Ogni essere vivente ha origine da un altro essere vivente, così come l’anima ha origine da un altro elemento animico. Le leggi della vita dell’anima hanno la medesima applicazione dei fenomeni naturali esteriori. Come dentro così fuori ci indica il tre volte grandissimo Ermete.
Le leggi dello spirito le troviamo declinate nel mondo sensibile e viceversa. Nell’evoluzione perdiamo alcune facoltà secondo l’ambiente e il contesto in cui viviamo, ma ne acquisiamo altre, a volte tangibili, a volte intangibili, e questo lo evidenziamo anche nella vita dell’anima. Avvalendoci dei concetti scientifici, comprendiamo noi stessi a un livello vibrazionale più elevato. La parola anima genera in molti una sensazione di rifiuto perché si tratta solo di fenomeni fisici spiegabili come energia, forze, dinamiche particolari. È come non chiamare una mela con tale parola perché si tratta di una forma, un colore, un sapore, una massa. Se diamo per assodato il principio ermetico come in alto così in basso, come dentro così fuori è una verità sia che la chiamiamo in un modo, sia nell’altro; uno non esclude l’altro. È come dire che una strada che unisce due città può essere chiamata tale solo se la si percorre in un senso, non nell’altro. Il fatto che qualcosa non sia percepito dai sensi dell’informazione non significa che non esista. Ogni uomo ha la propria biografia che lo caratterizza e non è la semplificazione della descrizione di umanità. Ogni singolo uomo, infatti, non è solo un esemplare della razza umana, ma molto di più. Dove cessano i tratti della razza umana, ha inizio la sua posizione di individuo con la propria missione e il ruolo specifico per lui nel mondo e qui termina l’interpretazione pura di razza umana nel senso di ereditarietà dei caratteri fisici. La genialità di un individuo non è caratteristica ereditaria, quanto animica. Ed è qui che entra in gioco la necessità scientifica delle leggi di reincarnazione e karma. Tali leggi chiariscono il destino spirituale, la missione come esseri umani, i compiti più elevati da compiere e, tutto questo, è l’impegno più elevato per ognuno. È sia una necessità, sia un obbligo morale. Ciò che viene descritto come miracolo è l’azione delle leggi spirituali. Possiamo comprendere l’anima solamente se la concepiamo come procedente da un’entità animica antecedente e di un grado psichico inferiore a essa. Ne consegue che l’anima è già esistita in questa forma inferiore. Tutto procede per evoluzione, come ogni specie animale o vegetale, anche l’anima; perciò, essa ricompare in un nuovo corpo umano percorrendo tutti i gradi evolutivi umani. Il concetto di immortalità prende così forma. Le condizioni di ogni anima sono, dunque, gli effetti di quelle antecedenti come ci spiega la legge del karma che riporto testualmente secondo la definizione di Rudolf Steiner nel libro Reincarnazione e karma: tutto quanto io so fare e faccio nella vita presente, non sta a sé isolatamente, come un miracolo, ma si connette come effetto con le precedenti forme di esistenza della mia anima, e come causa con quelle future. Gli enigmi a cui ci si trova di fronte nel vivere la propria esistenza sono il frutto dell’ignorare la legge del karma. Gli effetti di questa vita hanno senso quando si contestualizzano nella vita antecedente e nella vita successiva. Le esperienze precedenti hanno effetti in questa vita e quelli di questa vita in una successiva. Questa conoscenza risponde a domande come: chi sono, da dove vengo e dove vado, riconoscendo la propria via, una via che va al di là della semplice nascita e semplice morte, inserendo ogni azione in un flusso di eternità. Prima di giungere a tale consapevolezza, l’uomo non riconosce il suo essere poiché è come avvolto nella nebbia, seguendo così gli impulsi ma senza riconoscerli. L’evoluzione nutre la responsabilità e la conoscenza della spiritualità diviene un vero e proprio dovere. Come agisce il karma Le molteplici incarnazioni sono connesse tra loro e, attraverso di esse passa lo spirito umano. Ma come sono connesse tra loro queste vite? Qual è il senso che la vita di oggi sia l’effetto delle precedenti e la causa delle future? Decliniamo tutto questo nella quotidianità. Le attività di un giorno sono interrotte dal riposo notturno. Al mattino, riprendiamo le attività da dove le abbiamo interrotte il giorno prima, perciò ci allacciamo ai risultati conseguiti precedentemente e possiamo dire che il destino di oggi è il risultato delle azioni di ieri. Siamo, dunque, noi gli artefici del nostro destino attraverso il ciclo continuo di causa ed effetto, dove l’effetto diviene una successiva causa. Ci ritroviamo ad avere a che fare con le cause di ieri pur essendocene separati per un periodo. Una conseguenza degli effetti delle nostre azioni è che ci trasformano e le esperienze di ieri sono la causa delle capacità che ci ritroviamo oggi. Quindi, il passato è in me nel presente verso l’avvenire. Grazie al passato ci siamo creati le condizioni attuali. Il senso della vita è proprio questo: vivo la casa che ho fatto costruire per me. Se gli effetti delle azioni non sono il mio destino di oggi significa che è finito tutto, perciò non ha senso destarsi questa mattina. Lo spirito umano dovrebbe essere ricreato di nuovo. Una volta attivato, un essere ha introdotto nelle azioni il suo sé e rimane connesso con gli effetti delle azioni stesse di cui egli stesso è divenuto. Si tratta della legge del karma, ovvero l’attività divenuta destino. La legge del karma domina il mondo. La notte rappresenta la morte nella quale l’uomo è sottratto al suo destino, ma gli eventi proseguono il loro effetto senza la nostra influenza, che riprende quando ci destiamo (in senso macro quando ci incarniamo di nuovo). Ciò che è separato nella notte si ricongiunge nel giorno. Anche il contesto dell’esistenza ha un valore elevato: lo spirito umano può vivere solo nell’ambiente adeguato alle sue azioni per mezzo delle quali se l’è egli stesso creato. Ma cos’è che tiene il filo delle azioni di ieri nell’oggi? È la memoria che lega gli effetti dell’operare, altrimenti, senza di essa, si riprenderebbe da zero ogni volta. A ogni risveglio, a ogni incarnazione, ci ritroviamo in una triplice natura: il corpo con le leggi fisiche, il nostro spirito identico a ieri con le potenzialità di oggi, la memoria. La memoria è l’anima che conserva gli effetti delle azioni. Ecco il nesso tra il corpo, l’anima e lo spirito. Il corpo è determinato da nascita e morte, lo spirito è eterno, l’anima li lega costruendo il destino. Nell’atto di reincarnarsi, lo spirito ritrova sotto forma di destino i risultati delle sue azioni e l’anima collega lo spirito al proprio destino. Una parte degli effetti delle azioni di questa incarnazione diventano la causa del destino di un’altra incarnazione. Dunque, ognuno crea il proprio destino. Nel ciclo di incarnazioni si sviluppa un’evoluzione ascendente attraverso il sapere, l’esperienza, la comprensione. Lo spirito prende sempre più coscienza di sé perché è sulla via della libertà che conquista prendendo contatto col destino che non agisce per propria volontà ma lo facciamo noi in conformità alle leggi del destino. Agiamo in base al nostro karma, ma a ogni azione creiamo nuovo karma e passiamo dall’inconsapevolezza alla consapevolezza. Le leggi dello spirito, dunque, in base a quanto detto, non ammettono il caso, ma sono anche particolarmente complesse e complicate da capire, soprattutto perché vogliamo spiegare con concetti di terza dimensione ciò che non le appartiene. Per esempio, lo stesso evento vissuto da più uomini nel piano fisico ha un significato diverso per ognuno di essi nelle altre dimensioni; oppure, possono essere concatenazioni comuni preesistenti che si manifestano nella stessa esperienza terrena. Quindi, una stessa situazione può avere condizioni indipendenti per ogni uomo coinvolto, oppure quell’esperienza è il nesso karmico per una nuova incarnazione, oppure è l’effetto di una colpa passata comune a tutte le persone. Ma esistono anche le infinite possibilità intermedie ai tre esempi. Ci sono alcuni aspetti ereditari, ma non quelli karmici individuali. Possono essere trasmesse delle sensazioni, ma non ciò che riguarda lo spirito, come le memorie, l’attività pensante, le capacità artistiche. L’uomo si incarna in un ambiente che si confà al proprio karma. Facoltà e forze si esplicano quando in armonia con l’ambiente proprio. Il karma non va considerato come qualcosa di immutabile, come un fato, ma come spinta alla libertà di azione e alla volontà; ciò che indica è che ogni azione inserisce il suo effetto nel presente e nel divenire. L’azione è libera, l’effetto è dominato dalle leggi.
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