![]() 1 Dopo questi fatti Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più andare per la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo. Gesù Cristo qui ci indica un consiglio importante: certe informazioni possono essere date solo a chi è pronto ad accoglierle. Una forma diffusa è quella di voler convincere le persone della bontà di una cosa o situazione, senza considerare se quelle persone vogliano proprio quello. Ed è così che si sprecano energie e tempo inutilmente. Andiamo sempre da chi accoglie quanto abbiamo da donare, aiutiamoli a educare il loro sé. Ci si ricollega all’insegnamento di non dare le perle ai porci. 2 Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, detta delle Capanne; 3 i suoi fratelli gli dissero: «Parti di qui e va' nella Giudea perché anche i tuoi discepoli vedano le opere che tu fai. 4 Nessuno infatti agisce di nascosto, se vuole venire riconosciuto pubblicamente. Se fai tali cose, manifèstati al mondo!». 5 Neppure i suoi fratelli infatti credevano in lui. 6 Gesù allora disse loro: «Il mio tempo non è ancora venuto, il vostro invece è sempre pronto. 7 Il mondo non può odiare voi, ma odia me, perché di lui io attesto che le sue opere sono cattive. 8 Andate voi a questa festa; io non ci vado, perché il mio tempo non è ancora compiuto». 9 Dette loro queste cose, restò nella Galilea. 10 Ma andati i suoi fratelli alla festa, allora vi andò anche lui; non apertamente però: di nascosto. 11 I Giudei intanto lo cercavano durante la festa e dicevano: «Dov'è quel tale?». 12 E si faceva sommessamente un gran parlare di lui tra la folla; gli uni infatti dicevano: «È buono!». Altri invece: «No, inganna la gente!». 13 Nessuno però ne parlava in pubblico, per paura dei Giudei. La nostra parte divina si manifesta da sé, nella vita di tutti i giorni. Il sensazionalismo è dell’ego; l’Io agisce indipendentemente dagli altri e dall’approvazione degli altri. Quando si perseguono i fini egoici è impossibile realizzare l’Io. La gente va influenzata con l’esempio, mai manipolata per accaparrarsi favori. Agendo secondo l’Io Sono, alcuni ci riconoscono, altri ci rifiutano. È solo questione di quanto quelle persone siano in cammino nel percorso cristico, quanto hanno compreso. Non è mai la quantità che rende migliore una persona, ma la qualità che esprime. 14 Quando ormai si era a metà della festa, Gesù salì al tempio e vi insegnava. 15 I Giudei ne erano stupiti e dicevano: «Come mai costui conosce le Scritture, senza avere studiato?». 16 Gesù rispose: «La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato. 17 Chi vuol fare la sua volontà, conoscerà se questa dottrina viene da Dio, o se io parlo da me stesso. 18 Chi parla da se stesso, cerca la propria gloria; ma chi cerca la gloria di colui che l'ha mandato è veritiero, e in lui non c'è ingiustizia. 19 Non è stato forse Mosè a darvi la Legge? Eppure nessuno di voi osserva la Legge! Perché cercate di uccidermi?». 20 Rispose la folla: «Tu hai un demonio! Chi cerca di ucciderti?». 21 Rispose Gesù: «Un'opera sola ho compiuto, e tutti ne siete stupiti. 22 Mosè vi ha dato la circoncisione - non che essa venga da Mosè, ma dai patriarchi - e voi circoncidete un uomo anche di sabato. 23 Ora se un uomo riceve la circoncisione di sabato perché non sia trasgredita la Legge di Mosè, voi vi sdegnate contro di me perché ho guarito interamente un uomo di sabato? 24 Non giudicate secondo le apparenze, ma giudicate con giusto giudizio!». Vivere il percorso cristico è tutt’altro che vivere la cristianità. Non è quanto si conoscono le scritture che ci rende persone nobili di spirito, ma quanto siamo davvero nobili di spirito. Essere nell’amore e agire in libero arbitrio esula dal conoscere i testi sacri religiosi. La religione porta a eseguire meccanicamente i rituali, la spiritualità conduce ad una continua scoperta dell’Io Sono. Ho già scritto di questa differenza nella prima parte di questo testo. In ogni epoca si è tentato di annullare l’Io a favore della manipolazione dei concetti. È questo che intende Gesù Cristo con il volerlo uccidere. 25 Intanto alcuni di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? 26 Ecco, egli parla liberamente, e non gli dicono niente. Che forse i capi abbiano riconosciuto davvero che egli è il Cristo? 27 Ma costui sappiamo di dov'è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». 28 Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure io non sono venuto da me e chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. 29 Io però lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato». È un’esortazione a guardare oltre le apparenze. Nessuno è come si mostra come apparato psico-fisico, c’è molto di più in quella persona e quel di più è l’Io Sono, riconosciuto oppure no. 30 Allora cercarono di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettergli le mani addosso, perché non era ancora giunta la sua ora. Tutto a suo tempo. È una legge universale. Nulla può essere fermato o accelerato nel risultato; esso avviene quando è il momento. Tutto segue i tempi e i modi della divinità in Noi. 31 Molti della folla invece credettero in lui, e dicevano: «Il Cristo, quando verrà, potrà fare segni più grandi di quelli che ha fatto costui?». Chi riconosce il proprio Io comprende che nulla di più potente può essere creato se non dallo stesso Io, in quanto espressione della divinità creante. 32 I farisei intanto udirono che la gente sussurrava queste cose di lui e perciò i sommi sacerdoti e i farisei mandarono delle guardie per arrestarlo. 33 Gesù disse: «Per poco tempo ancora rimango con voi, poi vado da colui che mi ha mandato. 34 Voi mi cercherete, e non mi troverete; e dove sono io, voi non potrete venire». 35 Dissero dunque tra loro i Giudei: «Dove mai sta per andare costui, che noi non potremo trovarlo? Andrà forse da quelli che sono dispersi fra i Greci e ammaestrerà i Greci? 36 Che discorso è questo che ha fatto: Mi cercherete e non mi troverete e dove sono io voi non potrete venire?». Nessuno può imprigionare l’Io. Può essere messa in catene la mente, il corpo, possono essere manipolate le emozioni, ma la nostra vera essenza rimane integra anche se inespressa. Esternando la forza di volontà nella centratura, l’Io definisce chi siamo in realtà: esseri divini. Dove c’è un essere umano equilibrato e in armonia col tutto, lì c’è vera vita. 37 Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù levatosi in piedi esclamò ad alta voce: «Chi ha sete venga a me e beva 38 chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno». 39 Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non c'era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato. Chi riconosce l’Io Sono in se stesso sarà veramente nella vita, nella prosperità e nell’abbondanza, condizioni naturali dell’umanità (fiumi di acqua). Finché questo rimane incompreso, allora lo Spirito della vera vita attende a scendere. Lo chiamiamo Noi quando siamo pronti a comprendere chi siamo davvero. 40 All'udire queste parole, alcuni fra la gente dicevano: «Questi è davvero il profeta!». 41 Altri dicevano: «Questi è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? 42 Non dice forse la Scrittura che il Cristo verrà dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide?». 43 E nacque dissenso tra la gente riguardo a lui. Quando la mente subentra all’Io si crea confusione, si ipotizzano irrealtà e si diviene ciechi di fronte all’evidenza. La mente agisce per codici già inseriti. 44 Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno gli mise le mani addosso. 45 Le guardie tornarono quindi dai sommi sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto?». 46 Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato come parla quest'uomo!». 47 Ma i farisei replicarono loro: «Forse vi siete lasciati ingannare anche voi? 48 Forse gli ha creduto qualcuno fra i capi, o fra i farisei? 49 Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». 50 Disse allora Nicodèmo, uno di loro, che era venuto precedentemente da Gesù: 51 «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». 52 Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia e vedrai che non sorge profeta dalla Galilea». 53 E tornarono ciascuno a casa sua. Quando una persona parla col proprio Io invece che con l’ego, comunque, lascia un segno. Spesso questo fa paura perché si tratta del nuovo, stato nel quale la macchina biologica si rifiuta di entrare; essa sta bene in quello che già conosce. Un cambiamento, di qualunque entità, genera sempre disagio e la maggior parte delle persone non è disposta a viverlo. Perciò, anche chi percepisce un beneficio, si lascia convincere che il nuovo è pericoloso. E allora ognuno rimane della propria idea.
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