1 E diceva loro: «In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non morranno senza aver visto il regno di Dio venire con potenza».
Quando il regno di Dio si manifesta in tutta la sua maestosità, lo fa con tutto il potere che possiede. Il regno di Dio siamo ognuno di Noi che riscopriamo chi siamo, i nostri talenti, il nostro potere personale, trasmutando la paura in coraggio, la rabbia in impeto guerriero, l’amore della carne in amore incondizionato, la schiavitù in libertà. Quando otteniamo questo, sviluppiamo un’energia tale da lasciare un forte segno, perché niente e nessuno può manipolarci e sottometterci alla sua volontà. È il processo di illuminazione raccontato dai Maestri. 2 Dopo sei giorni, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò davanti a loro 3 e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. 4 E apparve loro Elia con Mosè e discorrevano con Gesù. 5 Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!». 6 Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento. 7 Poi si formò una nube che li avvolse nell'ombra e uscì una voce dalla nube: «Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!». 8 E subito guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo con loro. Sono sempre Pietro, Giacomo e Giovanni i discepoli che accompagnano Gesù Cristo negli eventi più importanti. Interessanti le definizioni dei loro nomi: Pietro (pietra, roccia, base, fondamento), Giacomo (Dio protegge) e Giovanni (Dio è misericordioso). Sintesi del messaggio cristico che racchiude queste tre caratteristiche: solidità, protezione e amore. Sono tre elementi straordinari. Chi sceglie questo percorso di nulla deve preoccuparsi, perché ogni cosa gli sarà data. Inoltre, sarà sempre testimone e attore principale della vita. In questo episodio Gesù Cristo subisce una trasfigurazione; si tratta di andare oltre la propria figura, ed è emblematica la luce bianca che ne scaturisce da tutto questo. La trasfigurazione rappresenta la terza iniziazione di Gesù Cristo. Voglio qui riportare quali sono i livelli di iniziazione secondo la filosofia teosofica di Alice Bailey:
Ricordo che il Cristo è l’incarnazione del Signore Maitreya, uno dei maestri ascesi. Qui Gesù Cristo parla con due personaggi, Mosè, che è colui che fa rispettare le leggi, ed Elia, che è il profeta, colui che conosce “oltre i confini”. Ricordano molto le esperienze con gli spiriti guida, che molto comunemente li troviamo in numero di due. In effetti, i due parlano con il Cristo, lasciando in disparte i tre che l'hanno accompagnato. Gli spiriti guida comunicano solo con la persona interessata, perché sono lei in un campo energetico più ampio. Ancora una volta i discepoli sono spaventati dall’accaduto. Si trovano a vivere fenomeni per loro assolutamente incomprensibili. Terminata la discussione con Gesù Cristo, i due personaggi tornano al luogo di provenienza e una voce risuona in tutti e tre i discepoli, infondendo un’indicazione ben precisa: “Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!”. Quell’ascoltatelo è un suggerimento di fiducia, perché Lui è il prediletto, ma Voi siete stati indicati come suoi diretti successori. Assumetevi la responsabilità che questa incarnazione vi ha affidato. Smettetela di aver paura e siate degni del ruolo che ricoprite. 9 Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risuscitato dai morti. 10 Ed essi tennero per sé la cosa, domandandosi però che cosa volesse dire risuscitare dai morti. Gesù Cristo sa che sono in grado di mantenere il segreto di un evento complicato da spiegare a esseri umani comuni che devono prima essere preparati ad accettare e accogliere tutto questo. Essi, però, sono ancora indietro nel loro percorso per comprendere la resurrezione dai morti, ovvero uno stato di coscienza che eleva l’individuo al punto che diviene materia rarefatta, una materia che permette di agire su un livello vibrazionale tale da includere una visione globale dell’umanità e operare su questo piano di connessione unitaria planetaria. 11 E lo interrogarono: «Perché gli scribi dicono che prima deve venire Elia?». 12 Egli rispose loro: «Sì, prima viene Elia e ristabilisce ogni cosa; ma come sta scritto del Figlio dell'uomo? Che deve soffrire molto ed essere disprezzato. 13 Orbene, io vi dico che Elia è già venuto, ma hanno fatto di lui quello che hanno voluto, come sta scritto di lui». Elia, il profeta, colui che conosce oltre i limiti. Egli è interprete di Dio sulla terra, come ogni profeta, rivelatore di verità e visionario. Egli viene prima perché c’è un’informazione che deve entrare nelle genti ed essere metabolizzata, un po’ alla volta, perché diventi cibo di nutrimento vero, mai tossico, come avviene quando messaggi importanti, utili ed evolutivi sono dati senza una preparazione. Il suo nome in ebraico significa “Il mio dio è YHWH”. YHWH il tetragramma sacro che significa, tra le varie interpretazioni, il fluire dell’energia vitale, ma anche il limitarla, informazione particolarmente potente contenuta nel nostro DNA. Elia sta indicando come ognuno di Noi ha insita in sé la facoltà di creare la propria realtà, ognuno è divinità, ognuno è solo se stesso e nessun altro può essere. Elia, quindi, conosce “oltre” e prepara il terreno, ecco perché arriva “prima”. 14 E giunti presso i discepoli, li videro circondati da molta folla e da scribi che discutevano con loro. 15 Tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. 16 Ed egli li interrogò: «Di che cosa discutete con loro?». 17 Gli rispose uno della folla: «Maestro, ho portato da te mio figlio, posseduto da uno spirito muto. 18 Quando lo afferra, lo getta al suolo ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». 19 Egli allora in risposta, disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me». 20 E glielo portarono. Alla vista di Gesù lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava spumando. 21 Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall'infanzia; 22 anzi, spesso lo ha buttato persino nel fuoco e nell'acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci». 23 Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede». 24 Il padre del fanciullo rispose ad alta voce: «Credo, aiutami nella mia incredulità». 25 Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito immondo dicendo: «Spirito muto e sordo, io te l'ordino, esci da lui e non vi rientrare più». 26 E gridando e scuotendolo fortemente, se ne uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: «È morto». 27 Ma Gesù, presolo per mano, lo sollevò ed egli si alzò in piedi. Tutto è possibile per chi crede: aver fiducia nella vita richiede un livello di evoluzione elevato. Si sviluppa quando l’obiettivo è chiaro, proprio, anziché indotto da condizionamenti delle vite altrui, si ottiene quando si comprendono le leggi universali, quando il codice d’onore personale prevale sulle “regole del mondo”. Il padre del fanciullo risponde con una frase molto toccante: “Aiutami nella mia incredulità”. Egli è consapevole di essere immerso nella disperazione e di aver poca lucidità di percezione reale. Chiede aiuto per divenire un uomo nuovo, ma lo fa con uno scopo superiore: permettere al figlio di divenire un essere umano libero e indipendente. Perché i discepoli sono incapaci di questo? Perché essi hanno paura delle loro capacità, di essere in grado di farcela, hanno il timore degli spiriti immondi, perché a loro sconosciuti. Gesù Cristo, invece, li conosce, perché Egli stesso li ha affrontati durante la sua iniziazione. Egli stesso afferma la sfiducia dei suoi stessi discepoli. “Fino a quando starò con voi?”: la frase significa quando diverrete indipendenti e pronti a diffondere l’insegnamento cristico? Quando maturerete e opererete quanto è in vostro potere? L’autosabotaggio umano è sempre forte per le menti deboli che scelgono di rimanere tali. 28 Entrò poi in una casa e i discepoli gli chiesero in privato: «Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo?». 29 Ed egli disse loro: «Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera». Svelato il più grande segreto del mondo: la preghiera può tutto. Cos’è, in realtà, la preghiera? Siamo cresciuti in una società che ci ha convinto che la preghiera è un insieme di frasi da imparare a memoria e recitare durante momenti ben precisi; sembra più un esercizio per la memoria che l’essenza della preghiera. Essa è uno stato dell’essere, una condizione di massima centratura di se stessi e di connessione con il tutto. Ti invito ad approfondire l’argomento nell’appendice 2 di questo libro. 30 Partiti di là, attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. 31 Istruiva infatti i suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà». 32 Essi però non comprendevano queste parole e avevano timore di chiedergli spiegazioni. Come ogni concetto incomprensibile alla mente, anche la resurrezione viene evitata e accantonata dai discepoli, perché la paura dell’ignoto prevale. È una condizione tipica mentale della dualità umana. Gli uomini comuni pensano che, evitando qualcosa, questa magicamente scompaia dalla loro vita. Gesù Cristo sa benissimo questo e regolarmente parla di questo concetto ed evento futuro; sta testando i propri discepoli, per comprendere chi vuole davvero elevarsi e chi no. Rimanere nell’ignoranza e nella paura rappresenta il mancato balzo evolutivo. Sono ancora lontani dall’essere pronti alla maestria interiore. 33 Giunsero intanto a Cafarnao. E quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo lungo la via?». 34 Ed essi tacevano. Per la via infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. 35 Allora, sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti». 36 E, preso un bambino, lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro: 37 «Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato». Il più grande è un concetto egoico. Ognuno è grande nella misura in cui sa sviluppare i propri talenti e li sa mettere al servizio dell’umanità. Il settimo specchio esseno indica come nessuno si possa paragonare a qualcun altro. In base a cosa uno è più grande? Se prendiamo in considerazione un elemento, o pochi elementi, come è possibile creare una classifica? Escluderà sempre qualcosa. Come posso paragonare una scimmia, un pesce rosso e un orso: chi nuota meglio? O si arrampica più velocemente? O mangia più cibo in un unico pasto? Oppure creo una classifica su chi è più bravo tra un architetto, un ricercatore e un investitore immobiliare. Chi è il migliore? Ognuno di Noi è grande nella misura in cui fa tutto quello che può, con ciò che ha, in quel preciso istante. Ecco perché, se qualcuno vuol essere davvero primo, lo dimostri mettendosi al servizio del divino. Il bambino è il simbolo del Figlio di Dio, puro, semplice, diretto, potente. Accogliere Dio in sé è essere Dio, riconoscere la vera natura, abbandonando condizionamenti mentali ed emotivi, abitudini errate e dedicandosi alla missione animica. 38 Giovanni gli disse: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri». 39 Ma Gesù disse: «Non glielo proibite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. 40 Chi non è contro di noi è per noi. Il nome: la parola più potente che accompagna la vita di una persona su questa terra. Lo comprendiamo dal fatto che è la parola che ci identifica nel mondo della materia. È così importante che, nell’Antico Egitto, vi era la Dea Renenet preposta al parto e insieme al compagno erano gli dèi del fato. Renenet significa Colei che vede Ren, ossia il vero nome (ren), quello del-l’anima che si sta incarnando; quel nome che la rappresenta. In effetti, secondo alcune filosofie, gli esseri umani sono dotati di anima animale, che è quella che dà vita e vitalità, che hanno anche gli animali; vi è poi l’anima umana, prerogativa degli esseri umani, che entra nel nascituro durante il parto o appena nato ed è rappresentata dal nome, l’energia che lo identificherà tutta la vita; poi, ci sono gli spiriti guida, di cui in precedenza abbiamo accennato. Ogni volta che un nome viene pronunciato associato a una persona, viene potenziata quella persona e l’energia che essa incarna. Ecco il motivo per cui Gesù Cristo permette gli esorcismi nel suo nome, perché questo è potente e rafforza il messaggio cristico che Egli incarna. 41 Chiunque vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa. Chi alimenta il nome di Cristo, sta infondendo l’energia cristica, si sta guadagnando un passo importante verso il ritorno alla Casa del Padre. 42 Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare. 43 Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. 44[7] 45 Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che esser gettato con due piedi nella Geenna. 46 47 Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, 48 dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue. 49 Perché ciascuno sarà salato con il fuoco. 50 Buona cosa il sale; ma se il sale diventa senza sapore, con che cosa lo salerete? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri». Scandalizzare i piccoli che credono, significa togliere loro la speranza e la capacità di creare il mondo nella purezza. Ecco perché è meglio che siano uccisi o mutilati: le persone che creano problemi continuamente divengono dannose e inutili al genere umano. La natura insegna: ciò che danneggia viene eliminato, ciò che è inutile, pure. È fondamentale lasciare spazio a chi costruisce, giorno dopo giorno, un mondo di amore e libertà, a chi lavora per l’evoluzione, la crescita dell’umanità, perché sono loro che portano avanti il messaggio cristico. La Geenna, il fuoco eterno inestinguibile, è il luogo dei supplizi. Molti lo identificano con l’inferno. Il fuoco ha valenza di purificazione, ma quando troppo intenso, brucia e consuma. Altro elemento importante è il sale, rappresenta l’essenza. Valorizza gli alimenti divenendo simbolo di ricchezza e prosperità. Rappresenta l’anima e la rigenerazione, elemento indispensabile alla vita. Quando escono le lacrime, esse sono salate ed esprimono l’essenza dei nostri sentimenti, positivi e negativi. Ha anche facoltà di protezione e di annullamento dei sortilegi.
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