1 Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». 2 Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; 3 dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, 4 e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore, e non ci indurre in tentazione». In questo evento Gesù Cristo lascia in eredità l’unica preghiera da Lui pronunciata che è giunta fino ad oggi: la preghiera del Padre Nostro, una preghiera molto potente, tra le più recitate al mondo e questo aumenta il suo potere. Secondo la tradizione Gesù Cristo ce la dona in aramaico, la lingua da Lui parlata, secondo fonti storiche. In un precedente libro l’ho trattata dettagliatamente e riporto qui fedelmente la parte relativa: Auùn Padre Nostro (o anche Papà, Nostro Amato, Nostro Essere Amato) Duashmèya Che sei ovunque Nifkaddàsh Santo sia Shmakh Il tuo nome Teteffey Venga Malkùsakh Il tuo regno Nekuèy Lascia che si compia Seguiànnakh La tua Volontà Ekkànna Così come Duashmeyàb Nei cieli Ap Anche Bar-ah Sulla Terra Aulèn Procura per noi Lakhma Il pane Dsunqànan Per il nostro bisogno Yaomàna Di giorno in giorno Uashuok-lèn E perdona a Noi Haou-bèin Le nostre offese Eikkànna Così Dap Come Anàn Noi Schuàkken Abbiamo perdonato Le haiauèin Coloro che ci hanno offesi Ula E non Taklàn Lasciarci entrare Lunyssiòna In tentazione Èlla Ma Pàssan Liberaci Min-bìsha Dall’errore Mtòl Perché Dilakhy Tuo è Malkusa Il Regno Hàila La Potenza Tishbòkhta La Gloria Le-àlam Da tutti i tempi Almìn Attraverso tutte le epoche Amèn Amen […] Analizziamo le singole Parole e scopriamo come è meravigliosa la maniera in cui ci educa alla Vita: - Padre Nostro che sei ovunque: tutto è Uno e questa frase lo conferma. Egli è ovunque, perciò Egli è tutto. Egli è in ognuno di noi, Egli è ognuno di noi. Ognuno di noi è Dio. - Santo sia il tuo nome: il nome di Dio ne definisce la sua sacralità. - Venga il tuo Regno: lo scopo della Vita è il ritorno alla casa del Padre, siamo qui per ritrovare la via del Regno. Con la morte fisica, passiamo la soglia che ci accompagna al Regno di Dio. Viviamo questa Vita terrena per prepararci a questo passaggio. - Lascia che si compia la tua Volontà: hai scelto con Dio il percorso da intraprendere in questa Vita, per poter sviluppare talenti, valori e virtù; quello è il disegno da compiere. Smetti di volerlo modificare. - Così come nei cieli anche sulla terra: tutto è in rapporto con tutto. In una differenza quantitativa esiste un’uguaglianza qualitativa. È un motto alchemico, ermetico, esoterico, che identifica l’equivalenza tra micro e macrocosmo, sostenuto anche dalle scienze come medicina, psicologia, astrologia, magia. - Procura per noi il pane per il nostro bisogno di giorno in giorno: questa frase racchiude molteplici aspetti. Ci indica che per avere è necessario chiedere (Chiedi e ti sarà dato) e ci invita ad entrare nel flusso dell’abbondanza e di evitare inutili preoccupazioni. Procuraci quello che ci serve quando ne abbiamo bisogno, perciò possiamo evitare di accumulare in vista di preoccupazioni, perché in ogni momento abbiamo ciò di cui necessitiamo. Ci affidiamo a te. - E perdona a noi le nostre offese così come noi abbiamo perdonato coloro che ci hanno offesi: questa frase racchiude lo sviluppo di due immense virtù: Perdono e Compassione. Il Perdono è l’atto che si sviluppa dall’aver compreso il cammino della propria Anima e che inutilmente siamo stati nel dolore. Chiediamo Perdono a Dio di ciò che consideriamo errori, per vedere che tutto si è svolto nella perfezione del disegno divino. La Compassione è la comprensione di questa perfezione, per noi e per le altre Anime. - E non lasciarci entrare in tentazione ma liberaci dall’errore: facci evitare che il separatore (diavolo = diabolos = colui che separa) abbia la meglio su di noi che siamo fragili. Chiediamo la forza di superare la dualità per entrare nell’unità. Aiutaci a comprendere gli errori e capire come questi sono la nostra via per ritrovare il Regno. - Perché tuo è il Regno: è a te che dobbiamo ritornare dopo essere caduti. - La Potenza: il Potere è l’energia divina che è in ognuno di noi. - La gloria: la sede delle beate Anime. - Da tutti i tempi attraverso tutte le epoche: nell’eternità, al di fuori del tempo. - Amen: così è. Il potere sprigionato da queste parole è enorme e questa è una delle ragioni per cui il Padre Nostro è una delle preghiere più recitate, perché consciamente o inconsciamente le persone la percepiscono tale. Nel periodo in cui scrivo, il Vaticano sta valutando di modificare la traduzione di alcuni punti della preghiera, perché poco affini al reale messaggio. Il Padre Nostro racchiude tutto il messaggio cristico. Praticarla, oltre che recitarla, conduce alla vera illuminazione. 5 Poi aggiunse: «Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, 6 perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; 7 e se quegli dall'interno gli risponde: Non m'importunare, la porta è già chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; 8 vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza. Le richieste sono esaudite quando la nostra volontà di ottenerle è ferma e determinata. L’insistenza nel risultato finale è l'elemento fondamentale che produce la concretizzazione. Qui Gesù Cristo indica che è necessario ripetere più volte la stessa preghiera. Dio ci mette alla prova per comprendere qual è davvero il nostro obiettivo, soprattutto, dobbiamo accertarci che sia nostro, mai indotto dai condizionamenti esterni. Ottenere un obiettivo, un fine, uno scopo, raggiungere una missione, prevede il mantenimento dell’attenzione costante, la centratura di tutti i nostri corpi, la facoltà di fermezza e decisione. 9 Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 10 Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. 11 Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? 12 O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? 13 Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!». Il cattivo è il prigioniero, colui che vive in schiavitù; il termine deriva da captivus, che indica proprio la condizione di prigionia e schiavitù. I padri cattivi, quindi, sono assoggettati a credenze depotenzianti, a condizionamenti esterni, sono manipolati e, spesso, ignorano lo stato reale di libertà e amore. Il Padre celeste esaudisce sempre le richieste fatte per uno scopo superiore (nutrire i figli, richieste di aiuto), anche se nell’inconsapevolezza, perché derivanti dalla massima espressione d’amore, pur di tipo condizionato, che quelle persone riescono a esprimere, in relazione al loro livello di coscienza. A ognuno è dato in maniera equa secondo modalità di richiesta. 14 Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle rimasero meravigliate. 15 Ma alcuni dissero: «È in nome di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». 16 Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. 17 Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra. 18 Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl. 19 Ma se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici. 20 Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio. 21 Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro. 22 Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l'armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino. 23 Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde. È l’unione che rende forti, potenti, determinati, perché ci si alimenta l’un l’altro anche nei momenti di debolezza e fragilità. L’unione di intenti educa alla condivisione, al rispetto, alla libertà di pensiero e dona la spinta per andare sempre avanti. L’uomo è un essere sociale, fatto per stare in gruppo, in comunità e condividere gli intenti. Vincere è essere tutti sintonizzati sulla stessa frequenza. La divisione indebolisce, aumenta la fragilità, devia dagli obiettivi perché è necessario usare le energie per difendersi ed essere sempre allerta. 24 Quando lo spirito immondo esce dall'uomo, si aggira per luoghi aridi in cerca di riposo e, non trovandone, dice: Ritornerò nella mia casa da cui sono uscito. 25 Venuto, la trova spazzata e adorna. 26 Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui ed essi entrano e vi alloggiano e la condizione finale di quell'uomo diventa peggiore della prima». Purificare il nostro apparato psico-fisico e tutti i corpi sottili di cui siamo composti è fondamentale. La pulizia è da tossine e inquinanti, la liberazione da pensieri ed emozioni con i quali sabotiamo la nostra vita. Quando liberiamo gli spazi, questi devono essere riempiti con informazioni nuove, altrimenti ritornano quelle che abbiamo eliminato. Quando scegliamo di modificarci, lo dobbiamo fare in senso verticale, crescendo, e questo comporta il divenire altro e, per divenire altro, dobbiamo ricevere informazioni diverse e incarnarle. L’universo lavora sempre per canali di minor resistenza (Legge di Economia). Nessuna informazione nuova prevede il ritorno delle vecchie. Ecco allora che “lo spirito immondo” ritorna perché trova l’ambiente adatto a lui. Ho già trattato il concetto con la differenza fra trasformazione e trasmutazione. 27 Mentre diceva questo, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: «Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!». 28 Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!». La beatitudine è lo stato dell’essere che percepisce bellezza e perfezione in tutto. È lo stato raggiunto da chi vive nel messaggio cristico, è lo stato percepito nell’Illuminazione. 29 Mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona. 30 Poiché come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione. 31 La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone c'è qui. 32 Quelli di Nìnive sorgeranno nel giudizio insieme con questa generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c'è qui. Il segno di Giona è la colomba. Sul suo simbolismo ho già scritto. Indica purezza, pace, armonia. Il segno di Giona è la pace tra le persone, tra le nazioni; la pace con la natura e il creato; l’armonia che rende bellezza e perfezione al tutto. Questo avverrà con la sapienza di Salomone, colui che mette fine alle dispute con imparzialità assoluta perché totale è la sua saggezza. La pace è lo stato ideale di ogni essere umano, un valore più elevato dell’amore. Poche persone sono in grado, oggi, di vivere davvero in una condizione di pace assoluta. La pace si sceglie, la pace si è. 33 Nessuno accende una lucerna e la mette in luogo nascosto o sotto il moggio, ma sopra il lucerniere, perché quanti entrano vedano la luce. 34 La lucerna del tuo corpo è l'occhio. Se il tuo occhio è sano, anche il tuo corpo è tutto nella luce; ma se è malato, anche il tuo corpo è nelle tenebre. 35 Bada dunque che la luce che è in te non sia tenebra. 36 Se il tuo corpo è tutto luminoso senza avere alcuna parte nelle tenebre, tutto sarà luminoso, come quando la lucerna ti illumina con il suo bagliore». Accendere una luce è rendere utile una nuova conoscenza, metterla a disposizione di quanti vogliono esserne illuminati. La luce è assorbita dal nostro corpo principalmente dagli occhi, che inviano i segnali al cervello ed elabora le immagini. La visione reale è quella priva di ogni tipo di filtro, quella che avviene col nostro terzo occhio, simbolo che ricorre frequente in tutte le civiltà e filosofie antiche. Abbiamo scritto in precedenza come la vista sia il senso più sviluppato nella razza ariana, la razza radice attuale, quella di cui ognuno di Noi fa parte. L’occhio simboleggia il testimone, è lo specchio dell’anima, perché rivela le informazioni animiche. L’occhio è l’organo di senso collegato al piano mentale, che riceve la conoscenza. In alcuni riti iniziatici e funebri si pratica l’apertura degli occhi come simbolo di illuminazione alla verità. Il terzo occhio, corrispondente al sesto chakra e alla ghiandola ipofisi, rappresenta la visione interiore di massima conoscenza della realtà come espressione della coscienza divina. La chiaroveggenza è lo sviluppo di questo centro energetico ed è, appunto, la visione chiara. 37 Dopo che ebbe finito di parlare, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli entrò e si mise a tavola. 38 Il fariseo si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. 39 Allora il Signore gli disse: «Voi farisei purificate l'esterno della coppa e del piatto, ma il vostro interno è pieno di rapina e di iniquità. 40 Stolti! Colui che ha fatto l'esterno non ha forse fatto anche l'interno? 41 Piuttosto date in elemosina quel che c'è dentro, ed ecco, tutto per voi sarà mondo. 42 Ma guai a voi, farisei, che pagate la decima della menta, della ruta e di ogni erbaggio, e poi trasgredite la giustizia e l'amore di Dio. Queste cose bisognava curare senza trascurare le altre. 43 Guai a voi, farisei, che avete cari i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. 44 Guai a voi perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo». Anche qui ritorna il concetto di trasformazione e trasmutazione. Un cambiamento in senso orizzontale è solo un cambiamento di forma. Lavare l’esterno, per convincersi che tutto è più bello, è inutile, perché è all’interno che avvengono la conservazione, la fermentazione e la trasmutazione. Quando il contenitore è contaminato, lo stesso accade al contenuto, svolgendo un’azione inutile o, peggio, dannosa. Pagare la decima per sentirsi a posto è un’azione vuota. La beneficenza si fa col cuore, consapevolmente e con l’intenzione di valorizzare; in caso contrario genera schiavitù e miseria. Pagare con menta e ruta è significativo: la menta è simbolo dei desideri terreni e la ruta simbolo di tradimento, adulterio e rimpianto; ecco, dunque, la trasgressione alla giustizia e all’amore di Dio. La sola apparenza senza sostanza porta a seppellirsi da sé, dimenticati da tutto e tutti; la sacralità permette alle idee degli uomini di essere ricordate con monumenti, la materialità e i bassi istinti divengono nutrimento per la terra. 45 Uno dei dottori della legge intervenne: «Maestro, dicendo questo, offendi anche noi». 46 Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito! 47 Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. 48 Così voi date testimonianza e approvazione alle opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite loro i sepolcri. 49 Per questo la sapienza di Dio ha detto: Manderò a loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno; 50 perché sia chiesto conto a questa generazione del sangue di tutti i profeti, versato fin dall'inizio del mondo, 51 dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l'altare e il santuario. Sì, vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. 52 Guai a voi, dottori della legge, che avete tolto la chiave della scienza. Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare l'avete impedito». Gesù Cristo fa riflettere tutti sul comportamento adottato. Secoli, probabilmente millenni, di guerre, sopraffazioni, divisioni, avevano deviato il cuore di tantissimi e ancora oggi è così. Un ruolo gerarchico superiore ha la funzione di rendere aiuto e conoscenza a chi è momentaneamente in uno inferiore. La manipolazione delle menti e la chiusura dei cuori hanno comportato il fraintendimento di tutto come una superiorità egoica e il diritto di sfogare i propri istinti. È chi sta in alto che deve garantire, invece, l’integrità, la protezione e accompagnare nel cammino di consapevolezza chi sta in basso. Impedire alle persone di comprendere chi si è, di rendersi liberi e indipendenti è solo un modo per dividere e far vivere nella paura, limitando quello che è lo scopo delle incarnazioni terrestri. Ciclicamente, gli uomini abbassano talmente le vibrazioni che divengono incapaci di salvarsi. Ecco, allora, che il Cristo si incarna in un maestro perché ci sia una nuova spinta evolutiva. 53 Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo ostilmente e a farlo parlare su molti argomenti, 54 tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca. Le tentazioni continuano, ma la centratura del Cristo è sempre più solida. È uno straordinario esempio di gestione di pensieri, emozioni e azioni, dalla quale ognuno di Noi può prendere esempio: la determinazione nel perseguire il proprio disegno divino.
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