![]() 1 Vi fu poi una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. 2 V'è a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una piscina, chiamata in ebraico Betzaetà, con cinque portici, 3 sotto i quali giaceva un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. 4 [Un angelo infatti in certi momenti discendeva nella piscina e agitava l'acqua; il primo ad entrarvi dopo l'agitazione dell'acqua guariva da qualsiasi malattia fosse affetto.] 5 Si trovava là un uomo che da trentotto anni era malato. 6 Gesù vedendolo disteso e, sapendo che da molto tempo stava così, gli disse: «Vuoi guarire?». 7 Gli rispose il malato: «Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me». 8 Gesù gli disse: «Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina». 9 E sull'istante quell'uomo guarì e, preso il suo lettuccio, cominciò a camminare. Ritroviamo un ennesimo esempio di guarigione. Essa deriva dall’anima, dalla ferma volontà di ottenerlo. Possiamo arrivare al traguardo solo ed esclusivamente quando lo vogliamo davvero, non quando lo desideriamo. La volontà è dell’Io, il desiderio è della personalità, ossia indotto da credenze e giudizi esterni. Quando i vari vorrei, desidero, mi piacerebbe diventano Io voglio allora si sviluppa la fiducia che tutto è già realizzato e accade. Ippocrate disse: «Prima di cercare la guarigione di qualcuno, chiedetegli se è disposto a rinunciare alle cose che lo hanno fatto ammalare». Quel giorno però era un sabato. 10 Dissero dunque i Giudei all'uomo guarito: «È sabato e non ti è lecito prender su il tuo lettuccio». 11 Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: Prendi il tuo lettuccio e cammina». 12 Gli chiesero allora: «Chi è stato a dirti: Prendi il tuo lettuccio e cammina?». 13 Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato, essendoci folla in quel luogo. Nessuna legge terrena e fatta da uomini per gli uomini ha effetto sulle leggi divine, universali, sempre valide. Le leggi degli uomini lasciano il tempo che trovano, nascono e finiscono con i paradigmi di quel momento. Le leggi divine si rifanno a una coscienza superiore che opera nell’anima attraverso il nostro Io superiore. Questo è uno dei messaggi cristici. 14 Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio». Quando riusciamo a ottenere un risultato importante verso la riconquista del nostro Io, dobbiamo evitare di ricadere nello stesso errore in seguito, cosa possibile quando l’Io non è stabile, perché le tentazioni dell’apparato psico-fisico sono molte. Ricadere nello stesso errore significa peggiorare quello che stavamo vivendo prima della guarigione, perché siamo rimasti nell’incomprensione. 15 Quell'uomo se ne andò e disse ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. 16 Per questo i Giudei cominciarono a perseguitare Gesù, perché faceva tali cose di sabato. 17 Ma Gesù rispose loro: «Il Padre mio opera sempre e anch'io opero». 18 Proprio per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo: perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio. Chi sente minacciata la propria autorità agisce volendo eliminare l’oggetto in questione, ma eliminare Gesù Cristo, non significa eliminare il suo messaggio, quell’amore e quella libertà propri di ogni essere umano che l’Io, la divinità che è Noi, riesce a educare; la sua vibrazione rimane. 19 Gesù riprese a parlare e disse: «In verità, in verità vi dico, il Figlio da sé non può fare nulla se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa. 20 Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, e voi ne resterete meravigliati. 21 Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi vuole; 22 il Padre infatti non giudica nessuno ma ha rimesso ogni giudizio al Figlio, 23 perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. Questi versetti ricordano di nuovo il motto ermetico più famoso: «Come in alto così in basso», un principio che è applicato a ogni livello di esistenza. Il Padre è l’alto e il Figlio è il basso, ciò che trasmette l’Io all’ego è ciò che accade nella realtà manifesta. Tutto parte dall’alto per poter concretizzarsi in basso, ma questo è possibile proprio perché il basso esiste. L’anima, che è infinita ed eterna, evolve grazie al fatto che può incarnarsi in un apparato psico-fisico finito e con una “data di scadenza”. 24 In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. Chi ascolta il messaggio della propria anima, dell’Io, e la applica nella propria vita, comprende che l’anima è eterna ed è priva di giudizio, perché è. 25 In verità, in verità vi dico: è venuto il momento, ed è questo, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e quelli che l'avranno ascoltata, vivranno. 26 Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso al Figlio di avere la vita in se stesso; 27 e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell'uomo. 28 Non vi meravigliate di questo, poiché verrà l'ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno: 29 quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. 30 Io non posso far nulla da me stesso; giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. Ognuno è in grado di criticare se stesso ascoltando il messaggio dell’Io, quindi, diviene capace di tenere ciò che è evolutivo e lasciare andare ciò che inganna. Tutto è giusto e corretto quando si percepisce con il cuore, senza veli che nascondono la verità. La vita è quando si esiste per quello che si è, è resurrezione vera. La morte è quel tipo di esistenza che poniamo in essere annichilendo il nostro Io, agendo come zombie anziché come uomini. 31 Se fossi io a render testimonianza a me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera; 32 ma c'è un altro che mi rende testimonianza, e so che la testimonianza che egli mi rende è verace. 33 Voi avete inviato messaggeri da Giovanni ed egli ha reso testimonianza alla verità. 34 Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché possiate salvarvi. 35 Egli era una lampada che arde e risplende, e voi avete voluto solo per un momento rallegrarvi alla sua luce. Molto interessante l’accento su questo punto. Spesso si pensa di realizzare se stessi andando ad ascoltare un maestro che parla, o leggendo un libro, oppure guardando un video. Giovanni Battista rappresenta questo. È solo praticando che la vita diviene tale. Quando una persona, o un libro, o un video, non induce ad azione reale mirata, significa che non è influente e si può essere tale solamente quando si incarna quel messaggio. Infatti, Gesù Cristo è il livello superiore di Giovanni Battista, perché il suo messaggio spinge a fare azione concreta. Un momento di gioia serve a poco se va ad affievolirsi. È necessario adoperarsi per alimentare questo stato dell’essere, come per vedere è importante essere sempre alla luce e mantenerla. 36 Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. 37 E anche il Padre, che mi ha mandato, ha reso testimonianza di me. Ma voi non avete mai udito la sua voce, né avete visto il suo volto, 38 e non avete la sua parola che dimora in voi, perché non credete a colui che egli ha mandato. 39 Voi scrutate le Scritture credendo di avere in esse la vita eterna; ebbene, sono proprio esse che mi rendono testimonianza. 40 Ma voi non volete venire a me per avere la vita. La realizzazione dell’Io avviene quando si ascolta l’anima, si persegue la missione per la quale ci siamo incarnati. Quando eseguiamo gli ordini imposti da chi vuole soggiogarci e manipolarci, allora la vocina interiore pian piano si spegne. L’azione dev’essere fatta da ognuno; mai dobbiamo aspettare che siano gli altri ad agire per Noi. 41 Io non ricevo gloria dagli uomini. 42 Ma io vi conosco e so che non avete in voi l'amore di Dio. 43 Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi ricevete; se un altro venisse nel proprio nome, lo ricevereste. 44 E come potete credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene da Dio solo? 45 Non crediate che sia io ad accusarvi davanti al Padre; c'è già chi vi accusa, Mosè, nel quale avete riposto la vostra speranza. 46 Se credeste infatti a Mosè, credereste anche a me; perché di me egli ha scritto. 47 Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?». L’ego ha sempre bisogno di conferme e le ricerca spasmodicamente finché le trova. L’Io, invece, è esso stesso conferma di sé.
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