![]() 1 Non giudicate, per non essere giudicati; 2 perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati. 3 Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? 4 O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la trave? 5 Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello. Ho già in parte trattato questi argomenti. Il giudizio è una sentenza inderogabile frutto di incomprensione. È il risultato delle vocine mentali di tutti i nostri io che sono l’espressione delle maschere precedentemente descritte. È più difficile comprendere che emettere sentenze, perché queste chiudono l’argomento. Col giudizio priviamo qualcuno del valore intrinseco, soprattutto Noi stessi. Il giudizio nasce dalla paura, ossia da ignoranza dei fatti avvenuti. Il giudizio e l’informa-zione sui fatti sono inversamente proporzionali: più conosciamo, meno giudichiamo: ecco il togliere la trave dal nostro occhio. Una caratteristica del giudizio è la contagiosità; quando una persona è affetta da patologia giudicante sente la necessità di divulgare la sua idea il più possibile per rendersi “buona” agli occhi delle persone. Utilizzare buon senso rende omaggio alla verità, che sempre sorge chiara e trasparente. Il giudizio è una trappola per sé; solo chi giudica percepisce giudizio negli altri. Esso è il concetto su cui si basa la legge dello specchio attraverso i sette specchi esseni delle relazioni umane. Abbandonare il giudizio allarga il proprio campo magnetico ed è considerata un’azione che conduce alla via della santità; nessuno può avere potere su di Noi quando usciamo dal circolo vizioso del giudizio per entrare in quello virtuoso della compassione. 6 Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. In questa frase è racchiusa l’essenza del valore. Ogni cosa vale per quello che ognuno le attribuisce come importanza nella propria vita ed evoluzione. Lo stesso dicasi per la conoscenza e le informazioni: vanno divulgate solamente quelle che possono essere valorizzate. A ognuno secondo utilità evolutiva. Consegnare informazioni importanti a chi non le comprende provoca confusione, distorsione della realtà con conseguente risultato lontano dalla verità. Perciò, a ognuno l’insegnamento consono, affinché l’edu-cazione avvenga gradualmente. Il cane rappresenta la nostra vita quotidiana, la materialità e la modalità con cui affrontiamo gli eventi di questo mondo. Egli è la guida e il guardiano e la sua missione è volta a valorizzare tutto ciò che gli permette di essere utile in questo, anche per il fatto che egli aiuta la nostra parte divina a difendersi dagli spiriti maligni. È simbolo di servizio, perciò non guarda alle cose sante, ma al servizio di quello che può proteggere in quanto santo in sé. I porci sono le pulsioni e le tendenze inferiori, la voracità. La perla rappresenta la quintessenza, la conoscenza trascendente compresa quando le pulsioni inferiori sono trasmutate in virtù. Ecco, allora, che l’ira diviene impeto guerriero, la lussuria diviene sacra sessualità, la gola diviene discernimento nello spirito, l’invidia diviene ammirazione, l’accidia diviene comprensione e ricerca, l’avarizia diviene generosità, la superbia diviene amore incondizionato. 7 Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; 8 perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. 9 Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? 10 O se gli chiede un pesce, darà una serpe? 11 Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano! 12 Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti. 13 Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; 14 quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano! Come ho già scritto, in questi versetti sono spiegati due principi fondamentali: la Legge di Attrazione e la personale sperimentazione per ottenere un risultato vero e stabile. La Legge di Attrazione definisce chi siamo Noi in un preciso momento e ce lo indica tramite l’osservazione del nostro mondo, mentre la personale sperimentazione è tutto quello che abbiamo fatto in azione attiva per essere chi siamo nell’adesso. La porta rappresenta il confine e il collegamento tra il conosciuto e l’ignoto. Quando la via e la porta sono larghe, ci si ritrova in un ambito in cui dobbiamo metterci alla prova e sperimentare molto per scoprire quale condizione è la migliore per Noi; un porta e una via stretta ci indicano l’unica modalità corretta per Noi per la realizzazione. Sono strette perché spesso non piacciono alla nostra personalità, ma l’anima ci sta indicando che, percorsa questa via, diveniamo il nostro obiettivo. La strada larga è come una lampadina che illumina tutto intorno disperdendo la sua luce e il suo potere, mentre la strada stretta è come il laser che punta diretto all’obiettivo con tutto il suo potere, senza distrarsi in cose inutili. 15 Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. 16 Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? 17 Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; 18 un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. 19 Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. 20 Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere. Argomenti già trattati. 21 Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22 Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? 23 Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità. Il percorso iniziatico cristico prevede azioni dirette a evolvere personalmente, con lo scopo di essere e mai di avere. È quando si diventa essenza che si è ottenuto il Regno di Dio. L’accumulo nell’avere lascia il tempo che trova. L’essenza è ciò che siamo in ogni piano di esistenza; nel momento della salita a nuovo paradigma, l’avere lo dobbiamo lasciare al piano di esistenza precedente. L’avere è un mezzo per essere di più, mai il contrario. Qualche anno fa, feci delle rilevazioni energetiche relative a parole e frasi. Tra queste analizzai i due verbi essere e avere. Il risultato fu interessante: sono entrambi molto potenti, ma il verbo essere mi risultò con un’energia dieci volte maggiore al verbo avere. Conclusioni: per avere bisogna essere. 24 Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. 25 Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. 26 Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 27 Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande». 28 Quando Gesù ebbe finito questi discorsi, le folle restarono stupite del suo insegnamento: 29 egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi. La conoscenza senza comprensione è inutile. Comprendere significa diventare quella conoscenza. Essere informati che si può vivere in pace è inutile se si combattono le guerre; conoscere che esiste la salvezza è inutile rimanendo in modalità passiva. La conoscenza evolve l’umanità quando è praticata, interiorizzata, condivisa.
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