1 Quando ebbe terminato di rivolgere tutte queste parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafarnao. 2 Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l'aveva molto caro. 3 Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. 4 Costoro giunti da Gesù lo pregavano con insistenza: «Egli merita che tu gli faccia questa grazia, dicevano, 5 perché ama il nostro popolo, ed è stato lui a costruirci la sinagoga». 6 Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non stare a disturbarti, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto; 7 per questo non mi sono neanche ritenuto degno di venire da te, ma comanda con una parola e il mio servo sarà guarito. 8 Anch'io infatti sono uomo sottoposto a un'autorità, e ho sotto di me dei soldati; e dico all'uno: Va' ed egli va, e a un altro: Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fa' questo, ed egli lo fa». 9 All'udire questo Gesù restò ammirato e rivolgendosi alla folla che lo seguiva disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». 10 E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.
Ritorna qui la fiducia. Gesù Cristo percepisce in questo centurione una grande anima, dotata di fiducia ferma nei suoi soldati e nel suo servo. Egli, infatti, lo ammira per la capacità di aver trasmesso l’importanza di essere uniti in un unico obiettivo. È una capacità di leadership spirituale, rara nell’essere umano. È diversa dalla leadership del mondo basata sulla trasmissione della paura del castigo. Si sceglie un’autorità spirituale per influenza, perché riesce a trasmettere i propri valori elevati. Queste virtù sono perfettamente incarnate dal leader. Egli ha in sé le energie dei raggi iniziatici, come la volontà, che è l’intenzione sommata alle azioni mirate, l’amore incondizionato, valore estremamente importante per rendersi affidabili, e un intelletto attivo che permette all’intuizione di scendere sul piano mentale. La fiducia totale che egli trasmette ai suoi uomini ha permesso di ottenere la sua richiesta, poiché tutt’altro che egoica, ma derivante da un obiettivo superiore: il merito. 11 In seguito si recò in una città chiamata Nain e facevano la strada con lui i discepoli e grande folla. 12 Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della città era con lei. 13 Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: «Non piangere!». 14 E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Giovinetto, dico a te, alzati!». 15 Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo diede alla madre. 16 Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo». 17 La fama di questi fatti si diffuse in tutta la Giudea e per tutta la regione. In questo passo ritroviamo una fase iniziatica. La madre è colei che ci genera e ci nutre. È vedova; molti eroi sono figli di donne vedove, come a indicare che essi devono conquistarsi da sé ciò che dal padre è stato omesso: autorità, educazione, potere su di sé. La vedova rappresenta anche la perdita temporanea della luce, perché simbolicamente associata a Iside che perde lo sposo, ovvero il sole (luce). Si collega anche al segno ebraico vav (ו), che richiama l’immagine del mistero profondo e inconcepibile, il nodo che riunisce e allo stesso tempo separa l’essere dal non essere, fa passare da una natura a un’altra, e rappresenta se stessi più elevati. Simbolo di redenzione e completamento. Si tratta della congiunzione e allo stesso tempo astrae l’uomo dal concetto di tempo portandolo più vicino alla sua natura divina. La bara rappresenta la morte iniziatica, il termine di un ciclo, la conclusione di un percorso per iniziarne uno nuovo a un livello superiore, esattamente come succede in una spirale ascendente: si conclude un ciclo e se ne inizia un altro ad un’ottava superiore. Infine, avviene la resurrezione, il rinascere a nuova vita, una nuova consapevolezza, uno stato coscienziale più evoluto. Si diviene pronti a un nuovo paradigma, alla comprensione del tutto come essenza di se stessi. La resurrezione diviene possibile grazie alla compassione di Gesù Cristo nei confronti della vedova. La compassione è una virtù dell’anima che può esprimersi solamente in seguito all’apertura del cuore. È la comprensione del percorso che ognuno di Noi è venuto a intraprendere in questa vita, quelle prove che la vita ci pone di fronte per divenire la nostra divinità. La fede di tutti quelli che erano con la madre permette quell’energia di resurrezione. 18 Anche Giovanni fu informato dai suoi discepoli di tutti questi avvenimenti. Giovanni chiamò due di essi 19 e li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che viene, o dobbiamo aspettare un altro?». 20 Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: Sei tu colui che viene o dobbiamo aspettare un altro?». 21 In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. 22 Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona novella. 23 E beato è chiunque non sarà scandalizzato di me!». Il messaggio cristico incarnato da Gesù è molto potente. Coloro che lo praticano in fiducia, amore e libertà ottengono l’equilibrio e l’armonia. Questo è il motivo per cui guariscono. Essi inviano a ogni propria cellula l’informa-zione di salute e integrità. Coloro che lo interiorizzano ricevono grandi ricompense. È questo il segno che Gesù Cristo è veramente il messia atteso, Egli è realmente il messaggio della vita, ossia il passaggio dalla sopravvivenza in reazione alla vita in azione. 24 Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù cominciò a dire alla folla riguardo a Giovanni: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna agitata dal vento? 25 E allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano vesti sontuose e vivono nella lussuria stanno nei palazzi dei re. 26 Allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, e più che un profeta. 27 Egli è colui del quale sta scritto: Ecco io mando davanti a te il mio messaggero, egli preparerà la via davanti a te. 28 Io vi dico, tra i nati di donna non c'è nessuno più grande di Giovanni, e il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui. 29 Tutto il popolo che lo ha ascoltato, e anche i pubblicani, hanno riconosciuto la giustizia di Dio ricevendo il battesimo di Giovanni. 30 Ma i farisei e i dottori della legge non facendosi battezzare da lui hanno reso vano per loro il disegno di Dio. Nei primi versetti è posta l’attenzione su un argomento fondamentale per la comprensione del messaggio cristico, in questo caso, ma sulla comprensione in generale. Comprendere significa far proprio, diventare ciò che si è capito. Quando il concetto rimane a livello mentale, è inutile all’essere umano. Gesù Cristo invita a osservare oltre le apparenze, a udire oltre il rumore, altrimenti rimane tutto astratto. Concretizzare significa porre attenzione e praticare quanto ci è risuonato. È l’azione che modifica Noi stessi; evolvere è possibile solamente tramite il movimento corretto e mirato. Ecco perché il concetto mentale deve scendere nel cuore e far agire. È il significato del segno della croce: la mente (Nel nome del Padre) al servizio del cuore (del Figlio) nell’azione (e dello Spirito Santo) e aggiungiamo l’Amen, il così è, per stabilizzare il messaggio e renderlo reale. Tramite il battesimo si ottiene la purificazione per elevarsi a un successivo gradino iniziatico. Chi lo rifiuta, rende vano il disegno di Dio, annullando il motivo per cui ha scelto di incarnarsi e vivere questo piano di esistenza. L’opera battesimale svolta da Giovanni è necessaria per entrare nella modalità di pensiero del nuovo paradigma. Un vestito pulito (il nuovo messaggio) lo indossiamo dopo esserci lavati e purificati. Possiamo passare alle scuole medie solamente dopo aver superato gli esami della quinta elementare. 31 A chi dunque paragonerò gli uomini di questa generazione, a chi sono simili? 32 Sono simili a quei bambini che stando in piazza gridano gli uni agli altri: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato; vi abbiamo cantato un lamento e non avete pianto! Gli uomini sono simili agli infanti inconsapevoli della vita. Si paragonano a menti bambine quelle menti che credono in un unico punto di vista: il loro. Tutto ciò che è diverso è falso. Sono inesperti, devono ancora sperimentare e passare attraverso l’azione diretta. Sono ancora immaturi per intraprendere un sano cammino di consapevolezza. Devono costruire il loro ego, che consentirà, in seguito, di prepararsi alle fasi seguenti. 33 È venuto infatti Giovanni il Battista che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: Ha un demonio. 34 È venuto il Figlio dell'uomo che mangia e beve, e voi dite: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. 35 Ma alla sapienza è stata resa giustizia da tutti i suoi figli». Tutto ciò che si manifesta in modalità differente dalle aspettative viene rifiutato e giudicato dalla mente. La sapienza è la virtù che fa riconoscere la verità percepita tale poiché tutti i veli sono stati tolti. Sono anime adulte quelle che la comprendono, anime che sono disposte a lasciar da parte giudizi e sentenze, credenze depotenzianti e che osservano ogni cosa da tutti i punti di vista. Le apparenze sono della personalità, la verità è della nostra parte divina. 36 Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. 37 Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; 38 e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato. 39 A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé. «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice». 40 Gesù allora gli disse: «Simone, ho una cosa da dirti». Ed egli: «Maestro, di' pure». 41 «Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. 42 Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?». 43 Simone rispose: «Suppongo quello a cui ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». 44 E volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. 45 Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. 46 Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. 47 Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco». 48 Poi disse a lei: «Ti sono perdonati i tuoi peccati». 49 Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è quest'uomo che perdona anche i peccati?». 50 Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va' in pace!». In questi versetti troviamo descritto il concetto di trasmutazione alchemica. Si pensa che sia più vicino al completamento della grande opera chi ha poco piombo da trasmutare in oro. In realtà è l’opposto. Chi ha molto piombo, diverrà molto oro, chi ne ha poco, avrà oro in proporzione. Il completamento della Grande Opera prevede che tutto ritorni alla fase più elevata, quindi, richiede la totale trasmutazione della materia grezza in prodotto finito. Porto un esempio semplicissimo: un kg di pomodoro mi dà un tot di passata, ma 10 kg mi danno dieci volte tanto. È questo che indica Gesù con l’annullamento del debito. In realtà, chi ottiene una maggiore grazia ha ricevuto un numero superiore di esperienze pratiche di vita che gli hanno concesso di divenire chi è. Nel momento in cui questo viene compreso, allora si passa a un livello successivo.
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