Non capisco». «Beh», suggerì Dio, «essere la Luce non ha altri significati, ma l'essere speciali può essere interpretato in vari modi. Lo si è quando si è teneri, o quando si è gentili, o creativi. E ancora, si è speciali quando ci si dimostra pazienti. Ti vengono in mente altri esempi?». La Piccola Anima rimase seduta per qualche istante a riflettere. «Ne ho trovati un sacco!», esclamò infine. «Rendersi utili, e condividere le esperienze, e comportarsi da buoni amici. Essere premurosi nei confronti del prossimo. Ecco, questi sono modi per essere speciali!». «Si!», ammise Dio, «e tu puoi sceglierli tutti, o trovare qualsiasi altro modo per essere speciale che ti vada a genio, in ogni momento. Ecco che cosa significa essere la Luce». «So cosa voglio essere, io so cosa voglio essere!», annunciò la Piccola Anima sprizzando felicità da tutti i pori. «E ho deciso che sceglierò quella parte che viene chiamata “essere disposti al perdono”. Non è forse speciale essere indulgenti?». «Oh, certo», assicurò Dio. «È molto speciale». «Va bene, è proprio quello che voglio essere. Voglio saper perdonare. Voglio Fare Esperienza in questo modo». «C'è una cosa, però, che dovresti sapere». La Piccola Anima fu quasi sul punto di perdere la pazienza. Sembrava ci fosse sempre qualche complicazione. «Che c'è ancora?», ribattè con un sospiro. «Non c'è nessuno da perdonare», disse Dio. «Nessuno?». Era difficile credere a ciò che aveva appena udito. «Nessuno», ripetè il Creatore. «Tutto ciò che ho creato è perfetto. Non esiste anima che sia meno perfetta di te. Guardati attorno». Solo allora la Piccola Anima si rese conto che si era radunata una grande folla. Tanti altri suoi simili erano arrivati da ogni angolo del Regno, perché si era sparsa la voce di quella straordinaria conversazione con Dio e tutti volevano ascoltare. Osservando le innumerevoli altre anime radunate lì intorno, non potè fare a meno di dare ragione al Creatore. Nessuna appariva meno meravigliosa, meno magnifica o meno perfetta. Tale era il prodigio di quello spettacolo, e tanta era la Luce che si sprigionava tutt'attorno, che la Piccola Anima riusciva a malapena a tenere lo sguardo fisso sulla moltitudine. «Chi, dunque, dovrebbe essere perdonato?», tornò alla carica Dio. «Accidenti, mi sa proprio che non mi divertirò! Mi sarebbe tanto piaciuto essere Colui Che Perdona. Volevo sapere come ci si sente a essere speciali in quel senso». La Piccola Anima capì, in quel momento, che cosa si prova a essere tristi. Ma un'Anima Amica si fece avanti tra la folla e disse: «Non te la prendere, io ti aiuterò». «Dici davvero? Ma che cosa puoi fare?». «Ecco, posso offrirti qualcuno da perdonare!». «Tu puoi... ». «Certo! Posso venire nella tua prossima vita e fare qualcosa che ti consentirà di dimostrare la tua indulgenza». «Ma perché? Per quale motivo?», chiese la Piccola Anima. «Sei un Essere di suprema perfezione! Puoi vibrare a una velocità così grande da creare una Luce tanto splendente da impedirmi quasi di guardarti! Che cosa mai potrebbe indurti a rallentare le tue vibrazioni fino a offuscarla? Che cosa potrebbe spingere te che sei in grado di danzare in cima alle stelle e viaggiare per il Regno alla velocità del pensiero a calarti nella mia vita e divenire tanto pesante da compiere questo atto malvagio?». «È semplice», spiegò l'Anima Amica, «perché ti voglio bene». Sentendo quella risposta, lo stupore invase la Piccola Anima. «Non essere tanto meravigliata, Piccola Anima. Tu hai fatto lo stesso per me. Davvero non ricordi? Oh, abbiamo danzato insieme molte volte, tu e io. Nel corso di tutte le età del mondo e di ogni periodo storico, abbiamo ballato. Abbiamo giocato per tutto l'arco del tempo e in molti luoghi. Solo che non te ne rammenti. Entrambi siamo stati Tutto. Siamo stati Su e Giù, la Sinistra e la Destra, il Qui e il Là, l'Adesso e il Poi; e anche maschio e femmina, bene e male: siamo ambedue stati la vittima e l'oppressore. Ci siamo incontrati spesso, tu e io, in passato; e ognuno ha offerto all'altro l'esatta e perfetta opportunità di Esprimersi e di Fare Esperienza di Ciò che Siamo in Realtà. E quindi», continuò a spiegare l'Anima Amica, «io verrò nella tua prossima vita e, questa volta, sarò il “cattivo”. Commetterò nei tuoi confronti qualcosa di veramente terribile, e allora riuscirai a provare come ci si sente nei panni di Colui Che Perdona». «Ma che cosa farai», domandò la Piccola Anima, leggermente a disagio, «da risultare tanto tremendo?». «Oh», rispose l'Anima Amica strizzando l'occhio, «ci faremo venire qualche bella idea». Poi soggiunse a voce bassa: «Sai, tu hai ragione riguardo a una cosa». «E quale sarebbe?». «Dovrò diminuire alquanto le mie vibrazioni, e aumentare a dismisura il mio peso per commettere questa brutta cosa. Mi toccherà fingere di essere ciò che non sono. E, quindi, ti chiedo in cambio un favore». «Oh, qualsiasi cosa, qualsiasi cosa!», gridò la Piccola Anima, che intanto ballava e cantava. «Riuscirò a perdonare, riuscirò a perdonare!». Poi, si rese conto del silenzio dell'Anima Amica e allora chiese: «Che cosa posso fare per te? Sei davvero un angelo, sei così disponibile ad accontentarmi!». «È naturale che sia un angelo!», le interruppe Dio. «Ognuno di voi lo è! E rammentatelo sempre: Io vi ho mandato solo angeli». A quel punto la Piccola Anima sentì ancora più forte il desiderio di esaudire la richiesta e chiese di nuovo: «Che cosa posso fare per te?». «Quando ti colpirò e ti maltratterò, nell'attimo in cui commetterò la cosa peggiore che tu possa immaginare, in quello stesso istante... », «Si? Si... », «Dovrai rammentare Chi Sono in Realtà», concluse l'Anima Amica gravemente. «Oh, ma lo farò!», esclamò la Piccola Anima, «lo prometto! Ti ricorderò sempre così come sei qui, in questo momento!». «Bene», commentò l'Anima Amica, «perché, vedi, dopo che avrò finto con tanta fatica, avrò dimenticato chi sono. E se non mi ricorderai per come sono, potrei non rammentarmelo per un sacco di tempo. Se mi scordassi Chi Sono, tu potresti addirittura dimenticare Chi Sei, e saremo perduti entrambi. E allora avremmo bisogno di un'altra anima che venisse in nostro soccorso per rammentarci Chi Siamo». «No, questo non accadrà!», promise la Piccola Anima. «Io ti ricorderò! E ti ringrazierò per avermi fatto questo dono: l'opportunità di provare Chi Sono». Quindi, l'accordo fu fatto. E la Piccola Anima andò verso una nuova vita, felice di essere la Luce e raggiante per la parte che aveva conquistato, la Capacità di Perdonare. Attese con ansia ogni momento in cui avrebbe potuto fare questa esperienza per ringraziare l'anima che, con il suo amore, l'aveva resa possibile. E in tutti gli istanti di quella nuova vita, ogni qualvolta compariva una nuova anima a portare gioia o tristezza, specialmente tristezza, ricordava quello che aveva detto Dio. «Rammentatelo sempre», aveva affermato con un sorriso, «Io vi ho mandato solo angeli». Ascolta la lettura a (questo link) Questa meravigliosa storiella racchiude ogni aspetto e ogni dettaglio del messaggio cristico. Il percorso spirituale posto in essere da ogni individuo è dell’anima, la quale sceglie di incarnarsi per acquisire ciò che ancora le manca a livello esperenziale. Come ella stessa afferma, sa di essere luce, ma vuole comprendere cosa significhi esserlo; ed è per questo che cadiamo nella materia a sperimentare anche le più basse pulsioni umane. Come anime decidiamo con Dio il progetto da sviluppare nell’esistenza terrena, affinché comprendiamo appieno la nostra vera essenza, ovvero che siamo luce e che esiste solo la luce. Per vivere questo stato dell’essere è necessario metterci nella condizione opposta, perché solo conoscendo le tenebre comprendiamo la nostra natura di luce: apprezziamo il sole perché c’è la nebbia, il caldo perché esiste il freddo. Ed è così che veniamo qui sulla Terra a divenire ciò che in realtà già siamo. La Terra è un pianeta unico nel suo genere, poiché ci permette proprio questo, ovvero una totale apertura alla realtà, senza veli di offuscamento, quei veli che solo noi possiamo togliere per percepire il Tutto: noi siamo esattamente questo. Ci incarniamo in un corpo materiale, appositamente scelto per conoscere ciò che ci è nascosto; è così che firmiamo il cosiddetto “patto di distrazione”, ossia arriviamo qui senza libretto di istruzioni: dimentichiamo chi siamo e l’obiettivo per cui abbiamo scelto di essere qui per scrivere, momento per momento, il nostro personale libretto. Una cosa è certa: molte anime amiche si incarnano con noi per aiutarci in questo percorso, diventando i nostri nemici. Grazie alla comprensione, permettiamo a noi e a loro di ridivenire ciò che siamo, perché anche loro si incarnano senza libretto di istruzioni e dimenticano chi sono davvero. Sta al nostro libero arbitrio e alla nostra compassione valutare con accuratezza quale grande anima si cela nel nostro nemico. Diviene questo il significato di destino; il concetto è inteso come il contrario di libero arbitrio. A mio avviso, entrambi sono la risultante di quanto noi abbiamo deciso di sperimentare: il destino è l’insieme di talenti e virtù che ancora dobbiamo rendere nostri, il libero arbitrio definisce le strade e i mezzi che decidiamo di utilizzare. In realtà, programmiamo un piano prima di cadere per addensarci nella materia e sta a noi, più o meno liberamente, decidere come attuarlo. Infinite vie e mezzi ci portano da Roma a Rovigo; noi vogliamo arrivare lì, questo è l’obiettivo, la missione del progetto. Il come viene a formarsi mano a mano che procediamo nel viaggio. Quel viaggio che è la nostra spiritualità. Ammettere che esiste un destino è confermare l’esistenza della divinità, che afferma il nostro libero arbitrio. Differenza tra Religione e Spiritualità In origine Religione e Spiritualità erano un unico aspetto. La mente duale umana ha diviso i due concetti concependoli separati e definendo la vita di un’anima sulla Terra come la caduta dello spirito nella materia. La Religione si rifà principalmente a concetti della macchina biologica, la spiritualità si dedica a spirito e anima. Lo scopo è quello del ritorno alla Casa del Padre, perciò ci si auspica il ritorno a un’unica concezione. I due termini sono entrambi potenti e belli, ma tutto può essere percepito a un’ottava alta o un’ottava bassa. Religione significa re-ligere, riunirsi dopo una separazione. La diversità di cammino sta nella modalità con cui avviene questa riunione: l’amore di sé oppure la paura di un castigo. La definizione può essere intesa all’ottava alta come scrupolosa attenzione, cura diligente, scrupolosa esattezza, ovvero poniamo in essere tutto ciò che è perfetto per noi; all’ottava bassa è credenza e timore della divinità, dipendenza, ovvero una modalità distruttiva. Spiritualità significa che attiene allo spirito, ossia alla religione (intesa all’ottava alta). L’etimologia ci viene incontro confermandoci significati simili. Ecco, allora, che gli uomini hanno diviso le due cose e religione è divenuta il timore di Dio e spiritualità è divenuta la scrupolosa attenzione su di sé. Andiamo a definire le differenze insite nel significato delle due parole e, quindi, nella pratica di una religione come imposizione o la ricerca spirituale come libera scelta di vita. Personalità e anima La Religione è stabilita dagli uomini per gli uomini. Si basa su concetti universali ma adattati all’ambiente, all’epoca storica ed economica, al livello di coscienza e di comprensione medio delle persone. È adatta alle persone inconsapevoli e si rivolge alla personalità, composta dai nostri corpi fisico, emotivo e mentale. È timore di Dio, un atteggiamento secondo cui il fedele vive costantemente considerandosi sotto l’occhio giudicante di Dio, preoccupandosi di lui e dimenticandosi di sé, e lo identifica come un’entità a sé che vive in cielo, in alto; è qualcosa di esterno che impone regole di condotta secondo i suoi canoni (in realtà sono interpretazioni umane del messaggio cristico). La Spiritualità è il nostro viaggio su questa Terra per giungere ad una totale comprensione di chi siamo davvero ed è basato sulle leggi universali, mai manipolate, ma intese nella loro reale accezione. È introspezione e viviamo nell’idea che tutto fa parte di un’unica energia e che siamo la divinità. Percorriamo la via secondo i dettami dell’anima, senza accettare le imposizioni altrui. È il reale messaggio cristico. Peccato/colpa/castigo e scoperta/responsabilità/punizione La Religione è un percorso di redenzione a causa del peccato mortale, un peccato commesso dai nostri avi, che abbiamo scelto di scontare attraverso la sofferenza e il dolore, pena l’eternità all’inferno. La redenzione è ricomprare qualcosa che ci è stato tolto, quindi, non solo ci è negata a causa di altri, ma la dobbiamo pagare di nuovo. Questo peccato è generato dalle nostre colpe e, per questo, meritiamo un castigo, il quale è deciso a seguito di una sentenza immutabile, perciò anche la pena diviene eterna. È interessante conoscere che colpa è ciò che volontariamente poniamo in atto per lesionarci, perciò il castigo è ciò che vogliamo davvero! L’espiazione dei peccati avviene secondo un percorso imposto da altri (perché solo quello è giusto, poiché siamo tutti uguali) che ci crea ogni giorno sottomissione e annichilimento dell’identità (anima) a favore di un’identificazione (personalità) ben definita. La Spiritualità è un viaggio di continua scoperta che ci conduce in qualche modo anche a errare, sia nel senso di commettere errori sia di vagare senza meta. Ma l’errore è l’ottava bassa della scoperta: comprendo che è importante fare altro. Vagare senza una meta ci indica l’arrivare qui senza libretto di istruzioni per il completamento della nostra missione. Ciò avviene quando divento responsabile di quanto accade, ovvero rispondo delle azioni compiute, sia consapevolmente che inconsapevolmente. In questo secondo caso è necessaria una nuova conoscenza per giungere all’obiettivo. Quando si produce un errore, si ottiene una punizione, che è una purificazione: comprendiamo l’effetto dell’azione svolta e lo correggiamo, che è imparare qualcosa di nuovo. Manipolazione e libero arbitrio La Religione è una serie di manipolazioni mentali attuate con traduzioni e interpretazioni dei testi cosiddetti sacri, spesso false e favorevoli a un gruppo di persone elitarie, che insegnano a loro immagine e somiglianza. La verità è la loro; ciò comporta un allontanamento dalla ricerca personale, poiché il paradiso si conquista tramite l’intercessione di elementi esterni, i cosiddetti ministri di Dio. La Spiritualità educa al libero arbitrio, la capacità di scegliere liberamente le azioni da compiere per realizzare la divinità che si è. Diviene possibile a seguito della comprensione dell’amore incondizionato. La conquista del paradiso, il ritorno alla casa del Padre, è una faccenda individuale. Amore condizionato e amore incondizionato La Religione si pratica attraverso l’amore strettamente condizionato: «Se fai questo, allora Dio ti accoglierà in Paradiso!». Il se prevede sempre una condizione, quindi, la redenzione dipende dalle azioni imposte da Dio attraverso i suoi ministri. La Spiritualità è il percorso dell’amore incondizionato, amare semplicemente perché un soggetto esiste e permette di percepire la perfezione del tutto. Comandamenti e codice d’onore La Religione impone dei comandamenti, ovvero una serie di principi egoici che prevedono sempre vincitori e vinti, dove i vinti vengono castigati e i vincitori si accaparrano il meglio. La Spiritualità formula un codice d’onore individuale, basato su valori etici e di elevazione umanitaria, sulle virtù animiche già sviluppate. Tutti vincono. Paura e coraggio La Religione si basa sul timore di Dio; instilla paura nella persona che, essendo inferiore, deve sottomettersi ed essere schiava di un Dio onnipotente, onnisciente, onnipresente. La Spiritualità sviluppa coraggio di essere potenti, di osare, di divenire e porsi al servizio dell’umanità, in quanto utili all’evoluzione dell’intero universo. Aldilà e qui e ora La Religione propone un mondo alternativo a seguito della morte del corpo fisico, in cui le anime saranno divise secondo la bontà o la cattiveria raggiunta su questo piano di esistenza. Aldilà ci sono tre luoghi: Paradiso, Purgatorio e Inferno. Il tutto per l’eternità, quindi, parte dal presupposto che qui siamo solo di passaggio e più sofferenza e sottomissione subiamo, migliore sarà la vita eterna. In realtà siamo già eterni, anche qui. È predicato un mondo di dolore, schiavitù e annichilimento della propria identità. La Spiritualità comprende che esistono solo un tempo e un luogo: il qui e ora. È solo adesso che possiamo essere felici e completi, perché solo l’istante presente esiste. Il Paradiso, il Purgatorio e l’Inferno sono adesso, qui, mai dopo, là; decidiamo con le nostre azioni come e dove vivere. Ogni momento va vissuto all’ottava alta, nessun istante va sprecato in sofferenza inflitta e imposta da terzi. Morte e ciclicità della vita La Religione prevede la morte del corpo e l’anima si dirige verso Dio che decide, a suo insindacabile giudizio, quale sarà la vita eterna. Quando un giorno deciderà, allora potrebbe essere che resusciti le anime. La Spiritualità conosce la ciclicità della vita, nella quale la morte fisica è solo un passaggio a un livello di coscienza ed energetico superiore. Tutto evolve in senso spiralico e ogni volta che si conclude un ciclo, ne inizia un altro a un livello maggiore, un’ottava superiore di vibrazione. La morte è inesistente. Credenza e fede La Religione è un insieme di dogmi, impossibili da comprendere e dei quali bisogna ben guardarsi dal chiedere spiegazioni. Tutto è così, punto. Nessuno deve permettersi di dubitare della parola di Dio, perché è l’unica verità insindacabile; se le nostre esperienze danno risultati diversi, significa che siamo falsi. Le persone devono credere ciecamente, senza farsi domande, perché quest'ultime creano dubbi e il dubbio è del diavolo, perché spinge alla ricerca di qualcosa di diverso. La Spiritualità chiede proprio di porsi domande potenzianti, che inducano ad uscire dal dogmatismo a favore di una vita di esperienza personale e libera da condizionamenti. Questo permette di sviluppare fiducia nell’esistenza e fede nelle persone. Le domande creano dubbi, in modo che le persone possano trovare le risposte da sé. Identificazione e identità La Religione impone dogmi, regole, riti e pratiche ben precise, condizionando la vita dei cosiddetti fedeli. Predica l’uguaglianza di tutti gli esseri umani e così si adopera per renderli tutti uguali, attraverso una perdita di identità a favore dell’identificazione col sistema di credenze e di obbedienza imposto da quel Dio onnipotente (sappiamo, invece, che sono create dall’uomo per l’uomo). L’identificazione, dunque, è essere chi vogliono gli altri, realizzare la vita degli altri ed evitare di pensare con la propria testa poiché esseri inferiori a Dio. La Spiritualità porta a ritrovare la propria identità, sviluppando i nostri talenti in modalità equa, ossia secondo i dettami animici. Nessuno è uguale a un altro, possono esserci similitudini, ma gli esseri umani sono ognuno unico in se stesso.
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