1 Diceva anche ai discepoli: «C'era un uomo ricco che aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. 2 Lo chiamò e gli disse: Che è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non puoi più essere amministratore. 3 L'amministratore disse tra sé: Che farò ora che il mio padrone mi toglie l'amministrazione? Zappare, non ho forza, mendicare, mi vergogno. 4 So io che cosa fare perché, quando sarò stato allontanato dall'amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua. 5 Chiamò uno per uno i debitori del padrone e disse al primo: 6 Tu quanto devi al mio padrone? Quello rispose: Cento barili d'olio. Gli disse: Prendi la tua ricevuta, siediti e scrivi subito cinquanta. 7 Poi disse a un altro: Tu quanto devi? Rispose: Cento misure di grano. Gli disse: Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta. 8 Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.
Una parabola particolare, dal significato molto profondo e sottile. La scaltrezza è una caratteristica dell’uomo dal cuore indurito, che ignora l’amore. Il termine deriva anche dal far prendere alla carne il primo colore col fuoco: sembra cotta all’esterno, ma dentro è cruda; ciò vuol significare un qualcosa di falso, un apparire agli occhi degli altri diversamente da quello che si è in realtà. Questo è il motivo per cui il padrone lo loda: egli è stato in grado di mascherare perfettamente la sua vera essenza, ingannandolo subdolamente. L’amministratore fa un’azione molto intelligente dal suo punto di vista, pensando solamente al suo personale tornaconto e togliendo importanza al danno arrecato per avidità. Si tratta di una persona che ignora l’abbondanza che genera lo spirito di condivisione. Quando si pretende troppo, si rischia di perdere tutto, ma egli è riuscito a salvare egoicamente se stesso danneggiando il padrone e favorendo gli inconsapevoli debitori. In questo modo si è ingraziato altri ed egli può continuare a esercitare il suo lavoro. Anche saper imbrogliare è una qualità di pochi: quell’amministratore ha saputo far fruttare al massimo a suo favore le condizioni. I figli della luce, spesso, sono incapaci di riconoscere la scaltrezza dei figli del mondo: l’ingenuità e la mancata presenza a se stessi ne fanno vittime di tentazioni e raggiri. I figli della luce devono lavorare sul riconoscimento animico. In questo tratto notiamo l’energia mercuriale all’ottava bassa: il continuo passare da una parte all’altra per impossibilità a sviluppare la determinazione e il radicamento. Mercurio è il messaggero degli dèi ed è ubiquitario: va di qua e di là creando una rete aggrovigliata dalla quale, poi, difficilmente riesce a uscire. 9 Ebbene, io vi dico: Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché, quand'essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne. In questo passo ci è indicata un’azione interessante: quando siamo impossibilitati a vedere con gli occhi del cuore, prendiamo almeno una posizione precisa; o si sta da una parte o dall’altra. Procurarsi amici con la disonesta ricchezza, ovvero con gli averi altrui, comporta, comunque, avere un posto assicurato, a che prezzo, lo si conoscerà solamente vivendo quella situazione. La disonesta ricchezza rappresenta sia quanto rubato, sia la ricchezza materiale accumulata per avarizia. 10 Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto. 11 Se dunque non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi affiderà quella vera? 12 E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? 13 Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire a Dio e a mammona». La fedeltà è una virtù delle anime antiche; sono quelle anime che hanno già sviluppato la maggior parte delle qualità, hanno una consapevolezza totale di sé. La fedeltà è una caratteristica del guerriero spirituale, che sceglie il totale servizio nei confronti di un’unica persona o di un ideale: la sua parola è legge perché risuona esattamente con i propri principi esistenziali. La fedeltà comporta un continuo susseguirsi di eventi favorevoli e l’ottenimento dell’obiettivo personale. La disonestà produce una spirale discendente di eventi sfavorevoli; è necessario stare sempre allerta per evitare di essere scoperti ed escogitare continuamente metodi per farsi accettare. Essere fedeli, invece, permette la trasparenza delle proprie azioni, la capacità di dire la verità, il saper discernere correttamente le azioni da svolgere in ogni istante. Solo un padrone può essere servito, perché uno solo è il padrone: Noi stessi nell’espressione della divinità che siamo. 14 I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si beffavano di lui. 15 Egli disse: «Voi vi ritenete giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che è esaltato fra gli uomini è cosa detestabile davanti a Dio. 16 La Legge e i Profeti fino a Giovanni; da allora in poi viene annunziato il regno di Dio e ognuno si sforza per entrarvi. 17 È più facile che abbiano fine il cielo e la terra, anziché cada un solo trattino della Legge. 18 Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio; chi sposa una donna ripudiata dal marito, commette adulterio. Possedere la convinzione di una cosa, non ne fa una verità assoluta. La realtà è sempre dettata dalle leggi universali, ineludibili, rappresentanti la saggezza e l’onniscienza. Esse governano tutto il mondo manifesto e immanifesto, dal piano materiale alla monade; nulla può sfuggire ad esse. Sono la modalità con cui si concretizza il tutto della nostra vita, su ogni piano di esistenza compreso nel paradigma delle dimensioni a Noi note. L’incomprensione di alcuni eventi è spesso da ricercare su altri livelli di coscienza. Conoscere le leggi permette di vivere una vita meravigliosa; esse sono la trasposizione su piano scientifico del percorso di iniziazione cristica. 19 C'era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. 20 Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, 21 bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe. 22 Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. 23 Stando nell'inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui. 24 Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura. 25 Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti. 26 Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi. 27 E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, 28 perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento. 29 Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. 30 E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno. 31 Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi». Le scelte degli esseri umani comuni avvengono principalmente per paura e sofferenza. Pochi sono quelli che comprendono il valore dell’amore e poche volte le decisioni sono prese per gioia. L’umanità genera l’esistenza sulla terra seguendo due precise leggi:
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