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10/10/2021 0 Comments

Simbolismo ed esoterismo dei vangeli - Giovanni 10

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1 «In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. 2 Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. 3 Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. 4 E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. 5 Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». 6 Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro.
 
Il pastore è il nostro Io ed è sempre presente nella nostra mente e nel nostro cuore. Entra in Noi dalla porta, quando nasciamo su questo piano di esistenza. Chi entra da un’altra parte è il sistema di credenze manipolate, quindi, sono altri che si infiltrano nei meandri del labirinto mentale confondendoci. Ascoltando l’Io, la nostra anima, riconosciamo la voce reale che indica la retta via di azione e riusciamo a respingere le false voci che si sono introdotte.
Le pecore sono le nostre credenze: stabiliamo Noi stessi se esse siano potenzianti o depotenzianti.
 
7 Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. 8 Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. 9 Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo. 10 Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza. 11 Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. 12 Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; 13 egli è un mercenario e non gli importa delle pecore. 14 Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, 15 come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. 16 E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore. 17 Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. 18 Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio».
 
Ascoltando Noi e i nostri obiettivi, nessuno può deviarci dal nostro percorso. Chi tenta di farlo è un mercenario al soldo di un sistema manipolatorio dal quale riceve benefici egli stesso. Ognuno di Noi è Maestro di se stesso e nessuno può permettersi di imporsi su altri. L’Io agisce per la libertà di ogni essere vivente e conosce le esigenze e gli obiettivi della persona stessa, perché ha una missione ben precisa da svolgere e dei talenti da sviluppare per porsi al servizio.
 
19 Sorse di nuovo dissenso tra i Giudei per queste parole. 20 Molti di essi dicevano: «Ha un demonio ed è fuori di sé; perché lo state ad ascoltare?». 21 Altri invece dicevano: «Queste parole non sono di un indemoniato; può forse un demonio aprire gli occhi dei ciechi?».
 
Essere dalla parte della Verità permette di riconoscerla sempre. Chi sta all’opposizione, percepirà sempre falsità, anche di fronte all’evidenza.
 
22 Ricorreva in quei giorni a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era d'inverno. 23 Gesù passeggiava nel tempio, sotto il portico di Salomone. 24 Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando terrai l'animo nostro sospeso? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». 25 Gesù rispose loro: «Ve l'ho detto e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste mi danno testimonianza; 26 ma voi non credete, perché non sie-te mie pecore. 27 Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. 28 Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. 29 Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio. 30 Io e il Padre siamo una cosa sola».
 
Essendo immersi nel sistema di credenze esterne, a cui ci si sottomette per paura della libertà, è impossibile riconoscere la Verità, il vero percorso da compiere e come svolgerlo correttamente. Questo accade perché c’è l’inverno in Noi, ossia tutto è congelato sotto una coltre di ghiaccio che dev’essere sciolto per comprendere quello che c’è davvero in essenza. Per poterlo fare è fondamentale staccarsi da tutto e ascoltarci dentro. Finché si continua a guardare il dito che indica la luna invece della luna, è impossibile conoscere la Verità. Quando proviamo disagio significa che stiamo seguendo le indicazioni esterne, quando siamo a nostro agio stiamo ascoltando il nostro Io, la divinità che siamo, perché Io e il Padre sono una cosa sola.
Si specifica qui che Gesù Cristo passeggia sotto il portico del tempio. È l’esterno di Noi, ecco perché non capiamo. Dobbiamo entrare nel tempio, ossia in introspezione per svolgere quell’azione che porta alla saggezza.
 
31 I Giudei portarono di nuovo delle pietre per lapidarlo. 32 Gesù rispose loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?». 33 Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un'opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». 34 Rispose loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dèi? 35 Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata), 36 a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono Figlio di Dio? 37 Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; 38 ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre». 39 Cercavano allora di prenderlo di nuovo, ma egli sfuggì dalle loro mani.
 
La frase “Voi siete dèi” racchiude tutta l’essenza di chi siamo realmente. Ho già scritto come ognuno di Noi è creatore di se stesso e della realtà e le antiche scritture lo confermano. La divinità siamo Noi, non esiste un’entità esterna.
 
40 Ritornò quindi al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui si fermò. 41 Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha fatto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». 42 E in quel luogo molti credettero in lui.
 
Tornare di là del Giordano dove Giovanni battezzava indica il ritorno alla purificazione, azione indispensabile per liberarci dalle zavorre mentali ed emotive, accogliere il nostro Io e credere in Noi stessi.

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    Serena Pattaro

     

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